Capitolo 32

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[Isabelle's POV]

''In- in che senso?'' domando stupidamente.
È ovvio che lui debba restare qui con me.
Anche io, dentro di me, so che cercheranno di farmi del male. Non sono così ingenua.

''Te non puoi tornare di là, sarebbe troppo pericoloso. Ma non puoi restare qui da sola.
Quindi resto io.'' afferma.

Faccio un respiro di sollievo silenzioso.
Volevo chiederglielo, perché non mi sento al sicuro da sola. Anzi.

''Va bene.'' mormoro insicura e lui poggia la sua mano sulla mia, per poi stringerla delicatamente.

''Fino a quando ci sono io, nessuno ti farà del male.''

Rabbrividisco quando sento quelle parole.
So perfettamente che per quanto lui provi a proteggermi, non ce la può fare sempre.
È già successo in passato che ci abbiano fatto del male e questa volta non cambia niente.

''Era per questo che volevo che cambiassi lavoro. Per evitare situazioni così.'' sussurro io, sperando da un lato che non mi senta.
Ma ho bisogno di esternare queste parole.

''Possiamo non parlarne adesso, per favore? Non mi sembra il momento adatto, sai.'' ribatte bruscamente con un tono che mi convince di starmene zitta.

Io annuisco e proprio quando sto per dirgli che ha ragione, sentiamo qualcuno bussare alla porta.

Dylan si alza di scatto, tirando fuori la pistola dai suoi pantaloni e caricandola nel giro di pochi attimi.
Con il suo corpo fa da scudo al mio mentre lentamente ci avviciniamo per vedere chi è dallo spioncino.
Ma una voce ci precede prontamente.

''Isabelle, amore, sono io. Ti ho portato la colazione!'' afferma Eric dall'altra parte della porta, con tono felice più che mai.

Mi verrebbe da urlargli che la colazione è letteralmente l'ultima cosa di cui abbia bisogno in questo momento, ma come è giusto che sia, lui non sa niente della situazione.

Sia io che Dylan facciamo un respiro di sollievo, mentre io mi poggio la mano sul petto che già sale e scende per l'ansia.

Le mie labbra si ricurvano in un ''nasconditi''. Fortunatamente, Dylan legge il labiale e si avvia nell'altra stanza senza controbattere.

Poco dopo, apro la porta a Eric, stropicciandomi gli occhi e fingendo di essermi appena svegliata.

''Ehi, buongiorno.'' sorrido falsamente dandogli un abbraccio che lui ricambia.

Mi guardo intorno nervosamente sperando che Dylan si sia nascosto.
Non si sa mai con lui... è capace di tutto.

''Beh? Mi farai entrare?'' domanda sarcasticamente Eric e io mi scanso, permettendogli di sedersi al tavolo in salotto.

''Grazie per avermi portato la colazione.'' affermo cercando di mascherare le mie reali emozioni.

''Di nulla, amore. Ti ho anche scritto ma non mi rispondevi.'' dice con un finto broncio e mi viene quasi da ridere.

Chi glielo dice che dopo che è venuto Dylan ho nascosto il telefono sotto il materasso per paura che i nemici si fossero infiltrati anche in quello e che quindi potessero sentirmi?

''Deve essermi sfuggito.'' sorrido falsamente e nel frattempo finisco la ciambella ripiena.

Si avvicina a me e con il pollice mi pulisce l'angolo della bocca, sporco di crema al cioccolato, per poi portarsi le dita alle labbra.

Questo gesto, fatto da Dylan, risulterebbe dannatamente attraente.
Ma su di lui ha un non so che di... forzato.
Mi fa quasi venire voglia di alzarmi e andarmene.

I miei pensieri vengono cancellati dalle sue labbra che si premono sulle mie, mischiando i retrogusti del dolce che abbiamo appena mangiato.

Mi bacia con irruenza, la stessa che caratterizza ormai ogni nostro contatto fisico. La stessa che purtroppo mi fa intuire che non ce la fa più ad aspettare.

Presto, senza che io nemmeno me ne accorga, ci avviciniamo sempre di più alla stanza dove ho visto entrare Dylan ormai un quarto d'ora fa.

Vengo assalita dal senso di preoccupazione che lui possa uscire e fare un casino, nel vedere me ed Eric che scambiamo un gesto così intimo quanto... stranamente poco piacevole.
Ma dalle sue reazioni, per lui è tutto il contrario.

''Isabelle, amore, l'orologio ticchetta.'' afferma con un tono che mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi.

Sia perché non fa altro che mettermi fretta, ma anche perché ora salta tutta la farsa con Dylan.
Avrà sicuramente intuito che con Eric non ho fatto ancora nulla, e se così non fosse...

''Non riesco più ad aspettare, te lo dico sempre da mesi ormai.'' sbuffa contro le mie labbra.

Beh, sicuramente l'ha capito adesso.

Lo scanso di dosso, interrompendo il nostro bacio e il nostro momento ormai divenuto insopportabile.

Vorrei solo mettermi le mani fra i capelli e urlare: perché?!
Perché non ci riesco mai?

''Ti chiedo di dirmi se c'è qualche problema per cui non riesci ad andare a letto con me.'' continua lui la tortura, anche se non sa del danno che sta provocando.

''Non c'è nessun problema!'' sbotto io nervosamente, giocherellando con le dita.

Vorrei solo che stessi zitto, Eric.
Questa situazione è già alquanto imbarazzante e non voglio immaginare come peggiorerà quando Dylan uscirà da dovunque si sia nascosto.
So che il fatto che io gli abbia mentito sull'essere andata a letto con Eric è l'ultimo dei nostri problemi, tuttavia avrei preferito continuare la farsa. Ora sa che gli ho mentito e che soprattutto non sono riuscita a dimenticarlo come invece lui ha fatto con me.

''E allora devi solo capire che non ce l'hai solo tu, in questo mondo!'' Eric mi rivolge una frase talmente volgare e offensiva che mi fa rabbrividire.

''Tu smettila di comportarti in questo modo!'' gli sputo contro acidamente e lui scuote la testa.
''Perché mi stai ancora dietro se pensi questo di me?'' aggiungo e lui mi fissa negli occhi con uno sguardo tagliente.

Si avvicina e mi afferra il mento con due dita, stringendo forte quanto basta per tenere il mio sguardo incollato al suo.

''Perché mi dà fastidio che tu sia la prima persona sulla faccia della terra che non mi sia caduta ai piedi.'' mormora e io non so come reagire alle sue parole.

''Ma tranquilla, amore mio, ti aspetterò finché vorrai. A me piacciono questi giochetti.'' sussurra con un sorriso dipinto sul volto.

E in questo momento, non mi rimane che sperare che Dylan non esca fuori e faccia una scenata.
Perché conoscendolo, so che ne è perfettamente capace.

Il Tuo Punto DeboleWhere stories live. Discover now