Giovedì 12 giugno 2003. Parte II

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Seba, quando ricevette gli sms della Mory, era sul punto di andare a Pinarella dove in alcune colonie marine erano arrivati i primi pullman di ragazzi polacchi che venivano a passare le "vacanze in Riviera". Da qualche anno, dopo la caduta della cortina di ferro, infatti, le strutture di villeggiatura estiva, lasciate chiuse negli anni '80, erano state affittate a gruppi che portavano ragazzi dell'est in vacanza in località come Pinarella, Tagliata, Ponente di Cesenatico, Torre Pedrera.

Le età andavano dagli otto, nove anni, fino ai quindici, sedici.

Provate ad immaginare un posto dove vengono raggruppate trenta o quaranta ragazze quindici-sedicenni in vacanza, senza l'ombra di un genitore nel raggio di millecinquecento chilometri. Attorno a queste colonie si era formata una certa fauna maschile che aspettava solo la libera uscita delle ragazze dopo la cena.

Tra questi, abitualmente, c'era il Seba, che ormai da tre o quattro anni, bazzicava da quelle parti perché era un modo per fare poca fatica.

Seba, come avrete capito, era un ragazzo carino, piuttosto mediterraneo. Per lui fare colpo su delle adolescenti appena sbarcate da Katowice o giù di lì era come rubare il leccalecca ad un bambino. Peraltro, nel paese dei ciechi, l'orbo è re: il Seba da quelle parti faceva la figura di Sergio Muniz ad un convegno di affetti da calvizie.

Per questo motivo, l'idea di prendere su, andare a Milano Marittima e beccarsi con una che in due ore gli aveva già affibbiato una pallonata nei gioielli della corona e gli aveva rotto il naso, in altre occasioni non sarebbe nemmeno stata presa in considerazione.

Eppure, eppure.

Quella tipa, per come aveva portato avanti quel rapporto e per come lo aveva trattato, gli interessava. Era sfidante, non banale, e questo gli aveva fatto riscoprire un gusto per la conquista che all'Ambasciata Polacca (come veniva soprannominata Pinarella) non provava quasi più.

PORTO UN MIO AMICO PUGILE

SCEMOOO ALLE 9

Ecco. Questo intendeva: non aveva neppure chiesto l'ora, l'aveva messa nero su bianco. Prendere o lasciare. Prima di uscire quindi controllò di avere un paio di Durex nel portafoglio. Non si sa mai.

Come disse, alle nove spaccate la Mory fu alla rotonda. Cercò di rendersi il più carina possibile indossando il suo vestito preferito e mettendo un po' di lucidalabbra.

Diciamo che non aveva fatto un granché, probabilmente qualche polacca avrebbe saputo far di meglio in quanto al mettersi in ghingheri, ma per le sue abitudini spartane era già un buon lavoro.

«Mi sto avvicinando. Non fare movimenti bruschi, non voglio trovarmi senza un occhio!».

Il Seba, arrivato alle sue spalle, si annunciò, facendo girare di scatto la Mory che scosse la testa ridendo e rimanendo piacevolmente sorpresa dalla sua tenuta bella sfavillante, tutta chiara, con una stritolante magliettina azzurra che in effetti non lasciava molto lavoro per la fantasia.

«Mi dispiace davvero tanto, Sebastien. Fa vedere» si avvicinò talmente tanto che le labbra del buon Seba sfiorarono la sua fronte. Era un'occasione che non voleva sprecare. Le aveva stampato un sonoro bacio.

«Va tutto bene, anche se mi fa un po' male, magari un bacino mi farà passare la bua»

«Eh, magari se ti comporti bene...».

«Sei un po' ingiusta! Oltre che manesca. Me lo devi».

La Mory non voleva tirarsi indietro, ma neanche concedergli un bacio così facilmente così senza dare il tempo a Seba di fare qualsiasi cosa, gli si avvicinò alla guancia lasciandogli un leggero bacio.

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