22. AFFACCIATI ALLA FINESTRA

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Chiusi la valigia, il cuore che mi batteva forte nel petto. Il grande giorno era finalmente arrivato e io mi sentivo nervosa. Molto nervosa. La mattina successiva sarei partita per il college. Era l'inizio di una nuova fase della mia vita. Una fase lontana da casa. Mi sentivo confusa.

Il suono di un messaggio attirò la mia attenzione e mi distolse dai miei pensieri. Andai a prenderlo e sorrisi non appena vidi il mittente. Ethan.

"Affacciati, principessa"

Il cuore prese a battere forte. Principessa. Lo stesso modo in cui mi chiamava il misterioso corteggiatore. No, non poteva essere lui. John aveva confessato... eppure... sospirai. John era banale,  avevo immaginato che il mio corteggiatore fosse affascinante come le sue parole. Come Ethan, che mi chiamava principessa. Era certamente una coincidenza. Ripensai a Ethan fermo davanti alla lapide, poi cercai di scacciare il pensiero. Andai alla finestra. Mi sentivo proprio una Raperonzolo e in questo caso, beh, il paragone non mi angosciava, al contrario, mi faceva sorridere.

Ethan era in piedi in mezzo al giardino. Mi salutò con il gesto di una mano e un sorriso. Era proprio bello. Scacciai il pensiero e aprii la finestra, le mani un po' tremanti.

-Cosa ci fai qui?- gli chiesi.

-Ho voglia di una bella cioccolata, che ne dici di andarcene a prendere una?- mi chiese Ethan –La pasticceria in fondo alla strada è aperta-

Indugiai alcuni istanti. Dovevo uscire? Dubitavo che i miei mi avrebbero dato il permesso... beh, lo avrei fatto di nascosto, intanto ormai mi stavo abituando.

-Su, non farti pregare, te la offro io... e mi offenderei molto se non accettassi-

Mi sfuggì un sorriso. –Accetto allora solo per non offenderti- gli risposi, giocherellando con i capelli. Dovevo considerarlo un appuntamento? Sì, probabilmente sì. Deglutii e mi resi conto che stavo tremando. Perché mi sentivo così? Le mani mi sudavano, il cuore mi batteva forte e la testa mi girava. Non mi ero sentita così con John.

-Ti aspetto qua, non metterci troppo, intanto sei già perfetta così-

Avvampai, non aspettandomi un simile complimento. Chiusi la finestra. E ora cosa potevo mettermi? Feci un giro su me stessa, cercando disperatamente qualsiasi cosa potesse andare bene per una serata simile. Che poi cos'era esattamente? Mi misi a riflettere febbrilmente, mentre spalancavo le ante dell'armadio, il cuore che martellava nel petto. Non era Ethan il misterioso corteggiatore. No, era John. Io però avevo sempre desiderato Ethan... che confusione! Il mio sguardo cadde su un vestitino nero, con tanto di reggiseno incorporato. Un acquisto che avevo fatto per una serata di teatro prima di ammalarmi. Mi affrettai a prenderlo e notai che dietro era aperto, anzi, era proprio inesistente, lasciava scoperta tutta la schiena. Era esagerato?

-Troppo castigato- sentii la vocina di Lauren al mio orecchio.

Deglutii. Ci mancava solo lo spettro! –Dici?- le chiesi.

-Vicky! Ti devo proprio spiegare tutto, eh? I ragazzi vogliono vedere la merce!-

Mi sfuggì un sorriso. Almeno così mi sembrava che Lauren fosse ancora al mio fianco. –Metto questo- buttai l'abito sul letto per spogliarmi.

-Mettiti almeno un altro reggiseno sotto-

-Ma così sembrerà che ho il seno enorme!-

-Ethan ne sarà tremendamente dispiaciuto- rispose lei, sarcastica.

Beh, non aveva torto. Decisi comunque di limitarmi al reggiseno incorporato nell'abito.

Un quarto d'ora dopo stavo scendendo le scale, sperando che nessuno mi sentisse. Mi ero tolta le scarpe e le tenevo in una mano per fare il più piano possibile. Sentii la voce dei miei genitori provenire dal salotto. Io mi diressi verso la porta sul retro. Se mi avessero scoperta potevo anche murarmi viva in camera mia perché non ci sarebbe mai più stata la possibilità di uscire. Abbassai lentamente la maniglia e uscii nella notte.

Ethan mi aspettava al solito posto. Quando mi vide sgranò gli occhi, sorpreso. Gli sorrisi, impacciata. –Ehm, ciao!- perché dicevo sempre le cose sbagliate? Avrei dovuto dirgli qualcosa che lasciasse il segno.

-Sei davvero bellissima- fu la sua risposta, lo sguardo grigio che brillava.

-Dici? Ho messo la prima cosa che mi è capitata in mano- iniziai, logorroica –l'ho presa in saldi... ecco perché manca un pezzo- parlavo sempre troppo!

-Manca un pezzo?- chiese lui, curioso.

-Ehm sì- feci una giravolta su me stessa, mostrandogli la schiena nuda.

-Oh, capisco- disse lui, quando tornammo a guardarci.

-Ottimo, andiamo?- chiesi.

-Un momento-

C'era qualcosa che non andava? Avevo fatto qualcosa che non dovevo! Lo sapevo! Mi succedeva sempre che...

-Le scarpe- disse lui, con un sorriso.

Solo in quel momento mi resi conto che avevo ancora le scarpe in mano. Che figura! –Me le sono tolte per non fare rumore- gli spiegai, mentre mi affrettavo a metterle. Mi chinai per chiudere i laccetti, ma non ci riuscii, le mie dita erano impacciate. Proprio adesso!

-Aspetta, faccio io- e prima di poter dire qualsiasi cosa Ethan si chinò di fronte a me. Il mio cuore prese a battere più forte, il suo delicato profumo di lavanda che mi sfiorava. L'osservai muovere rapidamente le dita, inginocchiato come il principe che mette la scarpetta a Cenerentola. Un attimo dopo aveva finito di chiudermi i laccetti. Si sollevò e mi porse la mano per aiutarmi a fare lo stesso. Possibile che Ethan fosse in realtà un principe sotto copertura? Appoggiai le mie dita sulle sue e lasciai che mi aiutasse. –E ora possiamo andare- decise.



NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa pensate dei dubbi di Vicky?

A presto

Nelle luminose notti d'OrienteWhere stories live. Discover now