Capitolo 3 - Figlio dell'avidità

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«Noto con curiosità che hai deciso di indossarlo» aveva esordito una voce calda, nel buio della sua stanza.

Braiden per poco non si era presa un colpo. Una fiammata accese il camino della sua stanza, illuminandola quanto bastava per poter identificare la donna come la maga Alayna, una delle ultime della sua specie. Non erano rimaste molte maghe in Tefstalia, molte avevano deciso di migrare a nord, dove avrebbero potuto vivere una vita senza che qualche sovrano si approfittasse della loro magia. Altre decisero di tramutarsi in animali, perché così sarebbero state più al sicuro, in attesa del giorno in cui avrebbero potuto riprendere la loro forma originaria.

«Che cosa ci fate qui?»

«Voi mi chiedete cosa ci faccio qui, quando indossate una mia proprietà» aveva risposto la maga, senza timore dell'ira del rejhyli di Lafyen.

«Non so proprio a cosa vi stiate riferendo.»

«Non. Mentite. A. Me» aveva tuonato la maga, facendo scendere il gelo nella stanza.

«D'accordo» si era affrettato a dire Braiden, in un tono che alle orecchie della sua ospite doveva risultare come un debole tentativo di scuse. «Lo volete indietro? Prendetelo!»

Mentre Braiden si era alzato la manica della camicia per togliersi il bracciale, Alayna si era avvicinata a lui, fronteggiandolo e guardandolo negli occhi.

«Siete dunque disposto a rinunciare così facilmente al vostro compito?» gli aveva domandato, studiando con attenzione ogni sua espressione.

Braiden aveva ricacciato a fatica il nodo che gli si era formato in gola. Era una domanda trabocchetto? «Non posso nulla contro di voi, lo so bene.»

La maga gli aveva sorriso, per la prima volta quella sera. «Siete molto saggio, Braiden astro dei Bröwlord, quasi quanto vostro fratello.»

Alayna gli aveva dato le spalle, iniziando a vagare per la sua stanza che, questo Braiden lo riconosceva, era alquanto spoglia e piccola per una persona sola. Ma da quell'accademia uscivano soldati pronti a servire Lafyen, non nobili rampolli il cui unico interesse era quello di oziare tutto il giorno.

«Confido che, quando arriverà il momento, prenderete la strada che abbiamo tracciato per voi» aveva aggiunto.

«Mi state dicendo di tradire mio padre?»

«Il tradimento è solo un cambio di prospettiva, giovane principe, quando in gioco ci sono i destini di tutta la Tefstalia.»

«Una vita per tutte quelle della Tefstalia?»

«Non è così semplice. Tuttavia, ho bisogno di un vostro giuramento, qui e ora. Inginocchiatevi e giurate di fronte ai vostri antenati che, quando arriverà il momento, manterrete fede alla promessa del vostro predecessore, James I Bröwlord, facendovi da parte e supportando la rivendicazione della legittima erede al trono di Lafyen» aveva detto, porgendogli la mano.

Braiden si era inginocchiato senza battere ciglio, rimanendo con le mani intrecciate a quelle di Alayna, la schiena curva, le sopracciglia aggrottate e il naso arricciato. Raramente si era sentito così a disagio in presenza di qualcuno.

«Sì. Sì, ve lo giuro» aveva asserito alla fine il Custode della Pantera Nera.

Dal balcone della sua stanza, che affacciava nella cittadella, illuminata solo da alcune torce, Braiden vide una figura ricurva e zoppicante, entrare da uno degli ingressi che solitamente veniva usato la servitù. Nulla di strano, se non fosse che a quell'ora tarda della notte, tutti i domestici erano già a dormire.

A meno che...

Braiden uscì dai suoi appartamenti per dirigersi verso quelli del rejhyli. La Sala dei Corvi era silenziosa mentre l'attraversava a piedi scalzi, facendo attenzione a evitare le assi cigolanti. Si muoveva come un predatore nella notte alla ricerca della sua preda, illuminato solo dai raggi della luna.

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEWhere stories live. Discover now