30. FESTEGGIAMENTI

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Da ragazzina mi ero perdutamente innamorata di Robin Hood. Era successo dopo aver letto "Ivanhoe" di Walter Scott, i capitoli che avevano come protagonista il ladro gentiluomo li avevo letti più volte complice il fatto che in quel periodo mi ero presa l'influenza ed ero a letto con la febbre. Beh, se avessi immaginato una festa nella foresta con Robin Hood e tutti gli altri briganti l'immagine non si sarebbe discostata di molto da quella che avvenne quella notte. A parte che per gli abiti. Fummo condotti in una grande pianura che era già stata adibita per la festa, il profumo del barbecue mi stimolò l'appetito non appena fummo abbastanza vicini.

-E se avessimo perso?- chiesi a Ellen, che camminava al mio fianco.

-Avremmo festeggiato noi- rispose, scrollando le spalle. Notai che il suo viso era truccato con cura. Chissà che genere di make-up usava.

-Giusto per non sprecare l'occasione- borbottai.

-Appunto, bisogna sempre festeggiare, non lo sai?-

-Adesso lo so, grazie per avermelo detto-

Lei rise e si allontanò, i capelli neri mossi dal vento. La osservai con attenzione. Era quella la persona che aveva fatto del male a Lauren?

Seduta su una panchina, ricavata da un tronco caduto a terra, osservavo dame e cavalieri folleggiare allegramente, ridendo e bevendo

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Seduta su una panchina, ricavata da un tronco caduto a terra, osservavo dame e cavalieri folleggiare allegramente, ridendo e bevendo. Io ovviamente ero in disparte. Il mio destino, guardare il mondo dall'esterno. Sospirai. Non aveva importanza. Girai la testa, alla ricerca di un persona. Avevo perso di vista Ethan quasi subito dopo l'inizio della festa. Mi chiedevo dove fosse.

-Cosa ci fa una bella dama lasciata sola?- chiese una voce che mi riscaldò e mi fece sorridere.

Mi sforzai di assumere un'espressione seria e mi voltai verso Ethan, che mi sorrideva, un mazzo di fiori in mano. Indossava ancora la cotta di maglia e i capelli erano perfettamente spettinati. –Il mio cavaliere è scomparso nel nulla- gli risposi.

-Che cavaliere sciocco!-

-Sono pienamente d'accordo-

-Posso sedermi io al tuo fianco?- chiese, la voce roca.

Annuii. –Va bene, ser Luvier, accomodatevi- mi spostai per fargli posto.

Ethan si sedette. –I fiori li ho presi per te- aggiunse, porgendomeli.

Mi finsi sorpresa. –Davvero?- chiesi, prendendoli. Inspirai il loro delicato profumo. Il cuore mi martellava nel petto. Mi sembrava di essere ritornata una bambina.

-Certo, per chi altri avrei dovuto prenderli?-

-Non saprei- lo provocai –hai parecchie corteggiatrici-

-Non è vero!- protestò.

-Sì, invece- gli sorrisi e, superando il mio imbarazzo, gli appoggiai la testa contro la spalla.

Ethan s'irrigidì un attimo, poi si rilassò e mi passò un braccio intorno alle spalle. Mi appoggiai il mazzo di fiori sul grembo. Chiusi gli occhi, assaporando quel momento.

-Fleur- mi chiamò Ethan, facendomi sorridere.

-Sì, Luvier?-

-Credi che un bacio il vincitore lo meriterebbe?- la sua voce era incerta, quasi timida.

Mi tirai su e mi voltai verso di lui. Ethan non mi fissava, ma guardava per terra. Davanti a noi la festa proseguiva come se a nessuno importasse davvero di quello che stavamo facendo. –Un bacio?- gli chiesi.

-Solo un bacio... non è molto-

-No, non è molto- e appoggiai le mie labbra sulla sua guancia. Un leggero bacio sulla sua pelle calda.

-Grazie- si voltò verso di me. Il nostro sguardo si agganciò. La musica, la festa, qualsiasi cosa ci accadesse intorno, perse d'importanza. Il mio mondo erano diventati i suoi occhi grigi come la tempesta. C'erano solo quelli.

-Non ti sei fatto male durante i duelli, vero?- chiesi, la voce che mi uscì dalle labbra stranamente esile.

-No, non ti preoccupare-

-Non mi devo preoccupare?- aggrottai la fronte, poi sorrisi –Lo sai che mi preoccupo sempre per te, credo che sia la mia missione preoccuparmi per te-

-Questa è un po' una dichiarazione d'amore- mi rispose.

Piegai le labbra in un sorriso sarcastico. –Mi costerebbe di meno una dichiarazione di guerra-

Gli occhi di Ethan brillarono di divertimento. –Forse... sono un tipo impegnativo- la sua voce era improvvisamente seria.

-Izzy sostiene che anch'io la sono-

-Da quando credi in quello che dice tua cugina?-

Mi strinsi nelle spalle. –In qualcosa bisogna pur credere-

-Sì, hai ragione- mi fissò. Quel momento, beh, fu un po' imbarazzante. Il mio cuore mi urlava a squarciagola che dovevo schiudere leggermente le labbra e magari piegare un po' la testa, un invito a un bacio. Dovevo farmi baciare. Un vero bacio sulle labbra, in fondo io quella notte giocavo a fare la dama, no? E le dame ricevono sempre i baci dai loro cavalieri.

-Ehm, una bella notte come questa poi permette di credere in tutto- continuai. Avevo la gola secca e le mani mi tremavano.

-Sì, fa credere che tutto sia possibile-

Era il momento. Mi spinsi avanti e lo baciai sulla punta del naso. Ethan mi fissò sorpreso.

-Questo per cos'è?- mi domandò, scrutandomi con attenzione.

-Perché sei un cavaliere- risposi, imbarazzata.

Ethan annuì. –D'accordo- le sue braccia si cinsero intorno alla mia vita e mi trasse dolcemente a sé –devo ricambiare, allora, mia dama- posò le sue labbra sulle mie e me le schiuse dolcemente. Fu un lunghissimo e dolce bacio. Io gli accarezzai teneramente i capelli, le dita che sfioravano le ciocche, dolcemente. Un senso di caldo languore mi avvolse. Mi appoggiai un po' di più a Ethan, godendomi la sensazione dei nostri corpi che si sfioravano teneramente.

-Non sai quanto ti ho desiderata- sussurrò lui, contro le mie labbra, tra un bacio e l'altro.

Buffo, lui non poteva neppure immaginare quanto lo avessi desiderato io. Mi persi nel suo bacio, desiderosa di dimenticare tutti i miei problemi. Non meritavo anch'io un po' di pace? Non meritavo di essere felice almeno per un po'? I suoi baci mi fecero scordare quanto fosse sottile il filo della mia vita. Un filo che avrebbe potuto essere tagliato in qualsiasi istante, ne ero fin troppo consapevole. Un dolce calore mi avvolse mentre lo stringevo ancora di più a me. Chiusi gli occhi.

-Sei così bella- mi sussurrò Ethan, le sue labbra che si muovevano delicatamente contro le mie.

Mi sfuggì un sospiro.

-Sì, sei bellissima... io ti bacerei tutta- la sua mano accarezzò i miei capelli, le sue dita mi sfiorarono la tempia e poi la guancia, leggere come zampette di farfalla. Mi sfuggì un gemito. –Nulla mi fa più piacere che baciarti- continuò, la voce bassa e tentatrice.

-Ethan- sussurrai piano.

-Luvier- mi corresse lui, sentii il suo sorriso contro le mie labbra –per stasera sono Luvier-

Annuii, giocherellando con i suoi morbidi capelli. –Non dovrei fidarmi di te- sussurrai, il pensiero che correva al riformatorio, a quella verità che non conoscevo.

-Devi fidarti di me... io... non sai quanto è bello averti finalmente tra le braccia-

-Il mio Luvier- e ricominciai a baciarlo.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di questa festa nel bosco?

A presto

Nelle luminose notti d'OrienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora