compagnia

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quando mi risvegliai la mattina seguente, mi sentivo ancora più stanco di quando ero andato a letto; eppure il mio letto mi era mancato anche se solo un pochino e poi era morbido, mia madre aveva lasciato anche la mia coperta preferita, leggera a strisce azzurre e rosa eppure mi sentivo uno straccio.

mi alzai dal letto stancamente e mi trascinai nel bagno accanto alla mia camera, afferrai la maniglia argentata e varcai la porta di legno bianco; ero certo però di aver dormito, anche perché quella notte avevo sognato... amavo sognare, mi sentivo forse ancora un po' bambino per questo, ma la verità era che proprio quel sogno mi aveva dato quell'aspetto cadaverico.

proprio come uno zombie arrancai verso lo specchio ed aggrappandomi al lavabo in marmo bianco osservai il mio riflesso, presi un grande respiro tremante e ripensai al sogno; forse non si trattava di un sogno, magari era un ricordo o semplicemente la mia testa che viaggiava nel dormiveglia.

avevo sognato di essere ancora nella scuola di Amici, con Christian e tutti... i miei amici, dovevo andare a lezione e ballavo, Raimondo mi faceva lezione, attorno a me tutti i professionisti, le puntate del pomeridiano dove tutti si esaltavano nel vedermi ballare, ovviamente tranne la maestra Celentano e... e poi ero andato a dormire... quando mi risvegliai ero certo di trovare Christian davanti a me, nel suo letto; l'unico mio pensiero era se fosse già stato sveglio o se lo avessi trovato sonnecchiare ancora.

invece mi risvegliai completamente da solo, nella mia stanza buia e tutto quello per uno stupido infortunio, tutto sparito per il mio stupido piede, per... perché ero stato stupido, tutto ciò mi fece ammontare la rabbia e salire le lacrime agli occhi, li sentivo pungere ed alzato lo sguardo in direzione dello specchio li vidi tutti arrossati, un altro respiro tremante ed aprii l'acqua per sciacquarmi il viso.

non bastava, apparivo ancora malaticcio in quel riflesso, decisi di farmi una doccia e darmi un tono, mentre toglievo gli indumenti e li gettavo nel cestone immaginai che per ogni capo d'abbigliamento che toglievo, stavo rimuovendo un peso, un fastidio o ogni cosa che mi facesse stare male, fu buffo, ma parve funzionare.

una volta nudo aprii la porta della doccia ed entrai nel box, richiusi la porticina opaca che annebbiava la mia figura e aprii il getto d'acqua, restai sotto l'acqua calda per un po', i ricordi continuavano a riaffiorare, il mastro, i miei amici, tutte le sale che avevamo a disposizione per ballare. 

mi appoggiai con le braccia alla parete ricoperta di mattonelle rosee, pensai solamente a respirare ed a liberare la testa, a Settembre avrei riavuto il banco e sarei riuscito ad arrivare al serale, avrei dato tutto me stesso, era l'unica cosa che importava.

mentre mi insaponavo abbassai lo sguardo sul mio corpo nudo, finalmente rividi il mio fisico da ballerino, i muscoli e gli addominali, non sembravo più debole e malaticcio.

uscii dal box doccia, il vapore acqueo alleggiava nel bagno, come quando in discoteca fanno partire la macchina del fumo, mi avvolsi in un accappatoio bianco e posai i piedi sul tappetino beige, presi il phon e mi sistemai i capelli; poi tornai in camera a vestirmi, indossai una semplice t-shirt con il logo della nasa e dei pantaloni della tutta dello stesso marchio, faceva freschetto quini afferrai anche una felpa blu con il cappuccio e scesi da mia mamma.

ci scambiammo i saluti del buongiorno e sorseggiai il tè che mi aveva preparato.

《dormito tanto oggi》 constatò divertita lanciando un occhiata all'orologio in numeri romani posto sulla parete giallognola della cucina.
《Non tantissimo》mi difesi.
《Ho fatto una doccia, scusa per ieri sera, ora ho la testa a posto》ammisi.
Un po' mi vergognavo, restai a testa bassa, trivando il fumo che si levava dalla tazza molto interessante.
《L'importante è che stai bene》mi disse  ed io annuì.

Ti Amo più del Ballo~MATIAN~Where stories live. Discover now