VENTICINQUE

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Camila inizió ad incamminarsi lungo quel sentiero come se lo facesse da sempre. Con lo sguardo si fermò un paio di volte ad osservare il punto in cui aveva salutato la corvina con quell'ultimo bacio, lasciandoci il cuore per l'ennesima volta e qualche lacrima che le rovinarono il trucco. Quando oltrepassó la caffetteria Moon sospiró rumorosamente, si voltó per guardare quegli scalini pieni di gente... ma nessuno era lei. Le sue gambe facevano quasi male per tutto lo sforzo del giorno prima, ma riuscì comunque ad arrivare fino alla Miami High. Il suo sguardo era basso e le uniche parole che riusciva a sentire erano quelle della canzone che le rimbombava nelle orecchie.

" Feelings Fade - Gnash ( Feat. Rkcb ) "

La prima lezione della giornata era Fotografia, non proprio la materia giusta per non pensare a Lauren.

Camila si sedette in fondo alla classe, continuando ad ascoltare la canzone osservando fuori dalla finestra una Miami che non le sembrava affatto così calda come il giorno prima; il cielo era grigio e piccole goccioline iniziarono a cadere da quelle nuvole ancora un po' bianche; era incredibile com il tempo riflettesse perfettamente la piccola cubana, aveva voglia di diventare per un po' una di quelle nuvole per poter piangere e continuare a sembrare degna di esser ammirata.

« Ragazzi continuiamo con l'introduzione di ieri sulla fotografia »

La voce della professoressa interruppe i pensieri della mora, la quale però non distolse lo sguardo dall'esterno, ma si limitò a levarsi una cuffietta in modo da sentire meglio le parole dell'insegnante.

« Allora... ieri eravamo arrivati ad una domanda " Che cos'è la fotografia? ", bene oggi cerchiamo di capire il suo valore basandoci sulle parole di alcuni personaggi di grande rilievo »

La signora inizió a scrivere alla lavagna alcune citazioni :

La fotografia acquista un po' della dignità che le manca quando cessa di essere un riproduzione della realtà e ci mostra cose che non esistono più.

(Marcel Proust)

La fotografia ti permette di fermare l'attimo, cogliere un istante, fermare il tempo. Lasciare che qualche altro veda con i tuoi occhi.

(Gianni Amodio)

Lo sguardo curioso della Sra. Dolmen inizió a scrutare gli alunni alla ricerca di qualcosa. Quando i suoi occhi cerulei si focalizzarono sulla figura di Camila, presente ma allo stesso tempo assente sorrise e disse « La signorina Cabello in questo istante è la vera rappresentazione di cosa fa una macchina fotografica ragazzi » La mora sentendo il suo nome si voltó rapidamente osservando tutti quegli occhi addosso a lei. « Cabello ha osservato il cielo sin da quando ho messo piede in aula, ha catturato con i suoi occhi un'immagine della realtà che non tornerà mai più; in quando se ora tutti osservassimo l'esterno non sarà uguale a prima, il tempo scorre rapidamente e le cose cambiano prima che noi ce ne rendiamo conto... Secondo lei Cabello, a cosa serve una fotografia? »

Nonostante le lenti scure riusciva ad intravedere come lo sguardo della professoressa fosse pieno di interesse riguardo ciò che aveva da dire, così si alzó in piedi e parló « Sono l'unica cosa che ti resta » Disse solo la quindicenne... il suo tono era rotto esattamente come i pezzi del suo cuore che quasi ogni persona in quell'aula aveva giurato di sentir cadere atterra.

Nessuno le rivolse più la paura per tutto il resto della durata di quella lezione che la Camila di tutti i giorni avrebbe ascoltato con entusiasmo; la ragazza continuava imperterrita ad osservare i colori scuri al di fuori dello stabile, mentre l'insegnante ogni tanto la osserva sospirando.

Appena la campanella suonó tutti corsero alla prossima aula per la lezione seguente, mentre Camila si alzó piano da quella sedia in legno e lentamente inizió a trascinare i piedi verso l'uscita, fino a che una mano la fermó.

« Camila, oggi non sta bene vero? » La voce autoritaria della donna ora sembrava più dolce e comprensiva rispetto a prima. La mora scosse la testa delicatamente in segno di negazione e fece per andarsene, ma la professoressa glielo impedì di nuovo. « Prendi questo, è il permesso per andartene... riconosco le pene d'amore da km, oggi non sarebbe la cosa giusta farti rimanere a scuola » La cubana afferró quel foglietto un po' sgualcito « Grazie » Sussurró abbassando il viso alla ricerca delle sue vans nere, per controllare un po' del suo imbarazzo, ma grazie ai vari strati di trucco il rossore delle sue guance non era neanche visibile.

« Vai pure Cabello, prima di uscire dovrai solo dare quel foglio al collaboratore scolastico che si trova all'entrata. Cerca di non pensare oggi alla scuola, focalizzati su quei ricordi che come foto non se ne andranno mai, non tutto finisce quando un amore termina ok? E mi raccomando quegli occhiali da sole levali, non ti permettono di vedere il mondo dalla prospettiva giusta; non è così terrò in realtà »

Camila annuì per poi uscire da quell'aula. Il corridoio era pieno di gente, questa volta nonostante i vari scontri non chiese scusa a nessuno, appena lasció quel foglio aprii la porta dell'istituto con tutte le sue forze e corse via seminando una scia di lacrime che aveva trattenuto fin troppo.

Nonostante avesse già superato lo stabile, malgrado il dolore ai muscoli continuava a correre, senza fare attenzione alle persone che urtava, le quali le gridavano le peggio parole, fino a che una di queste persone al posto di scansarsi la strinse a se permettendole di piangere sul suo letto.

« Camz... » Quel nomignolo era inconfondibile, il tono della voce era alquanto preoccupato e dispiaciuto. La piccola cubana strinse ancora più forte il corpo di Lauren a se, inalando il suo profumo. Una mano della corvina inizió ad accarezzare la cute della minore mentre l'altra continuó a far si che la minore si sentisse al sicuro in modo da calmarsi un po'.

« Cos'è successo? » Chiese la ragazza dagli occhi verdi quando si accorse che la respirazione della ragazza era tornata quasi normale.

Camila alzó lo sguardo permettendo a Lauren di osservarla, senza però interrompere quella stretta. Le mani della corvina so posizionarono sulle stanghette di quegli occhiali da sole e delicatamente li portarono sul capo della minore lasciando ben visibile il viso della piccola cubana. Gli occhi di Lauren iniziarono a sgranarsi un po' facendo trasparire quasi dolore, con un dito accarezzo quei due punti rossi sulle guance della minore per poi arrivare ad asciugare le lacrime che ancora scendevano da quegli occhi color nocciola; il trucco della minore era talmente tanto da far si che il dito affusolato di Lauren si macchiasse leggermente, ma alla maggiore non importava.

Camila appena riuscii a vedere con chiarezza il tutto, si accorse che il cielo in realtà non era così grigio, la pioggerellina che era caduta da quelle nuvole bianchissime aveva solo lasciato quel odore di bagnato sul cemento, ma ormai si stava dissolvendo grazie al profumo della corvina.

« Camz perché hai pianto così tanto? Fino ad arrivare a queste macchie rosse... che a giudicare dai tuoi occhi dovrebbero bruciarti parecchio »

« Per te » Disse solo Camila, osservando come quegli occhi verdi iniziarono a cambiare.

Continua...

-Arianna

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