Giovedì 26 giugno 2003. parte I

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Giacomino era in biblioteca a studiare, miracolo! Seba era davanti a lui, che faceva (forse) altrettanto. Gianni stava scaricando pesce chissà dove.

A Giacomo vibrò il cellulare.

Claudia Milano.

CIAO GIAC SEMBRO SCEMA MA MI MANCHI DOPO GUARDA SU MESSENGER.

«Ho ho ho, Giacomo fa breccia anche in Padania» motteggiò sventolando il cellulare davanti al naso del Seba che in un attimo diventò nero in volto.

«Io vi giuro che non ci posso credere, voi non muovete un dito, e le tipe fighe vi sbattono addosso e, cosa assurda, iniziano loro a mandarvi le foto delle tette».

«Ma che cazzo ne sai che mi ha mandato la foto delle tette!».

«Attaccati a messenger, tanto lo so che ti ha mandato le tette».

«Primo, se me le manda, sono io che le devo guardare, non te, secondo, non è colpa mia se Giacomo fa colpo lungo tutto lo stivale».

Senza farsi troppo vedere, aprì messenger sul portatile su cui "studiava", la Claudia gli aveva effettivamente mandato sette foto. Sei reggiseni Armani, tutti diversi, pieni di lei sorridente, nel settimo non c'era nemmeno il reggiseno ma una mano sul cui palmo si leggeva GIAC e un cuore.

Il buon Giacomino non esplose a ridere in faccia a Seba solo perché aveva imparato l'educazione da piccolo. Ma Seba se ne accorse, e maledisse quell'amicizia con quello stupido giullare ed il suo amico calciomane.

«E poi hai anche la morosa».

«Non ho più la morosa ormai».

«Se lo chiedessimo con lei, secondo me non risponderebbe come te» insinuò un Seba incazzatissimo.

Con la testa che le martellava per il post sbronza e il cuore che le esplodeva per il due di picche ricevuto da Mick direttamente per messaggio, la Mory si fece coraggio e scese in spiaggia con la famiglia.

Non aveva voglia di far niente, men che meno la babydance giornaliera visto che ormai il piercing sembrava solo un ricordo lontano e i soldi non le sarebbero serviti più.

«Ma si può sapere che hai oggi? Anzi, è da un paio di giorni che sei per aria!».

La Debby, mentre asciugava le tazzine, guardava la Mory che si era stravaccata su una sedia appena finita la tortura del ballo con i mocciosi.

«Che? Non ho capito».

«Cos'hai? Sei strana».

La Mory sbuffò sonoramente alzando le spalle e dicendo «Niente di che».

Poi distolse lo sguardo dalla barista per paura che capisse che quel "Niente" in realtà era "Tutto", anche se la Debby in realtà aveva già capito.

Mentre vagava con lo sguardo per la spiaggia, vide il Maci sistemare gli ombrelloni chiusi. Ormai il ragazzo aveva finito le prove scritte per la maturità ed aveva preso servizio più o meno regolarmente tutti i giorni, gettandosi con zelo nel lavoro. La Mory avrebbe voluto alzarsi e andargli a parlare, ma quando gli occhi di Maci si scontrarono con i suoi, lei cambiò subito idea.

«Addirittura fa finta di non vedermi? Ma vaffanculo! Vuole fare il bambino?! Va bene, io di sicuro non mi abbasso. Non ho fatto niente di male. Anzi! Dovrei essere io quella incazzata».

La Debby rimase ferma a mezz'aria con la tazzina in mano.

«Ma con chi ce l'hai? Vuoi fare a pugni con me?».

«Scusa, ho pensato ad alta voce».

Il Maci, che aveva distolto subito lo sguardo, pensò più o meno le stesse cose. Si ributtò con forza nel lavoro, non sapeva bene cosa dirle, e ormai aveva capito che il momento era finito, per entrambi.

Quas18Where stories live. Discover now