capitolo 41

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Chiuso il capitolo della gita in yatch, i ragazzi doveva ritornare a svolgere la loro noiosa e monotona vita quotidiana. 

Era un nuovo giorno dunque, Harry era uscito per fare delle commissioni, a detta sua parecchio urgenti, ed Abby era stata accompagnata da lui stesso a casa di Sam, per stare un po' in compagnia. Quando poi era arrivato anche Liam, capì che doveva lasciare i due da soli, e così si fece riaccompagnare a casa proprio da suo cugino.

Sapeva che sarebbe dovuta stare a casa da sola, ma era un po' stanca, e aveva voglia di andarsi a stendere sul letto per cercare di dormire, aveva delle ore di sonno arretrate che non vedeva l'ora di recuperare.

Una volta a casa, salutò il cugino con un bacio sulla guancia e scese dalla vettura, arrivando sotto la porta di casa; cercò, guardandosi intorno, una chiave di riserva per aprire la porta e, appena notò l'unico vaso presente nel giardino, sorrise e si avvicinò, recuperando da quest'ultimo il mazzo di chiavi utile per aprire la porta. 

Una volta dentro casa, finalmente, le appoggiò sulla penisola della cucina. Legò i capelli in una cipolla disordinata, e approfittò del tempo libero per salire in camera sua e sistemare i vari indumenti risalenti alle giornate fuori; alcuni di questi andarono in lavatrice, essendo sporchi, mentre altri che non erano stati utilizzati ritornarono nell'armadio. 

Dopo ciò, posò il borsone sotto il letto e scese di nuovo di sotto; si era cambiata e aveva indossato qualcosa di più comodo.

Non aveva fame, quindi si sedette sul divano e controllò le notifiche che aveva sul cellulare, fin quando non bussarono alla porta. Era strano che fosse Harry, aveva lui le chiavi della casa con se' dunque avrebbe potuto aprire da solo la porta; un po' titubante si avvicinò alla porta, e lentamente l'aprì. 

Avrebbe voluto non farlo, poiché davanti agli occhi le si presentò il volto familiare di suo padre. 

Stava per sbattergli la porta sul muso, ma lui fu più veloce, e arrestò i suoi movimenti.

"Ti prego, voglio solo parlarti." disse, il suo alito puzzava terribilmente di alcol. 

Abby fece una smorfia, e gli intimò di andare via. "Abby, ti prego, non-fare così." barcollò dentro casa, e lei fu costretta a socchiudere la porta. 

Sospirò profondamente, per cercare di controllarsi e non chiamare la polizia.

"Vattene via." disse tra i denti, indicandogli la porta.

"Voglio solo recuperare il nostro rapporto, piccola." si trascinò fino in cucina, ed Abby osservò tutti i suoi movimenti, alternando naturalmente lo sguardo tra lui e il suo cellulare sul divano.

"Non chiamarmi in quel modo, mi irriti terribilmente." sbottò, aggrottando le sopracciglia.

"Ma tu sei la mia piccola bambina," sorrise debolmente, quasi come se fosse un pazzo, ed Abby sgranò gli occhi quando si accorse che in mano teneva un coltello da cucina. 

In quel momento si chiese il perché Harry possedesse quei coltelli così affilati, e non era neppure un macellaio che doveva tagliare la carne fresca. 

"La mia bella, piccola bambina." continuò a parlare, ed Abby sussultò quando dalla cucina Erik lanciò il coltello, che andò a finire proprio davanti ai suoi piedi. 

Mad Soul. [hes]Where stories live. Discover now