Capitolo 5

6.1K 256 122
                                    

[Dylan's POV]

Cerco di parlare ma non ci riesco, ho la gola secca e la bocca tutta immobilizzata, come se non la muovessi da settimane.
Effettivamente, è molto probabile che sia questo il caso.

''Stai tranquillo e non sforzarti, Dylan.'' afferma lei appena nota i miei tentativi inutili.

Mi porge un bicchiere d'acqua e in quel momento ho l'occasione di vedere, sul suo polso, lo stesso tatuaggio che ho io sul petto: la bocca femminile col sangue che cola.

I BloodZero?
Non è possibile.

Sorseggio attentamente l'acqua, sperando con tutto me stesso che non ci abbia messo qualcosa dentro.
Ma poi realizzo che se avesse voluto ammazzarmi, l'avrebbe già fatto da un bel po'.

Finalmente mi sembra di riuscire a muovere la bocca e gli occhi, e colgo l'occasione per guardarmi intorno e decifrare dove mi trovo.

È una semplice stanza bianca, con numerosi apparecchi medici, ma non mi sembra una vera e propria stanza d'ospedale.
Fuori dalla finestra è come se vedessi un immenso prato, ma nulla intorno.

''Chi sei?'' domando finalmente con voce rauca.

Lei corruccia le sopracciglia, sorridendo leggermente.
''Veramente non ti ricordi di me?'' chiede.
Io scuoto la testa.

''Ci siamo incontrati solo un paio di volte, io e te. Di fretta e di sfuggita, ma non ti ho dimenticato.'' prosegue.

''Dimmi...chi...sei.'' riesco a mormorare arrabbiatamente.

''Il mio nome è Mary Sullivan. Ti ricorda qualcosa?'' ammette finalmente.

Non ci credo.

''Sullivan...'' mormoro con più forza di prima.

''La moglie? O la sorella?'' domando incerto.

''Moglie.'' replica lei mentre mi controlla la ferita sul petto, che sembra rimarginata, anche se non completamente.

''Ovvio che non mi ricordi di te, è già tanto che Sullivan mi abbia detto il suo nome.'' affermo, lentamente riprendendomi.

Lei ridacchia rumorosamente.
''È sempre stato un uomo con troppi segreti, e ha preferito tenere la vita privata separata da quella lavorativa.'' risponde lei.

Vorrei chiederle istintivamente di Isabelle, dal primo momento in cui mi sono svegliato, ma prima devo capire se vuole effettivamente aiutarci, oppure se ha organizzato tutto per farci del male e ottenere più informazioni.
Quindi, decido di serrare le labbra e continuare a indagare.

''Perché sono qui?'' dico.

''Ahhh... questa è una lunga e interessante storia, ma ci metterò un po' a raccontarti tutto. E poi, mi sorprende che tu non mi abbia ancora chiesto di lei.'' sottolinea Mary.

''Sto cercando di proteggerla. Quindi, raccontami questa lunga storia e poi ti parlerò dell'argomento che mi interessa veramente.'' controbatto io nervosamente.

''Se avessi voluto ferire te o lei, Dylan, ti avrei lasciato a morire dissanguato in mezzo a quel giardino.'' ribatte giustamente.

Sospiro rumorosamente e torno a guardare il prato dalla finestra, cercando di calmarmi.
Ho bisogno di risposte.

''Vuoi qualcosa da mangiare? Da bere?'' mi propone lei.

''Mezzo bicchiere di Bourbon e una sigaretta.'' replico io con nonchalance, mentre Mary gira gli occhi.

''Arrivano subito.'' ridacchia lei.

''Quindi? La lunga storia?'' le ripeto io nuovamente e lei si siede davanti a me.

Il Tuo Punto DeboleWhere stories live. Discover now