Capitolo 19

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Bianca's Pov
"Allora Bianca, dimmi, hai già un ragazzo?" per poco non mi strozzai alla domanda della zia di mio padre, seduta dall'altra parte del tavolo tre posti più avanti, mentre mi guardava aspettando una risposta.

"Diciamo che è complicato" mentì.

"Perché mai dovrebbe essere complicato?" mi guardò confusa. Notai di avere gli occhi di Logan, seduto di fronte a me, puntati addosso.

"Gli uomini. Gli uomini sono il problema" guardai negli occhi Logan, come se stessi parlando con lui anziché con zia Lucrezia.

"Come disse un saggio una volta: se con un uomo non funziona allora provaci con una donna" riportai l'attenzione su di lei, guardandola attentamente, aveva gli occhi di un celeste cristallino, le sue labbra erano piccole e sottili, i suoi capelli erano quasi del tutto bianchi e raccolti, ma alcune ciocche ancora ramate gli spuntavano davanti al viso.

"Nessuno ha mai detto così" l'ha riprese Liam, seduto di fianco a lei, che stava ascoltando la nostra conversazione con poco interesse.

"Invece sì, perché sono stata proprio io a dirlo" alzai gli occhi al cielo per il suo egocentrismo.

"Avanti Lucrezia, non essere così egocentrica" intervenne zia Petunia, seduta alla sua sinistra. Le due donne erano completamente diverse, zia Petunia era sempre sorridente e allegra, mentre zia Lucrezia era sempre tragica e narcisista.

"Non è egocentrismo Petunia, ma una filosofia di vita. Ci sono uomini egocentrici che non lasciano posto all'amore, ma all'alcool sì e ci sono uomini che farebbero di tutto per la persona che si ama. Ma invece hai mai visto una ragazza lasciare il posto alcool anziché all'amore?" la guardai attentamente e pensai che se anche il suo discorso potesse essere insensato, aveva ragione. Pochissime donne non lasciano che l'amore le travolga e alcune volte le distrugga, invece gli uomini raramente lasciano trasportarsi dal vero amore.

"Tu e i tuoi discorsi insensati, mi farete impazzire" zia Petunia scosse la testa più volte e si concentrò sul cibo che aveva davanti, mentre zia Lucrezia continuò a fissarmi per alcuni secondi per poi andare a infastidire a Liam.

"Sai, non ha tutti i torti" Manuel mi sussurrò all'orecchio, non facendoci sentire dalle altre persone attorno a noi.

"Dimmi, oggi hai deciso di diventare poeta o me lo sto immaginando?"

"Non sono il poeta io qui, ma qualcun altro" indicò la zia di mio padre, ma che ormai considero anche mia zia, anche se alcune volte mi inquieta con i suoi discorsi.

"Sì, lei è proprio una poetessa."

"Adesso sappiamo da chi hai preso."

"Sei così simpatico" alzai gli occhi al cielo.

"Grazie, mademoiselle."

"Risparmiati il francese con me."

"Preferisci lo spagnolo?" chiese sbattendo più volte le palpebre, sapendo quanto ami lo spagnolo.

"Fanculo" sbuffai, mentre lui sorrise compiaciuto. Non disse più niente così mi concentrai sulle mie lasagne ancora poste sul mio piatto, ma prima che potessi darne un morso la signora Sanderson parlò.

"Dimmi Bianca, dove si trova tua madre?" appoggiai lentamente la forchetta e puntai lo sguardo sulla signora Sanderson che mi stava sorridendo dolcemente. Penso che non abbia fatto a posta questa domanda, anche se la conosco da ben che meno di un'ora, ma credo di aver già intuito che in quella donna ci sia solo del buono.

"In Italia" risposi cercando di essere il più corte possibile.

"Davvero? Sai, ho vissuto un lungo periodo lì quando ero giovane, credo sia stato il periodo più brutto della mia vita."

A UN PASSO DAL FINALE PERFETTO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora