Lunedì 16 giugno 2003. Parte I

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L'immagine del fisico insabbiato del Fara tormentò il sonno della Mory, ma ciò che la svegliò di soprassalto fu un sogno infelice in cui lei e il ragazzo erano imboscati su un lettino al mare, ed un terribile mostro marino simile ad una rana pescatrice, emergeva dall'acqua divorandoli entrambi.

Che poi, a ben pensarci, la sera prima, dopo la storia della bottiglietta d'acqua, non era successo un bel nulla: i ragazzi erano andati ad arraffare delle birre nel frigo dello stabilimento di uno dei giocatori, lo sponsor, aveva supposto lei, ed avevano cazzeggiato un po' tra tavoli e lettini. Ma si vedeva che quella sconfitta li aveva scocciati. Fine della serata.

Puntuale, al solito orario, si presentò a fare la sua parte da babydancer. La Mona latitava, giù sotto l'ombrellone c'era solo sua madre.

«Ah! Finalmente un po' di riposo».

La signora Valeria si stravaccò sul lettino vicino alla signora Grazia mentre tutti e tre i suoi figli erano impegnati nella baby dance.

«Ti danno un gran da fare vero? Io che ho solo la Simona a volte mi sento sfinita!».

La signora Valeria sorrise lanciando uno sguardo verso l'eterna vicina di ombrellone.

«I piccoli si, non lo nego. Forse ho aspettato un po' troppo a farli. Ma della Morena non posso lamentarmi» disse la mamma rivolgendo uno sguardo soddisfatto alla figlia che si sbracciava per fare un risveglio mattutino un po' goffo, vista l'età del suo pubblico.

«Beata te! La Simona invece ultimamente ne combina di tutte, è intrattabile. E ingestibile».

«Grazia sono adolescenti, è normale che sentano il bisogno di libertà, entro i limiti ovvio, ma più limiti gli dai, peggio è».

La signora Grazia alzò gli occhi al cielo ripensando alla figlia ed a tutti i guai che aveva seminato negli ultimi mesi, seguendo i ragazzi più selvatici di quel maledetto paese, troppo stretto per loro.

«La sta sentendo tutta allora, questa adolescenza! A scuola negli ultimi mesi è andata parecchio male, esce di nascosto inventandosi le più strambe scuse se la scopro. E poi, non parliamo di qui, al mare! È cambiata di più in questi pochi giorni che nel resto dell'anno, è una lotta continua anche solo per l'abbigliamento. E un'ora fa, quando le ho detto che andavo in spiaggia, ha mugugnato che non ne aveva voglia e rimaneva in albergo a guardare la TV con l'aria condizionata!».

La signora Valeria pensò alle parole della Grazia come per cercare un riscontro anche in sua figlia ma non riuscì a trovare molto. Per lei, sua figlia era in fin dei conti, una brava ragazza, che stava vivendo la sua età in modo conflittuale, ma con una conflittualità sana: chiedeva troppo o faceva cose per dimostrare di essere più grande, ma la mamma la capiva, essendoci passata prima lei. Sapeva perfettamente che molti paletti significavano molte più opportunità di saltarli o aggirarli.

Dall'altra parte la signora Grazia aveva avuto anche lei un adolescenza scalmanata a suo modo, ma erano altri tempi e altre necessità, pensava lei, che non riusciva proprio a capire la figlia.

«Ma si Grazia, dai, l'abbiamo fatto anche noi» disse Valeria buttandola sul ridere, guardando la figlia sudare come ghiacciolo al sole.

«Si, ma era diverso, i miei genitori non avevano niente e dovevo stare a casa tutto il giorno a pulire e curare mio fratello. Adesso loro hanno quello che vogliono e non sono mai contenti comunque. Vanno a cercare i peggiori divertimenti, le compagnie più infelici».

«Morena non ha quello che vuole! E me ne guardo bene dal darglielo. È un dare per avere. Si deve meritare le cose, a scuola va abbastanza bene, mi aiuta in casa anche se si lamenta di continuo, e non mi ha mai dato grandi problemi in giro. È sempre stata onesta e sincera per quello che ne so, ed è per questo che mi fido».

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