Capitolo 63

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Logan's Pov
Da quando ti conosco ho detto una marea di bugie, ma devi sapere che le dicevo anche prima, le ho sempre dette. Sia alle persone che amo che a quelle che odio. E posso dire che scrivere le persone che amo è un colpo al cuore, non sono mai stata affettuosa con le persone e se lo ero loro mi rifiutavano, così ho represso quel briciolo di dolcezza che c'è in me non mostrandola più a nessuno. Non ho rinchiuso solo quella, ho rinchiuso così tante emozioni dentro di me dal non ricordarmi come ci si prova a sentirle, solo la musica riusciva a sbloccarle, solo lei. Non ti ho mai fatto capire quanto fosse importante per me la musica, perché non ti ho mai raccontato tutta la mia storia. Non ho mai osato raccontarla per filo e per segno a qualcuno, tralasciavo sempre qualcosa per paura che loro mi vedessero con occhi diversi e penso che se ora stai leggendo questa lettera significa che non è stato un semplice litigio a farmi decidere di farti leggere questa lettera, quindi preparati Logan, voglio raccontarti una storia. E non sarà una storia piacevole.

Penso che sia giusto iniziare da quando è successo quello che mi ha segnato per sempre. Parlo di più di sei anni fa, io mi trovavo in una scuola media in Italia, vedevo tanti ragazzi seduti in dei banchi di scuola in una classe, io mi trovavo in un banco posto vicino alla finestra con di fianco a me soltanto il vuoto, nessuno si era seduto di fianco a me. Osservavo attentamente gli studenti conosciuti e sconosciuti intorno a me, vedendo che tutti erano amici di tutti, si conoscevano e c'erano già formati vari gruppi, come quelli che trovi nei libri, i popolari, gli sfigati e quelli normali. Io non mi trovavo in nessuno di questi, ero semplicemente una ragazza sola senza il suo gruppo, quella ragazza sola considerata diversa da tutti gli altri. Ho provato e riprovato a integrarmi, ma nessuno di loro mi parlava senza prendermi in giro. Non mi guardavano se non per contestare cosa stessi facendo, da lì è iniziato tutto. Le prese in giro, le loro azioni, la mia sofferenza, in pratica stavo vivendo l'inferno, all'inizio non notavo nemmeno il loro comportamento nei miei confronti, pensavo fossero miei amici, invece poi pugnalata dopo pugnalata ho capito che loro non erano altro che dei codardi. Codardi perché ci vuole solo paura per cercare di far perdere la felicità ad una ragazza sola contro tutti.

Ci ho messo anch'io del mio involontariamente se pensi che io sia del tutto innocente in questa storia. Ma facciamo un passo indietro, prima che loro mi prendessero di mira, mi trovavo in prima media quando stavo appena conoscendo i miei nuovi compagni di classe. All'inizio dell'anno avevano formato le due classi e mi avevano separato delle mie uniche due amiche, mi trovavo spaesata e senza nessuno con cui parlare. Cercavo di fare amicizia con gli altri, ma la mia immaginazione e la mia personalità caotica non hanno aiutato. Mi ritrovai involontariamente a dire una cosa di troppo di fronte alle ragazze con cui stavo parlando su una delle due mie amiche che si trovavano nell'altra classe e non mi giustificherò col dire che ero troppo ingenua per capire la gravità delle mie parole, ma credo che furono quelle parole a dare inizio a quello che posso dire fosse un'inferno. Certo, potrei dare una piccola parte di colpe a tutte loro, perché anziché tenerselo per sé l'hanno iniziato a raccontare a tutti fino a quando non arrivò a lei. Mi ero sentita davvero male in quel momento quando è venuta a cercarmi per delle spiegazioni, ma io da quanto fui codarda mentì dicendo che non avevo detto niente e da lì rovinai una di quelle amicizie che forse mi avrebbe salvato. So cosa penserai, dire una cosa che dovrebbe essere un segreto di una tua amica? Devi essere davvero stronza per averlo fatto. Ma spero che mi crederai, perché di questo io mi sono pentita e so che il pentimento non risolve le cose, ma ancora oggi vorrei andare lì e chiedere scusa a quella ragazza.

Da lì in poi sono successe così tante cose che poteri scrivere un'intero libro per raccontarle, ma penso che ti annoierei quindi ti dirò solo le cose più importanti. Dalla seconda media avevo smesso di mangiare, di sorridere e di fare qualsiasi cosa, tranne ascoltare musica. Lei c'era per me e io c'ero per lei, l'unica che mi è sempre stata affianco per tutto quel tempo è sempre stata lei e nessun'altro. Poi sono arrivata in terza media dove ero disposta a cambiare, a diventare meno strana agli occhi degli altri, a diventare più fredda e meno dolce e così fu. Diventai tutto ciò che avevo sempre odiato senza nemmeno accorgermene, non piangevo più, mi tenevo tutto dentro e restavo impassabile appena qualcuno mi rivolgeva la parola. Ogni giorno quando tornavo a casa vedevo i miei genitori litigare per colpa mia e mi sentivo in colpa, ma non facevo niente, restavo lì immobile senza sapere cosa fare, fin quando un giorno. non mi dissero di volersi separare è per me fu un colpo al cuore. I miei genitori si stavano per separare per colpa mia, nella mia testa si ripeteva solo questo per un mese intero fin quando non arrivò il giorno del divorzio e quando loro stavano per firmare le carte io mi trovavo a scuola e dopo una delle tante prese in giro che subì quel giorno scappai nel bagno della scuola ritrovandomi a piangere. Quel giorno piansi per tutto quello che mi fu successo per un anno intero, tutte le emozioni che avevo trattenuto per tutto quel tempo le versavo in lacrime, fin quando non vidi un ragazzo dai capelli biondi e ricci entrare dalla porta del bagno e guardarmi in modo diverso da quando aveva guardato tutte le altre volte. Restammo ore a parlare, senza nemmeno accorgercene la campanella dell'uscita suonò e proprio in quel momento noi siamo diventati amici, e dopo qualche mese siamo diventati fratelli. Non credi sia una bella coincidenza? Il primo e vero amico che diventa anche tuo fratello? Io credo di sì sai. E per quante volte litighiamo non smetterò mai di ringraziare Matt per avermi salvato quel giorno da un'errore che posso definire imperdonabile.

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