🤍💜

459 13 0
                                    

Scendemmo al piano di sotto e in cucina trovammo un piatto di pancake alla nulla ed un bicchiere di frappè ciascuno.
Guardai subito mia madre che in cucina stava ripulendo il frullatore.
《Grazie mamma》Dissi, lanciandole uno sguardo addolcito per tutto quello che faceva per me.
Finse un buffo inchino che mi fece sorridere.
Mi accorsi che anche Christian sorrideva, però guardando verso di me.
《Che c'è?》Chiesi, lui abbassò lo sguardo, allargando il sorriso, tanto da scoprire i denti.
《E che non credevo che lo zumbissimo mangiasse nutella come noi miseri mortali》
Mi sporsi verso di lui, così da avvicinare il mio viso al suo.
《Oh, ma lo zumbissimo super full, può permettersi di tutto》

Detto ciò comsumammo la nostra merenda.
Nel mentre mia madre si era seduta alla tavola davanti a noi, per chiacchierare.
Chiedeva di noi, ma quando si addestrata nei dettagli tornava indietro, facendo domande sulla danza e l'esperienza di Amici.
Gliene fui grato, avrei voluto stringere la mani di Christian sotto il tavolo, ma era di vetro e avrebbe notato.
Mia madre non era certamente il genere di Persiane che si scandalizzava, ma era la prima volta che Christian entrava in casa mia e non volevo ci vedesse subito, volevo un po' di privacy, mi era mancato e avremmo recuperato ogni istante.

《Grazie, mamma, ma ora torniamo in camera》gli efferrai il polso e lo condussi in camera.
Una volta dentro chiusi la porta e gli gettai le mani al collo.

Ci guardammo dritti negli occhi, entrambi eravamo agitati e il respiro era impercettibilmente accelerato, il battito anche.
Ci guardavamo nervosamente, incerti se  saltarci addosso o spingerci sul letto.
Sbottonai un passante dalla sua camicia e gli baciai il collo, lui ridacchiò ed io gli baciai la guancia, poi lo fece lui e facendosi coraggio avvicinò le sue labbra tremanti alle mie.
《Mi sei mancato》ammisi, sentendomi finalmente libero di accettare le cose così come stavano o semplicemente perché ora era insieme a me.
《Anche tu matti》Affermò, prendendomi il viso tra le mani ed incominciando ad accarezzarmi le guance ed i capelli.
《Come va il piede?》Si interessò.
《Dimenticati di quello》semtemziai Afferrando anche io io suo volto e prendendo un grande respiro, tanto da gonfiarmi il petto.

Scacciai tutta la timidezza e l'imbarazzo ed iniziai a baciarlo.
Lui fece lo stesso ed iniziammo a barcollare per la stanza, mentre il bacio si faceva via via, sempre meno casto.
Le nostre bocche erano state troppo lontane, ci baciavano in maniera passionale, volevo sbottonare un altro passante della bianca camicia di Christian con un dito, ma sentivò una forza ed una bramosia, mai private, generarsi nel mio petto.
Lo presi saldamente per le spelle e continuai ad assaggiare le sue labbra.

Finimmo contro la parete, accanto alla porta finestra.
Facemmo scoccare la labbra e ci guardammo negli occhi per un momento, il tempo di riprendere il fiato sufficiente per un altro attacco di romanticismo sfrenato.
Ricominciammo a baciarci, quando Christian mi afferrò saldamente i fianchi.
Fu una vera e propria lotta, io lo spingevo e lui spingeva me.
Alla fine però mi limitai a baciarlo, assaggiato le sue gustosissime labbra.
Prima quella superiore, poi il labbro inferiore, infine entrambe.
Sbattei contro il comodino e le nostre labbra schioccarono nuovamente.

《Ti sei fatto male?》Domandò con il fiatone.
《No》Dissi baciandolo ancora, sta volta aggiungendo la pomata della lingua.
Mi lasciò un pesante bacio a stampo e poi mi si mozzò il fiato.
Ebbi appena il tempo di percepire i suoi denti, che mi morse il labbro.
Rimasi li immobile a vederlo tirare il mio labbro inferiore dai suoi denti bianchi e perfetti.
Quando lasciò la morsa mi ripresi e lo spinsi sul letto, mettendomi a gattoni su di lui.

Ci perdemmo nuovamente negli occhi, smarrendo la condizione del tempo.
《Sono... senza parole》continuai con una risata nervosa.
《Sei pronto?》Chiesi, Afferrando i lembi della sua camicia.
《No fermo》sussurrò.
Gli lanciai un'occhiata confusa.
《C'è tua madre in casa》alzai un sopracciglio.
《Ci potrebbe sentire e...》sapevo riconoscere quando mentiva.
Mi misi seduto accanto a lui e lo guardai affranto.
Feci per parlare, ma prima pregai di riuscire a controllare la voce.
《Ci hai ripensato?》sperai che non mi fosse tremata la voce.

Ti Amo più del Ballo~MATIAN~Where stories live. Discover now