Capitolo 40

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Resistere alla curiosità, per Harry Potter era sempre stato qualcosa di impossibile, in particolar modo quando si trattava di Draco Malfoy. Per questa ragione il Grifondoro fece in modo di trovarsi ad Hogsmeade quel fine settimana e così prese due piccioni con una fava: da un lato aiutando Ron a fuggire dalle sempre più stringenti grinfie di Lavanda Brown e poi avendo modo così di cercare il biondo in questione, magari assicurarsi che quella ragazza con cui l'aveva visto al settimo piano non fosse poi tanto bella alla luce del giorno e tutta la storiella alla quale aveva assistito, fosse forse solo una semplice amicizia.

Riuscì nel suo intento in quell'occasione, ma non seppe se dirsi amareggiato o soddisfatto quando scorse, davanti all'ingresso della Testa di Porco, i due Serpeverde che stava cercando.

"Ron"

Interruppe improvvisamente lo sproloquiare dell'amico che, per tutto il tragitto, altro non aveva fatto che lamentarsi di Lumacorno e del Lumaclub.

"Fa un freddo cane, burrobirra?"

"Perchè no?"

Convenne il rosso con un'alzata di spalle e seguì Harry nella locanda dove, pochi momenti prima, erano entrati anche Malfoy e la Greengrass.
Dal canto suo, Draco sapeva bene di essere osservato: aveva sentito la voce di Weasley mentre si stava sedendo ad un tavolo un po' in disparte e poi, subito dopo, un famigliare brivido gli era corso su lungo la spina dorsale. Aveva addosso gli occhi di Potter senz'ombra di dubbio, per questo non sgarrò nemmeno una battuta della sua grande sciocca recita.

Ad ogni parola di ogni discorso, Harry vedeva quella ragazza dagli occhi di cristallo, che, tra parentesi, era davvero minacciosamente bella, scivolare sempre di più in balia del biondo che aveva davanti, i suoi sorrisi raffinati farsi sempre più frequenti e piccoli suoi gesti suggerivano all'interlocutore di avere a disposizione alcune possibilità: possibilità che Malfoy non si fece mai scappare. Era con estrema disinvoltura che ammiccava verso di lei e che arrivò a scostarle una mano dalla forchettina del dolce che stava mangiando, per prenderla e dedicarle un giocoso baciamano. Lei avvampò ed Harry anche, in un tavolo non troppo distante, ma di pura gelosia mentre respirare nel caldo soffocante di quel posto si faceva un affare sempre più spiacevole, la voce di Ron era solo un'eco distante, ma il moro si sforzò di seguirla: guardare sopra la spalla del suo amico gli faceva soltanto troppo male. Che idea stupida era stata pedinare Malfoy.

Non lo fece più infatti, per un mese intero: terrorizzato dall'idea di imbattersi nella ragazza che, a breve, scoprì si chiamasse Astoria Greengrass e frequentasse il quinto anno. Mai in tutta la sua vita aveva così profondamente detestato qualcuno senza che se lo meritasse, mai prima era stato così geloso da sentirsi sull'orlo di una crisi di nervi. Perchè non poteva avere la bellezza, la grazia e il sangue puro di quella ragazza? Magari se lui non fosse stato un tale sempliciotto, un idiota dal nome più grande di lui e davvero nulla di cui andare fiero, magari Malfoy l'avrebbe davvero considerato, dopotutto...
Harry qui s'imponeva rigore: Draco era sempre stato chiaro con lui. Qualunque cosa ci fosse stata tra loro in quegli anni, si era trattato di sesso, solo sesso, un mero sfogo fisico, solo per un idiota avrebbe potuto avere un significato diverso. E Potter, beh, lui lo sapeva bene di essere un idiota.

Era ormai inizio Dicembre quando Harry toccò il fondo: in quei giorni il corso di Pozioni avanzate in collaborazione con il San Mungo sarebbe iniziato ed Hermione era su di giri, non faceva che ricordarglielo e ringraziare Harry per essersi tirato indietro. Il moro però, sentendo di quel corso aveva solo un pensiero a vagargli per la testa: Malfoy sarebbe stato lì e la Greengrass no. Per questa ragione si offrì di accompagnare Hermione, con la scusa di essere un po' curioso. L'accompagnò allora a quella prima lezione, la salutò sulla soglia e sbirciò solo un attimo oltre, dove vide Malfoy già seduto al tavolo che riordinava i suoi strumenti, ma il biondo non si accorse di lui e il moro dovette accontentarsi di osservarlo un istante mentre si arrotolava le maniche fino ai gomiti, poi se ne andò.
Accompagnò, da quel giorno, Hermione ogni settimana e ogni settimana senza trovare il coraggio di fare un solo passo oltre la soglia dell'aula, rubando a Malfoy pochi secondi per volta e facendo della sua immagine tesoro in un modo assolutamente spropositato.

Knights Who'd Give You Anything //Drarry (IN CORSO)Where stories live. Discover now