47. LA BAITA IN MEZZO ALLA NEVE

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La neve avvolgeva tutto. Non ne avevo mai vista così tanta. Sembrava quasi che il mondo fosse ovattato. La osservai brillare sotto  il sole, come se fosse coperta di brillantini. La neve glitterata. Mi sfuggì un sorriso. Peccato per la temperatura. Un brivido mi percorse. Avevo freddo nonostante fossi ben coperta. Si era occupato Ethan di farmi avere degli indumenti pesanti. Sospirai e una nuvoletta mi uscì dalle labbra. Mossi le dita. Erano intorpidite e doloranti per il freddo. Un vento gelido mi portava sul viso i fiocchi di neve. Baci agghiaccianti. Mi lanciai in avanti, la testa buttata indietro, le braccia spalancate. Mi sentivo viva, più viva che mai.

-Fa parecchio freddo- commentò Ethan.

-Oh, non ti fermerà un po' di freddo?- lo presi in giro. L'adrenalina mi correva follemente nelle vene. La sorpresa di Ethan mi rendeva felice.

-Ti sembro il tipo che si ferma per così poco?- chiese, inclinando di lato la testa. Una ciocca di capelli gli finì sulla guancia.

-Non lo so... dimostramelo- lo provocai.

Lui sorrise, quindi mi venne incontro. Io risi, mi chinai e afferrai una manciata di neve. –Fermo lì- gli dissi, fingendo un tono minaccioso.

Ethan si bloccò, il suo sorriso irresistibile sulle labbra. –Non lo faresti mai-

-Mai sfidarmi- e gli lanciai contro la palla di neve che lo colpì sulla spalla.

-Ahi!- esclamò lui, fingendosi offeso e portandosi una mano nel punto in cui lo avevo colpito –Mi colpisci così?-

-Non dovrei?- feci un giro su me stessa, ridendo. Era tutto così bello, così magico, così perfetto. –La immaginavi così questa scena?- gli chiesi.

Ethan sorrise. –Sì, la immaginavo così... e poi l'importante è che ci siamo noi due, il resto sono solo sciocchi dettagli- mi venne incontro e io gli gettai le braccia al collo. Lui mi sollevò, come se pesassi pochissimo. Ero leggera come una piuma tra le sue braccia.

-Grazie- gli sussurrai. Avevo un groppo in gola. Inspirai a fondo e cercai di dissimulare il mio dolore. Non doveva capire, non in quel momento, era troppo bello. Gli posai la fronte contro la spalla, proprio perché non potesse vedermi in viso. Avevo immaginato spesso quel momento. Mi ero chiesta spesso come sarebbe stato fare una vacanza con lui. Ora ero lì, ora potevo vivere quell'attimo. Allora perché non mi sentivo pienamente felice? Cos'era quel senso di vuoto?

-Tutto bene?- mi chiese Ethan, il tono leggermente preoccupato –Vuoi rientrare?-

Scossi la testa, i capelli che mi volavano intorno. –Sto bene- mi affrettai a dire. Non volevo che lui mi considerasse malata. Io non ero solo una malata. Io ero una sognatrice, io meritavo quella felicità. Decisi di vivere ogni attimo, per una volta volevo pensare solo al presente. Afferrai Ethan per il braccio e lo trascinai con me.

-Dove andiamo?- mi chiese ridendo.

-Lo scoprirai- lo portai fino a una montagnola di neve, dove mi lasciai cadere, trascinando Ethan con me.

Lui lanciò un gemito di sorpresa. L'osservai affondare nella neve e gli saltai addosso. Mi misi a cavalcioni su di lui, ridendo, i miei capelli che gli ricadevano sul viso.

-Se ti diverte così poco- commentò lui.

-Sei buffissimo!- gli risposi.

-Io sono buffissimo?- fece una smorfia, fingendosi offeso. La neve gli si attaccava ai capelli.

-Oh su, non fare così!- gli posai le mani sulle spalle e risi.

-Sei così bella quando ridi-

Arrossii. Possibile che riuscisse sempre a farmi arrossire? Ci doveva davvero essere qualcosa di speciale in lui.

Nelle luminose notti d'OrienteWhere stories live. Discover now