Capitolo 26

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[Isabelle's POV]

Dopo la nottata passata insonne, sono obbligata a scendere a pranzo insieme a Eric. Per fortuna, anche lui sta ignorando quanto successo ieri sera.
Meglio così.

''Attenta a cosa mangi, amore. Fra qualche settimana c'è il book con quell'agenzia importante.'' afferma mentre beve il suo calice di vino bianco.
Reprimo l'istinto di girare gli occhi al cielo e annuisco.

Fa sempre così.
Costantemente a riempirmi di frasi tipo: ''troppo pane'', ''attenzione alla vita stretta'', ''non esagerare con l'alcool, ti fa ingrassare.''
Possibile che non sia perfetto come invece prima sembrava?

La mia attenzione è subito catturata da Dylan che entra nel ristorante insieme a Jake, Ethan e gli altri uomini.
Ignora il mio sguardo e si dirige subito verso il loro tavolo, ma Eric è abbastanza veloce e lo ferma.

''Dylan, ciao. Alla fine ieri non abbiamo più avuto occasione di parlare.'' lo saluta Eric stringendogli la mano.

''Ah, scusami. Sono salito in stanza per un incontro di lavoro.'' gli rivolge la parola come se fossero amici di merenda.

Incontro di lavoro?
Sì, con quella bionda lì.

''Beh, se ti va stasera organizzo una cena nel ristorante al piano di sopra. Saremo un bel po', mi fa piacere ospitare anche te.
Così ci conosciamo meglio, che dici?'' gli propone Eric, senza aver mai accennato nulla di questa cena prima d'ora.

Dylan sembra indeciso e poi sposta lo sguardo su di me.
''Isabelle, ci sarai anche tu?'' mi domanda e mi viene da tirargli un calcio da sotto al tavolo.

Metto su un sorriso falso.
''Non lo so, Eric, ci sarò?'' chiedo e lui corruccia le sopracciglia.

Posa la mano sulla mia, poggiata sul tavolo e mi guarda negli occhi.
''Scusami, amore, non ho avuto occasione di parlartene. Comunque certo che sì.'' replica cercando di calmarmi.
Odio questa situazione e odio ancora di più che Dylan sappia delle incomprensione col mio ragazzo.

''Allora ci sarò anche io. A stasera.'' ci saluta Dylan e per fortuna lascia me ed Eric da soli.

Io resto in silenzio, altamente preoccupata per ciò che succederà stasera.
Io, Eric e Dylan allo stesso tavolo?
Non promette nulla di buono.

***

''Su, passo più svelto, sennò arriviamo in ritardo.'' annuncia Eric da sotto alle scale.

''Facile per te. Prova a correre coi miei tacchi addosso!'' rispondo acidamente io, reggendomi sui lati del vestitino corto e stretto che indosso.

Finalmente riesco a velocizzare il passo e in poco tempo arriviamo al ristorante.
Molto controvoglia, da parte mia.

Dylan è già seduto al tavolo e tamburella con le dita sul tavolo.
Si ferma, quasi istantaneamente, appena mi vede che scendo le scale.

Il suo sguardo percorre il mio corpo con lentezza, soffermandosi sulla scollatura e poi sulle cosce leggermente scoperte dal vestitino rosso.
Mi sento rabbrividire e arrossire contemporaneamente, mentre Eric mi afferra la mano.

''Ciao, Isabelle.'' mi saluta con un bacio sulla guancia, sfiorandomi con due dita il fianco destro, facendo venire dei brividi sulle mie braccia.

''Ciao.'' dico, a corto di respiro, mentre vedo la sua camicia bianca sbottonata fino al terzo bottone e i polsini arrotolati.

Eric, per fortuna, non si è accorto della scena, troppo assorto dai suoi colleghi che lo ringraziano per l'invito.

Ci sediamo, io davanti a Eric e con accanto Dylan. Già sento il cuore che batte a mille, sia perché lo ho accanto ma anche per la paura che la serata vada male.

''Dylan, parlami un po' di te. Che lavoro fai? Studi?'' domanda Eric mentre il cameriere ci serve il vino rosso.

''Gestisco qualche azienda insieme ai miei soci.'' replica Dylan, ovviamente mentendo.
Io giocherello con le dita nervosamente.

''Ah, che tipo di azienda?'' indaga Eric e percepisco la tensione nell'aria.

''Esportazione di merce nell'Unione Europea.'' replica con noncuranza, come se le merci di cui parla non fossero droga e armi.

''Hai degli obiettivi futuri?'' continua Eric con quello che sembra essere un interrogatorio.
Forse sono io a stare troppo in ansia.

''Vivo nel momento.'' replica Dylan con noncuranza, lanciandomi un'occhiata di sfuggita che mi fa rabbrividire.

Certo che vivi nel momento, Dylan.
Le cose per te potrebbero cambiare da un momento all'altro.
E forse è proprio per questo che io e te non stiamo più insieme.

''Oh, io non potrei mai farcela. Sono perennemente concentrato sul lavoro, perché sai qual è la ricompensa?
Il denaro.'' afferma Eric gloriosamente e tutti scoppiano in fragorose risate.
Tranne me e Dylan.

''...e tante, ma tante belle donne.'' conclude, con la voce che esce quasi un sussurro.

''Sono punti di vista.'' risponde Dylan prendendo un sorso del suo vino rosso, senza levare per un attimo gli occhi da Eric.

Lui annuisce e per fortuna comincia a parlare ai suoi altri soci di lavoro, smettendo di torturare Dylan con domande invasive.

''Per la ragazza un'insalata, grazie.'' dice al cameriere che nel frattempo sta prendendo gli ordini.

''Ehm, io in realtà non ho visto il menù-'' comincio a dire ma Eric mi ferma quasi subito.
''Amore, ricordati del book. Devi stare in forma.'' borbotta senza darmi troppe attenzioni. Sospiro e lo ignoro.

Dylan mi guarda corrucciando le sopracciglia, confuso dal suo comportamento.
Lo sarei anche io, al suo posto.

''E quindi, voi due come vi siete conosciuti?'' Eric riprende la conversazione con Dylan e questa volta sono io a rispondere.

''Ci siamo conosciuti all'asilo quando eravamo piccoli e poi siamo stati amici fino ai primi anni di liceo.'' replico frettolosamente, sperando che il discorso finisca qui.

''Oh, e poi che è successo?'' chiede Eric.

''Mi sono trasferito per il lavoro di mio padre e poi sono tornato a Manhattan.
Te, invece, Eric? Che lavoro fai?'' replica Dylan, con un'abilità di mentire che mi sorprende, per poi spostare il discorso su Eric.

''Io sono il direttore di lavoro della compagnia di moda, la stessa per la quale lavora Isabelle.'' afferma bevendo il vino rosso, che invece io evito, perché so che sennò Eric mi annoierebbe ulteriormente.

''Ah! Sta avendo molto successo. L'altro giorno l'ho vista sulla billboard, nel centro di New York.'' annuncia Dylan, un fatto di cui non mi aveva detto niente.

Io arrossisco solo al pensiero.
''Merito mio. Ho convinto qualche manager e ce l'ho fatta.'' si vanta Eric.
Ah, non è merito mio?
Buono a sapersi.

''Io direi che è merito della modella, no?'' ridacchia Dylan con una punta di ironia, per la quale in questo momento, gli sono estremamente grata.

''Anche.'' risponde Eric scrollando le spalle, ma l'espressione sulla faccia di Dylan si fa seria.

Il resto della cena passa abbastanza tranquillamente, fino a quando Dylan tira fuori dalla sua tasca quello che sembra essere un bigliettino, mentre Eric è distratto.

Me lo passa in mano e io lo prendo, seguendo un istinto quasi involontario.

''Ragazzi, io salgo in camera. Domani ho un appuntamento importante e devo svegliarmi presto.'' afferma Dylan alzandosi e salutando tutti, per poi darmi un bacio sulla guancia.

''Tranquillo, noi finiamo tardi. Tanto lavoro.'' annuncia Eric e gli stringe la mano.
''Se vuoi salire anche tu, amore, non ti preoccupare. Io tornerò per notte fonda.'' si rivolge a me e io annuisco.

Appena distoglie lo sguardo, apro il bigliettino sotto al tavolo, facendo attenzione che nessuno mi veda.

''Finiamo sempre con i bigliettini, noi due.''

''Vieni nella 102 alle 11:30.''

Il Tuo Punto DeboleWhere stories live. Discover now