Venerdì 27 giugno 2003. parte I

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Era una giornata molto grigia, Giorgino ancora ripensava alle parole del fratello della sera prima, all'umiliazione di sentirsi dire che era solo un chiacchierone, e che suo fratello aveva rifiutato una scopata facile con una che lui era stato in grado solo di limonare e poco altro.

Quelle due stronzette gli stavano dando un gran fastidio, e la loro amica milanese che faceva la tipa glamour era sparita nel nulla non cagando i suoi messaggi da diversi giorni. Era veramente irritato per come stava andando la sua estate in quei giorni.

Dalle parti del bagno di Nico si diede una sistemata e tirò fuori le riduzioni per dare l'idea di essere passato "casualmente" per una cosa di routine come lasciare i cartoncini. Subito fu infastidito dalla musica ritmata della babydance.

La Mory era in uno spiazzo davanti a pochi bambini, ma proprio perché erano pochi, stava cercando di far muovere le chiappette a tutti. Giorgino si scocciò di averla trovata occupata, si sedette proprio un attimo per vedere se per caso mancasse poco alla fine, e rimase rapito dal corpo sudato e affannato di lei, gli salì una strana eccitazione.

Quando la Mory finì, lui zompò in piedi andandole incontro, lei conservò una certa cortesia, ma tagliando molto corto.

«Ciao! Scusa ma ti giuro sono morta! E poi devo andare ad asciugarmi il sudore che non c'è nemmeno il sole».

«Oh, si, si, se vuoi ti accompagno!».

«In cabina, anche no» aveva risposto lei, lapidaria.

«No dai, dentro no, magari aspetto fuori, poi beviamo qualcosa, poi facciamo due chiacchiere. Sai che in questi ultimi giorni ti ho trascurata».

«Non so proprio come ho fatto a sopravvivere».

«Non mi prendere in giro. Guarda che sono passato anche lunedì a cercarti e mi hai fulminato con lo sguardo senza che ti avessi fatto nulla».

«Primo, stavo discutendo coi miei, secondo, ti sei comunque consolato» replicò la Mory, riferendosi alla Mona che era arrivata tutta felice parlando di come Giorgino baciava bene.

«E quindi? Non esisto più in nessuna maniera, nemmeno come amico, perché dopo che mi hai mandato via a pedate ho dato due baci a una tua amica? Fai molta selezione».

La Mory, ormai non più in affanno per la babydance, si mise le mani ai fianchi, scocciata.

«Senti, io domani riparto, vuoi un bacetto da amica? Ecco» si alzò sulla punta delle infradito e gli scoccò un bacio in guancia, «adesso posso asciugarmi? Non ti preoccupare, ci vedremo il prossimo anno e potremo passare tantissimo tempo da amici insieme, ok?».

L'eccitazione per il corpo sudato era scemata, a Giorgino rimase il due di picche, il classico due di picche che capitava a chi provava a tenere il piede in due staffe. E su quello suo fratello non aveva tutti i torti.

No, scacciò il volto ghignante del fratello dalla sua mente e si diresse in spiaggia, in cerca della Mona, che non era da quelle parti.

Infatti la ragazza aveva preferito rimanere in camera a rimuginare su quello che era successo la sera prima e quello che non stava succedendo quella mattina.

Louis non si era ancora fatto risentire, e lei si scoprì presa dal rimorso di aver fatto qualcosa che andava meditato meglio, forse. Tutto venne peggiorato dall'aver trovato le chiamate di Giorgino.

«Simona, per favore, alzati, ho bisogno di parlarti».

Sua madre aveva un tono grave, ma non come immaginava potesse averlo se avesse scoperto tutti i danni che aveva fatto la figlia negli ultimi dieci giorni. La Mona si mise in piedi, con il malessere che la attanagliava, andò in bagno, si rese quasi presentabile, e poi la madre le chiese di accomodarsi nella sedia della piccola scrivania della camera.

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