Capitolo 26

128 32 13
                                    

Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci.
Jim Morrison

Bianca's Pov
Neve. Tanta bellissima neve. È questo che vedo dalla finestra della casa di Logan, fiocchi di neve che scendono lentamente dal cielo rilassandomi e facendomi tornare per un momento a casa. In Italia con mia madre e tutta la mia famiglia, con lei che mi augura un felice compleanno, mi riporta la neve e mi fa ritornare per un momento felice. Una piccola lacrima scende dal mio occhio e mi sforzai di sorridere, avrei tanto voluto passare il mio compleanno con lei, e per una volta farli un regalo io, riportarli la felicità che gli è sempre mancata in questi ultimi anni.

E ancora non ci credo. Ho diciott'anni, non avrei mai pensato di arrivarci, qualche anno fa pensavo soltanto di togliermi la vita, invece ora penso soltanto a come viverla al meglio. Penso che sia fortunata che adesso stia vivendo mentre ad altre persone resta qualche attimo da vivere e non per una loro scelta, ma per qualche stupido scherzo del destino e loro vorrebbero vivere, ma non possono perché magari stanno troppo male o gli è stata tolta la possibilità di come sia realmente la vita.

Sentì la porta dietro di me chiudersi e qualcuno avvicinarsi fino ad udire una persona dietro di me.

"Nevica" osservò e io sorrisi.

"Nevica" confermai.

"È tutto apposto?" mi guardò per un attimo confuso cercando di osservare meglio il mio viso.

Annuì non riuscendo a dire niente, sono passate ormai due ore da quando il pranzo si è concluso e ho deciso di restare ancora qui per un po', forse perché non mi andava ancora di tornare a casa o soltanto per essere stata così bene insieme a Natasha e a Madeline da non riuscire ad andarmene così presto. Per fortuna Mike si è trattenuto in ufficio e non è rincasato per pranzare insieme a noi, per una volta quelli lassù mi hanno ascoltato.

Grazie Dio, ma ci sei cascato un'altra volta, non ci andrò in chiesa nemmeno stavolta. Tiè.

"Vedo che ti piace molto la neve" parlò dopo qualche minuto di silenzio in cui continuava a guardarmi ammirare la neve al di fuori dalla finestra ammaliata.

"Sai, dove abitavo io in Italia non nevicava mai, l'ho vista per la prima volta a tredici anni ed è stato magico" confessai.

"Davvero non nevicava mai?" scossi la testa e sospirai.

"In compenso avevamo il mare" feci una smorfia dovuta al mio odio per il mare e per l'estate.

"Deduco che non ti piaccia" fece una piccola risata dovuta alla mia faccia in quel momento.

"Da piccola l'amavo, ma poi col passare del tempo ho iniziato ad odiarlo, più crescevo, più l'odiavo. Credo che quell'odio che provassi per il mare lo provassi per me stessa, mi rappresentavo nel mare. Più scoprivo i miei difetti più mi odiavo, e più cadevo nell'abisso" ascoltò le mie parole in religioso silenzio e non mi guardava come tutti gli altri in quel momento, mi guardava ammaliato, come se pendesse dalle mie labbra.

"Io invece ho sempre amato il mare, l'ho trovo rilassante e spontaneo. Le onde provano sempre a superare gli scogli, quando si infrangono negli scogli, non smettono di provarci. E penso che se tu ti raffigurassi nel mare non abbia trovato soltanto dei difetti in te, ma tanti pregi che devi ancora saper apprezzare" lo guardai con ammirazione, alcune volte esce fuori una parte di lui che mi sorprende, che riesce ad intrigarmi sempre di più.

"Non credo di avere qualche pregio" scrollai le spalle.

"Forse qualche d'uno c'è" mi osservò attentamente.

A UN PASSO DAL FINALE PERFETTO Donde viven las historias. Descúbrelo ahora