Capitolo 9

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A colazione il tavolo dei Serpeverde rimase particolarmente silenzioso il giorno successivo al Ballo del Ceppo.

In parte, l'assenza delle lezioni aveva diminuito il numero di studenti intenzionati anche solo a scendere dal letto, ma d'altro canto c'era qualcosa di cui tutti quanti volevano parlare e, proprio per questo, nessuno aveva il coraggio di aprire bocca.

Bastavano certi sguardi, dopotutto, per far capire cosa tutti quanti morissero dalla voglia di dire ed era evidente anche dal modo in cui chi aveva una copia della Gazzetta del Profeta di quella mattina, stesse facendo girare la pagina con l'articolo di Rita Skeeter sul Ballo del Ceppo a chi non era abbonato al giornale.

Draco Malfoy stava seduto al suo posto, con la schiena dritta, le gambe accavallate sotto il tavolo e il consueto portamento composto, mescolava il suo tea mattutino, ma ripeteva senza saperlo quel movimento circolare da almeno cinque minuti.

"Draco"

Sussurrò una voce preoccupata alla sua sinistra e il biondo si riscosse, deviando lo sguardo dal tavolo dei Grifondoro per spostarlo su Pansy.
Nel vedere il biondo cadere dalle nuvole, lei sorrise nervosamente, ma aggrottando le sopracciglia dispiaciuta.

Draco abbassò un attimo lo sguardo, poi smise di mescolare il suo tea e, quando la ragazza gli appoggiò timidamente una mano sulla spalla, lui la strinse con la propria e le rivolse uno sguardo impassibile, ma che, per chi lo conosceva abbastanza, lasciava intendere apprezzamento.

A seguito degli eventi della sera precedente infatti, Draco Malfoy aveva seriamente rischiato di uscire di testa e Pansy Parkinson era stata per lui un supporto inaspettato.

Quando aveva lasciato il giardino innevato ed era corso nuovamente in Sala Grande, la sua intenzione era stata quella di cercare Blaise, poi però aveva realizzato di non volerlo fare, di aver bisogno di qualcuno che non gli serbasse rancore in quel momento, qualcuno che l'avrebbe saputo ascoltare e basta, ma qualcuno di cui potersi fidare, perchè quello che doveva dire a voce alta avrebbe voluto lui stesso non scoprirlo mai.

Era stato allora che aveva visto Pansy Parkinson osservarlo con curiosità da una sedia posta vicino al tavolo del rinfresco. Lui aveva sospirato di sollievo e si era fidato di lei, lasciandosi accompagnare fino ai sotterranei, fino alla propria stanza, dove era scoppiato in lacrime immediatamente, lasciando la ragazza di stucco sulla soglia.

In quel momento Pansy aveva capito senza che il biondo dicesse nulla e si era decisa a farsi da parte di fronte all'evidenza dei fatti.
Non era più la mocciosetta viziata che tutti credevano ancora fosse, anche lei era cresciuta e in quel momento seppe capire Draco, non con la devozione cieca di una spasimante, ma con l'occhio affettuoso di un'amica.

Si era fatta avanti e, quando Draco si era accovacciato, singhiozzando disperatamente, lei gli aveva circondato le spalle con un braccio e riordinato silenziosamente i capelli.
Non l'aveva mai visto così sconvolto in vita sua, ma, col senno di poi, immaginava che sarebbe stata solo questione di tempo prima che che tutte le carte fossero state scoperte e quello non poteva di certo lasciare i giocatori indifferenti.

Pansy aveva capito cosa non andasse in Draco per semplice intuizione, ma sapeva che quello che davvero serviva al biondo era parlarne.
Solo fino a poco tempo prima per lui era abitudine parlare di Potter, prenderlo in giro, ridicolizzarlo e inventarsi battutine o nomignoli su cui ridere con gli altri Serpeverde, quello poteva farlo a voce alta e nessuno avrebbe mai avuto da ridire, quello era ciò che tutti si aspettavano, ma nessuno aveva mai davvero capito.

Pansy invece ci fece caso tutto in una volta, realizzò che dall'inizio di quell'anno qualcosa era cambiato profondamente nel modo in cui Draco parlava di Potter, le parole erano le stesse, ma la tensione che nascondevano era mutata in modo radicale, eppure così sottile che lo stesso Serpeverde l'aveva appena compreso. E adesso, realizzandolo, sapeva di non poter più parlare a voce alta senza ritorsioni, per questo la Parkinson rimaneva in silenzio, aspettava, aspettava che lui parlasse e si liberasse del peso opprimente che l'aveva portato ad accovacciarsi al centro della sua stanza.

Knights Who'd Give You Anything //Drarry (IN CORSO)Where stories live. Discover now