Capitolo 28

4.7K 217 57
                                    

[Dylan's POV]

Mi sveglio all'alba, seduto sul terrazzo mentre i grattacieli di Abu Dhabi si avvicinano sempre di più.
Oggi avverrà lo scambio finale, il più importante, ed è per questo che devo essere attivo e concentrato.
Verso le nove, Jake viene in stanza aggiornandomi su come si svolgerà.

''Anthony ha rispettato l'accordo, giusto?'' chiedo conferma per quanto riguarda il ruolo fondamentale del suo amico e ormai nostro collega.

''Sì, fra più o meno un'ora andrò da lui a recuperare i borsoni che poi scaricheremo verso mezzogiorno.'' afferma e io annuisco, appuntandomi mentalmente tutto.

''Vado io oggi.'' annuncio e Jake corruccia le sopracciglia, visibilmente confuso.

''Non pensavo volessi andare direttamente, siccome ci siamo noi.'' ribatte incrociando le braccia al petto.

È vero, con la sistemazione della crociera ci sono loro a fare il ''lavoro sporco''.
Ma oggi sono in vena di partecipare.
Sarà l'adrenalina? La rabbia? La delusione?
Forse un po' tutto.

''È importante, lo scambio di oggi. È meglio che ci sia anche io, giusto per assicurarmi che tutto proceda regolarmente.'' proseguo e Jake sembra rifletterci su per qualche secondo.

''Se ne sei proprio sicuro, andiamo insieme.'' conclude con una scrollata di spalle.

Dopo aver preso la merce, scendiamo dalla nave e ci dirigiamo verso un edificio abbandonato.
La gang che incontreremo fra poco, i TPF,
è considerata abbastanza tranquilla e sicuramente meno forte di noi.

Il capo mi ricorda molto il Dr. Sullivan, per il suo atteggiamento disinvolto e sicuro di sé.

''Lei è Dylan, giusto?'' mi domanda stringendomi la mano mentre io annuisco.

''Sono io. Piacere di conoscerla, signor Daranhis.'' faccio un cenno con la testa e i miei uomini cominciano a scambiare la merce.

''Rimarrà per molto qui ad Abu Dhabi?'' mi chiede con tono curioso mentre fuma il suo sigaro.

''No, la crociera parte oggi stesso.
Tornerò a Manhattan entro domani sera.'' replico.

Dopo qualche minuto passato a conversare, lo scambio termina e il signor Darhanis si avvicina nuovamente a me.

''È stato un piacere lavorare con te, Rivera.
Ho sentito delle buone voci sul tuo conto.'' annuncia e io sorrido fieramente, ricambiando il complimento con piacere.

Io, Jake, Ethan e gli altri trascorriamo il resto del pomeriggio a organizzare prossimi scambi, pieni più che mai di lavori da portare a termine.

''Stasera dopo cena rivediamo tutto con calma, ok?'' propone Ethan ma io realizzo velocemente una cosa.

È l'ultima sera sulla crociera.
Anche per Belle.
E ieri, alla cena, Eric aveva menzionato che non l'avrebbe passata con lei per un altro dei suoi incontri di lavoro.

Stranamente non mi sorprende il fatto che lui abbia messo Isabelle in secondo piano anche per l'ultima sera della loro vacanza.
Ma a me non interessa, perché se tutto va secondo i piani fra me e lei, mi starà solo facendo un favore.

''Io stasera mi divertirò un po'. Rivedete tutto voi e poi domani ricontrollo un'ultima volta.'' controbatto prima di salutarli e dirigermi nella mia stanza.

Indosso una camicia bianca, leggermente sbottonata e con i polsini arrotolati.
Semplicemente perché so che è il punto debole di Isabelle.

Scendo giù nella discoteca centrale e lancio un'occhiata all'orologio che segna le 10:30.
Ordino alla cameriera di portarmi un Martini bianco, il mio solito, mentre osservo le infinite persone che ballano.

Ad ogni modo, non mi sembra di vedere Isabelle, in mezzo a tutta la folla.
Ma poi mi accorgo di star guardando nella direzione sbagliata, perché si trova a pochi metri da me, girata di spalle, al bancone opposto.

Butta giù un altro shot e dal movimento leggero e ondulatorio delle sue spalle, capisco che è fin troppo ubriaca.
Non che ci voglia molto, per una che non beve mai.

Si dirige verso il centro della pista da ballo e per fortuna i suoi occhi non incontrano i miei.
È da sola, proprio come avevo previsto.

Comincia a ballare in preda all'effetto dell'alcool e alla spensieratezza di stare sola, di poter fare quello che vuole senza gli occhi inquisitori di Eric che la opprimono.

Muove i fianchi in maniera estremamente sensuale, il che risveglia in me la voglia di avvicinarmi a lei.
Mi scolo gli ultimi sorsi del cocktail per poi dirigermi nel centro della pista da ballo.

Lei ancheggia il suo corpo, noncurante di tutto ciò che la circonda.
Mi avvicino a lei, abbastanza da sentire i nostri corpi scontrarsi, abbastanza da poter inalare il suo profumo che mi manda in tilt.

''Amore... alla fine sei sceso.'' mormora mentre la sua schiena batte contro al mio petto, i suoi occhi ancora chiusi.

Mi ha preso per Eric?
Deve essere uno scherzo.
O forse... posso usarlo a mio vantaggio?

Non rispondo a parole, invece decido di posarle entrambe le mani sui fianchi che lei destreggia abilmente su di me, risvegliando la mia voglia di lei.

Comincio a darle dei baci sul collo, leggermente salato, mentre lei alza un braccio per abbracciarmi, sempre con gli occhi semichiusi.

''Scusami se h-ho bevuto.'' biascica, ancora convinta che io sia quel pazzoide che la obbliga a stare a dieta costantemente.

Vorrei dirle di stare tranquilla, che a me non interessa di quello che mangia o non, purché sia felice.

Lei, appena non riceve una risposta da parte mia, inizia a muovere il bacino sul mio, cosa che mi fa perdere la testa.
Letteralmente.

Stringo le mie mani con ancora più forza e possessione intorno a lei, che per fortuna non sembra voler contrastare questa mia azione.

Al limite del desiderio, la giro bruscamente e premo le mie labbra contro le sue, morbide e accoglienti.
Il mio sapore si mischia con il suo, proprio come i nostri respiri già affannati.

''Ciao, Dylan.'' sussurra silenziosamente contro le mie labbra mentre passa le dita fra i miei capelli.

''Ti riconoscerei fra miliardi di persone, sai.'' sorride, mentre io realizzo che sta un passo avanti rispetto a me.

Riprende a baciarmi, noncurante di chi o cosa ci circonda, di Eric che potrebbe vederci, di qualsiasi distrazione esterna.
Ed è così che la voglio vedere sempre: spensierata, libera, viva.

''Sei una piccola stronzetta.'' ridacchio io, mentre i nostri corpi continuano a ballare armoniosamente al ritmo della musica.

La mia piccola stronzetta.

''Ma ti piaccio così.'' replica lei, prima di farmi l'occhiolino per poi staccarsi da me, lasciandomi con una strana sensazione di vuoto.

E proprio così, con la stessa velocità con cui è apparsa, torna a mischiarsi nella folla di persone.
Mi sento sconfitto, perché mi ha battuto giocando al mio stesso gioco, ma allo stesso tempo ho vinto perché sento ancora il sapore delle sue labbra sulle mie.
E mi lascia con la mente confusa, il cuore che batte a mille nel petto e gli occhi pieni di desiderio.

Gli occhi pieni di lei.

Il Tuo Punto DeboleWhere stories live. Discover now