Capitolo 1

7.9K 252 172
                                    

[Isabelle's POV]

Il tempo è una finzione, sapete?

Non è reale. Nessuno ci dice veramente cosa è un secondo, cosa è un'ora, cosa è addirittura un anno. Anzi, la verità è che per noi un secondo può durare un anno.

Ma è anche vero che il tempo detta e determina la nostra vita, perché a prescindere da quanto valga per noi,
il tempo non torna indietro.

Scivola dalle nostre mani e spesso non ne siamo manco consapevoli, anzi, ce ne accorgiamo sempre troppo tardi.

Il tempo mi tiene compagnia in questi giorni dove il sole non esce, rimane nascosto nelle scure nubi che avvolgono da giorni Manhattan. Dalla piccola finestrella vedo solamente una pioggia fitta che mi impedisce di scorgere altro, di vedere cosa sta succedendo oltre queste quattro mura che mi tengono intrappolata, e io non so nemmeno il perché.

Sono in un sogno, dove il tempo non c'è?
Sono in un loop infinito?

Ho provato in tutti i modi a capire perché mi trovo qui. Cosa mi è successo? L'ultima cosa che mi ricordo è una fredda mattina di gennaio che segnava l'inizio del secondo quadrimestre scolastico. Ora che ci penso bene, l'ultimo.

Ma da lì, è tutto un buco nero, un vortice sconosciuto che ha risucchiato ogni mio ricordo.

Il dottore apre la porta bruscamente insieme ad altre due persone. Una la riconosco, è la mia amica Amelie, ma l'altro non ho la più pallida idea di chi sia.

Chiudo rapidamente gli occhi fingendo di dormire ancora. Voglio sapere cosa dicono quando non ci sono, voglio sapere cosa mi è successo, voglio sapere chi è quel ragazzo ma soprattutto voglio sapere perché sono qui.

Voglio sapere.

''Siete Jake Brooklyn e Amelie... Lancaster, giusto?'' domanda il dottore, facendo attenzione a sussurrare.

''Sì, siamo noi.'' risponde la voce femminile di Amelie, mentre sento che si avvicina a me lentamente.

''Ah- mi scusi, le devo chiedere di allontanarsi. Per almeno un bel po' di tempo non potrà parlare con nessuno, ovviamente comprenderete il motivo.'' afferma il dottore e sento un respiro rumoroso da parte da Amelie, per poi sentire i passi di lei che si allontana.

''In che condizioni sta? Mentalmente, intendo.'' prende parte alla conversazione il ragazzo, Jake.

''Stiamo operando sul suo subconscio, per cercare di capire cosa le è successo. Per ora sappiamo che la sua mente ha completamente eliminato il ragazzo come meccanismo di autodifesa, sennò non ce l'avrebbe fatta.'' sussurra il dottore.

Il ragazzo?

''Non è stato facile. È arrivata qui in uno stato di shock totale, non capiva più niente e per notti le sue urla disperate riempivano questo centro psichiatrico. Vi assicuro che se fossero esistiti ancora i manicomi, avremmo dovuta rinchiuderla lì.'' prosegue.

Di cosa sta parlando?

Vorrei voltarmi e urlargli contro, chiedergli spiegazioni e soprattutto andarmene da qui, ma mi trattengo. Devo far finta che vada tutto bene, di star migliorando. Almeno fino a quando avrò delle informazioni in più.

''Lei era veramente molto legata a lui. Si conoscevano da sempre e... insomma, oltre l'amicizia che li legava, c'era un amore e per lei deve essere stato un evento critico.'' balbetta Amelie e percepisco che sta per scoppiare in lacrime dall'interruzione della sua voce.

''E oltre a questo, il bambino?'' domanda Jake, parlando a voce più bassa rispetto a prima.

''Sicuramente non si trova nella condizione ideale per una gravidanza, essendo sotto estremo stress questo potrebbe portare ad eventuali complicanze. Questo però non è detto ed è inutile preoccuparci prima del previsto. Se dovesse succedere qualcosa, sarete i primi a saperlo, insieme alla madre.'' prosegue lui.

La mia mamma. Mi manca tanto.

''Ehm...ecco... in realtà, la madre ha chiesto di lasciarla fuori da tutta la questione.'' replica Amelie prontamente.

Ma io evidentemente non manco a lei. Se non dovessi fingere di dormire, è probabile che in questo momento mi metterei a piangere. Ma devo resistere, devo capire.

''D'accordo, questo poi lo approfondiremo più in là. Quindi immagino che dobbiate firmare voi, a questo punto, i fogli di accettazione e il contratto ospedaliero.''  continua il medico, prendendo dei fogli in mano.
Sento i due che firmano e poi continuano a parlare.

''Noi ci troviamo in una situazione un po' complicata. Non sappiamo come agire con lei e abbiamo paura di sbagliare. Possiamo venire a visitarla qui? Diteci voi come comportarci, perché noi non sappiamo proprio cosa fare.'' sospira rumorosamente il ragazzo.

''Non dovete assolutamente parlare con lei, questo è fondamentale. Potrebbe influire negativamente e in modo molto grave su ciò che succederà nelle prossime settimane. Può rimanere tranquillamente qui e noi ci prenderemo cura del bambino, sempre che non ci sia bisogno di trasportarla in ospedale. Sto già in contatto con una dottoressa dell'ospedale più vicino in caso di emergenza.'' afferma il medico mentre sento che maneggia dei fogli.

''Va bene. Qualsiasi cosa, sapete come contattarci.'' annuncia Amelie, quasi come se potessi percepire la stanchezza e la disperazione nella sua voce.

Sento i passi che si allontanano lentamente e cerco di raccogliere tutte le informazioni che ho tratto da questa conversazione.

Ho due amici. Amelie la conosco, mentre quel Jake no.

Sono incinta, ma questo lo sapevo già.
So già di dover lottare per la creatura che cresce dentro di me, con tutte le mie forze.
Se solo sapessi di chi è...

Mia mamma non mi vuole. Questo, invece, non lo sapevo. Ma mi ferisce.

E...

''Non si meritava una morte del genere.'' aggiunge di sfuggita il medico mentre i due aprono la porta.

''L'unico modo per aiutarci è aiutare lei, quindi la prego, faccia il possibile. È stata lei a soffrire più di tutti.'' risponde Amelie con voce tremolante.

Io?

Per questo ragazzo...

Ma chi era per me?

Il Tuo Punto DeboleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora