Capitolo 44

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Quella fu l'ultima nevicata dell'anno scolastico, durò per quella giornata e basta e, all'alba il sole tiepido di Aprile già faceva sgocciolare le stalattiti che pendevano dai davanzali delle finestre del castello o dalle unghie e dai piedistalli dei gargoyle. Perfino la neve che copriva l'erba giovane nei cortili si stava diradando, aprendo chiazze di verde in mezzo al bianco che per tutta la notte l'aveva soffocato.

Harry aprì gli occhi solo quando uno dei raggi primaverili gli colpì le palpebre. Dapprima si schermò il volto con una mano, poi, gradualmente i suoi occhi iniziarono ad abituarsi alla luce e solo allora scorse la figura inconfondibile di Malfoy, già in piedi che si stava allacciando le scarpe da seduto su un letto che, nonostante fosse stato presente per tutto il tempo, i due ragazzi avevano finito con l'ignorare.

"Mattiniero Potter, che ti succede, ti manco già?"

"Fanculo Malfoy. Che ore sono?"

"Ora di colazione, indicativamente. Non ho un orologio con me, ma mi sveglio sempre alla stessa ora la mattina."

Con una mezza risata amara, Harry alzò gli occhi al cielo. La frase che seguì la caricò di sarcasmo, eppure, nel pronunciarla, realizzò quanto fosse leggero il suo petto in quel momento.

"Sempre impeccabile eh"

A quella provocazione Malfoy nemmeno rispose, limitandosi ad alzarsi e raccogliere la giacca sempre con la consueta dignità in ogni gesto.

"Oi Malfoy"

Lo richiamò Harry alzandosi a sedere e raggiungendo le sue mutande poco lontane da lì, il biondo intanto si era girato a guardarlo e, beh ovviamente i suoi occhi avevano indugiato sulla figura atletica del moro, solo per un attimo però: sia mai che finisse con il montarsi la testa.

"Ma mica avevi la ragazza?"

Draco indossò la sua giacca e mise le mani in tasca, appoggiandosi con le spalle alla parete di fianco all'ingresso della stanza, teneva le braccia incrociate e un ginocchio piegato in modo da poggiare un piede contro il muro.

"Sì in verità, almeno per tutti quanti. Ragiona però, Potter, ti sembra che possano piacermi le ragazze?"

"Beh, no, infatti stentavo a crederci... però ecco lei è molto bella qui-"

"Che schifo."

"Eh? Perchè che schifo? Che ho detto?"

Domandò Harry mentre, perplesso e imbarazzato dall'inizio di quella conversazione, saltava nei suoi jeans per infilarli.

"Che schifo Potter. Sei geloso, è disgustoso davvero."

Potter arrossì leggermente, ma si coprì le guance voltandosi a raccogliere la camicia della divisa e la cravatta.

"Ma che vuoi che m'importi."

Fu tutto ciò che riuscì a borbottare mentre Malfoy, dal canto suo, sogghignava leggermente. Gli era mancato tutto quello, più di tutto gli era mancato Potter, tanto che gli pareva di aver appena reimparato a respirare dopo troppo tempo in apnea.

"Comunque non la lascerò solo perchè siamo di nuovo finiti a letto insieme."

"Ti ho detto che non m'importa. Sicuramente al tuo paparino fa tanto piacere saperti mezzo accasato con una come lei. Sia mai che tu disubbidisca, che tu lo deluda. Non è così?"

"Potter, piantala, so esattamente dove vuoi andare a parare, ma non è un territorio di tua competenza. Ti consiglio di fare un passo indietro."

Harry invece, ne fece uno avanti, indossando il gilet della divisa in modo disordinato e poi aggiustandosi gli occhiali quando si trovò faccia a faccia con Malfoy, che ricambiava glaciale il suo sguardo di sfida.

Knights Who'd Give You Anything //Drarry (IN CORSO)Where stories live. Discover now