Epilogo.

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Quando le vennero presentati i biglietti, e quando ella li afferrò nelle sue piccole mani, non si aspettava mica che a Los Angeles sarebbero capitate così tante cose. 

Aveva condiviso la sua aria con un coinquilino che conosceva appena, per quasi cinque lunghi mesi si erano presi in giro, provocati, e alla fine, erano finiti a letto insieme, tante volte.; se qualcuno glielo avesse comunicato un mese prima della loro stramba convivenza, Abby non ci avrebbe mai creduto, avrebbe considerato quella persona un folle. 

E invece, era accaduto. 

Harry si era svegliato piuttosto di buon umore, e non aveva intenzione di spegnere quel suo entusiasmo. 

Quando Abby aprì gli occhi, non era nella sua bella cameretta, ma nella stanza di Harry. 

Un piccolo raggio di sole penetrava all'interno della camera, illuminandola di poco, ed Abby sbadigliò prima di mettersi seduta sul letto. 

Nell'aria c'era ancora odore dei loro corpi messi insieme, e morse il labbro inferiore quando notò il suo intimo poggiato in modo disordinato sul pavimento. Sorrise, alzandosi; recuperò le mutandine bianche, infilandole anche se dopo le avrebbe cambiate. 

Afferrò da terra anche la camicia profumata di Harry, e la indossò, allacciandola ai primi bottoni per coprire solamente parte del suo petto. 

Scese di sotto a piedi scalzi, ancora mezza assonnata, la notte prima lei e il suo coinquilino non avevano dormito molto

Si stiracchiò, arrivata in fondo alle scale, e un odore di caffè misto a quello di latte appena riscaldato le penetrò nelle narici. Si avvicinò al ragazzo, intento a trafficare con i fornelli, e silenziosamente lo abbracciò da dietro, appoggiando la guancia sulla sua schiena nuda. 

Indossava solamente un paio di pantaloncini, ed era così bello ai suoi occhi. Gli lasciò un umido bacio su' quella parte di pelle, e sentì il suo petto vibrare. 

"Ciao." sussurrò, ancora assonnata.

"Buongiorno." le disse, voltandosi per poterla guardare. 

Gli occhietti ancora piccoli e impastati di sonno, con addosso solamente la sua camicia bianca, risultava così sexy, che avrebbe voluto scoparla ancora su' quella dannata cucina. 

Le mani piccole di Abby andarono dietro al suo collo, e lo guardò con un timido sorriso. 

"Ti ho preparato il latte caldo."

"Uhm, grazie." sorrise ampiamente, lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia. 

Dopo si allontanò per andarsi a sedere su' uno degli sgabelli della penisola, e aspettò che egli le servisse il suo latte caldo. Lo ringraziò ancora quando le posizionò la tazza bianca fumante sotto il naso, e cominciò a bere il contenuto a piccoli sorsi. Lui, invece, sorseggiò il suo caffè, piuttosto silenzioso. 

Abby si alzò per andare a posare nella lavastoviglie la sua tazza vuota, dopo gli rivolse la sua completa attenzione. 

"Hai dormito bene, 'stanotte?" gli chiese.

"Uhm-mh. Non abbastanza però, dato che una certa persona, mai come questa volta, non riusciva a staccarsi dal mio cazzo." 

Lei arrossì violentemente, abbassando lo sguardo e tossicchiando nervosamente. "Be', tu non mi sembravi assai contrario." ribatte', stringendo le braccia sotto il seno.

Harry fece un sorriso sinistro, poggiando la sua tazzina di caffè sulla cucina. "Come potevo dire di no al tuo corpo, stupida?" Abby ridacchiò, prendendosi il labbro inferiore tra i denti. "Quella è la mia camicia?" la indicò.

Mad Soul. [hes]Where stories live. Discover now