Capitolo 45

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Nel giardino del castello, i germogli delle foglie degli alberi stavano crescendo e, quel mattino, gocciolavano di una fresca rugiada primaverile, scaldata da un sole già tiepido anche se in ora così acerba.
Era ancora orario di colazione per gli studenti, ma, considerando il clima mite che aveva abbracciato il territorio dopo lo scioglimento della neve sparsa un po' ovunque dalla bufera di Aprile, in molti, finito di mangiare, ne approfittavano per sfuggire alle pareti di pietra che li avevano tenuti segregati tutto l'inverno e trascorrevano fuori dai cancelli e nei giardini interni gli ultimi momenti liberi prima dell'inizio delle lezioni del mattino.

Tra questi, sedute su una panchina di marmo poco più a destra dell'ingresso principale del castello, c'erano due ragazze che, a primo acchito, parevano provenienti da due pianeti completamente diversi. Cassidy, come suo solito, sedeva scomposta, di traverso sulla panchina e con le gambe incrociate sulla lastra di marmo mentre sfogliava, pigramente e masticando sonoramente una gomma, un manuale dalle pagine tutte scarabocchiate e spiegazzate. Teneva un gomito appoggiato sul ginocchio e la testa la reggeva quella stessa mano, ma lo sguardo e l'atteggiamento rendevano evidente che la tentazione della moretta di crollare addormentata sul posto fosse forte. Astoria, dal canto suo, era come sempre impeccabile, aveva accavallato le gambe, ma la sua schiena era dritta e statuaria come quella di un manichino e il delicato vento di fine Aprile le pettinava i capelli mentre lei leggeva, come se fosse stato lì apposta per quello.

"Oi Tori"

Sbottò la Yaxley, alzando di colpo lo sguardo sulla sua amica, nella disperata ricerca di attenzioni o anche solo di una momentanea distrazione da Incantesimi.

"Senti me, oggi ho voglia zero, abbiamo un'ora buca, non possiamo fare altro?"

"Cassie, ci sono i G.U.F.O. quest'an-"

"Salazar! Se li sento nominare un'altra volta esplodo"

Gracchiò la ragazza tirandosi scenicamente i capelli corvini, rivolgendo alla Greengrass un'occhiata bieca poco dopo.

"E poi piantala di storpiarmi il nome così. Non siamo più alte cinquanta centimetri: abbiamo una credibilità da mantenere."

Bofonchiò anche a denti stretti prima di tornare, arrendevolmente, con lo sguardo abbassato sul manuale di Incantesimi.

"A volte lo faccio apposta sai? È il modo più veloce per zittirti."

La prese di mira Astoria, con un sorrisino giocoso. Tutto sommato, nemmeno la bionda aveva poi tanta fretta di continuare a studiare.

"Beh, non è gradito. Insomma... pensa quanto sarebbe strano se un Mangiamorte fosse conosciuto in giro come Cassie. Non trasmette esattamente un'aura di rispetto."

Astoria alzò gli occhi al cielo, chiudendo il libro che teneva aperto sulle ginocchia.

"Tu non sei un Mangiamorte, Cass..."

"Per ora! Ma sai com'è importante mio padre tra i ranghi Signore Oscuro. Sono certa che appena avrò raggiunto la maggiore età metterà una buona parola per me. Me l'ha promesso."

Si ostinò la ragazza dai capelli corvini, fissando il suo sguardo infervorato e scuro, ma circondato da lievi lentiggini, dritto in quello della sua amica. La Greengrass titubò, come faceva ogni volta che la sua migliore amica d'infanzia dichiarava con tanto ardore la sua posizione nel conflitto che si stava velocemente preparando ad esplodere nel Mondo Magico.

"Sai... a proposito"

Astoria parlò piano, abbassando un momento lo sguardo sulle proprie scarpe, rendendolo, in quel frangente, difficile da interpretare: tutto ciò che Cassidy Yaxley comprese fu che i termini del discorso si erano fatti più pesanti all'improvviso.

Knights Who'd Give You Anything //Drarry (IN CORSO)Where stories live. Discover now