Capitolo 39

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C'era un ragazzo in cima alla Torre di Astronomia, un bellissimo ragazzo, con capelli come fili d'oro sparsi in un vento invernale, sfiorati da fiocchi di neve soffici. Aveva le guance e il naso arrossati, dopotutto la sua carnagione era cosí pallida, la sua pelle così delicata, che quel gelo pungente non avrebbe mai potuto avere pietà di un così fragile incanto. Nonostante il freddo, nonostante il vento, i suoi occhi nascondevano l'attitudine per la beffa, una malizia giocosa, piena di affetto. Sull'onda di quell'energia, appena il ragazzo incontrava il suo sguardo, le sue labbra rosee si aprivano in un sorriso fresco, frizzante come l'aria di una mattinata di primavera. Ed era davvero così bello vederlo sorridere, che non aveva la minima importanza che fosse o meno Draco Malfoy, Harry avrebbe dato via il senno per stringerlo tra le braccia.

E quando si svegliò si ritrovò quell'immagine radicata nella memoria, il fiato corto e il cuore che gli correva nel petto all'impazzata.
Dal pomeriggio precedente, quando era corso via dalla lezione di Pozioni facendoci peraltro una pessima figura, l'ordine delle sue priorità aveva subito gravissime modificazioni, il suo stesso senso della giustizia aveva vacillato di fronte a quella pozione, aveva quasi ceduto all'idea di privare Hermione della possibilità di frequentare un corso speciale per il quale sarebbe andata matta e questo solo perchè preso dall'irrazionale frenesia di poter vedere Malfoy. E, come se ciò già non fosse stato grave abbastanza, non riusciva a smettere di pensare che non sarebbe poi stato così male mandare tutto all'aria, smetterla di combattere una guerra che non aveva fatto altro che privarlo di coloro a cui più teneva fin dal primo momento e che, in un modo nuovo e ancora più ingiusto, continuava a farlo.
Se fino al giorno prima Harry era riuscito a mantenersi razionalmente legato all'idea di dover scoprire che cosa Malfoy stesse architettando quell'anno, piuttosto che pensare a se stesso, ora era diverso: pensare a lui era diventato un modo di evadere, sempre di più dall'oscurità stringente di quell'anno scolastico, di lasciarsi andare ai flussi immaginativi più improbabili. In aggiunta, con il passare dei giorni e delle settimane, queste distrazioni divenivano sempre più frequenti, nascevano e si sviluppavano a partire dai presupposti più svariati e sconclusionati.

Capitava perfino che distogliessero la sua attenzione dal Quidditch: gli bastava attraversare le tribune diretto agli allenamenti, voltarsi verso l'intricata foresta di sostegni e contrafforti di metallo e legno che le reggevano e la sua mente volava ad un giorno di Gennaio di pochi anni prima, che pareva lontano eoni da lui, ma che ricordava con estrema chiarezza. Quel giorno Draco Malfoy lo aveva spiazzato completamente, sciogliendogli i lacci del guanto da Quidditch con i denti bianchi e un sorrisino pestifero a marcare il suo volto da ragazzino.
Oppure, di nuovo, sorvolando lo stadio, capitava che il Grifondoro lanciasse uno sguardo alla Torre di Astronomia e il ricordo di quel sogno nuovo lo tormentasse, portandolo a chiedersi come sarebbe andata se a quel punto lui avesse deciso di avvicinarsi al ragazzo dai capelli sparsi nel vento, magari aggrapparsi al suo viso e forse perfino fargli capire quanto disperatamente stesse per rivolgergli quella richiesta specifica che ormai incessantemente lo tormentava. Harry, nella sua testa, vedeva Draco assottigliare ancora di più quel sorriso e allora il moro faceva vagare senza posa gli occhi sul viso candido, cercando le parole giuste, quelle che non avrebbero infranto la magia di quell'armonia insperata.

"Raccontami un segreto"

Una risatina di scherno lasciava a quel punto le labbra di Malfoy, ma non era cattiva era solo un modo adorabile di prendersi gioco di lui e nascondere il disagio, almeno per come Harry la intendeva. Allora si stringeva un po' di più al Serpeverde, intrecciando le dita dietro la sua nuca e appoggiandosi alla sua fronte con la propria.

"Draco... puoi farlo"

Sussurrava e la condensa del suo fiato si mescolava a quella che sommessamente lasciava le labbra del biondo, ora nessuno sorrideva più, si guardavano negli occhi succubi della reciproca necessità di farlo.

Knights Who'd Give You Anything //Drarry (IN CORSO)On viuen les histories. Descobreix ara