34 - Partire

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"Signorina, mi vuole spiegare cosa succede?" le chiese il dottor Dickens un po' perplesso, ma quando vide sbucare Heiji dietro di lei capì. Charles invece continuava (come Sol del resto) a non capirci niente.

"Certamente" rispose Lucy con tono deciso, sedendosi su una sedia "succede che Heiji è suo figlio, e che noi tutti ci stiamo nascondendo troppe cose l'un l'altro."

Calò il silenzio generale.

Ecco a chi assomiglia pensarono sia Sol che Charles, lanciandosi un'occhiata.

"Bene" disse ancora Lucy, sorridendo "inizio io: mi chiamo Lucia e possiedo il Potere. Dottore, sua moglie è viva. Heiji, tua mamma ti ha solo prestato un ricordo della sua forza, non il Potere. Sol, ti amo più della mia stessa vita e sono stata troppo dura con te, dopotutto tu avevi ragione. Charles, per quanto io sia innamorata di Sol provo un profondo affetto nei tuoi confronti e ti sono grata per tutto quello che hai fatto per me. Bene, dovrei aver finito, avanti il prossimo!"

Nessuno sapeva cosa dire.

Dickens e Heiji si mandavano occhiate allarmate, preoccupate, stranite e speranzose allo stesso tempo. Una speranza che ormai avevano perso entrambi da tempo, ossia quella di ritrovare la moglie del dottore e madre del ragazzo, si era riaccesa improvvisamente nei loro cuori, come una fiamma in cima ad una fiaccola. Sol era senza parole e Charles non sapeva se ridere per la situazione o piangere per il palo che aveva appena ricevuto.

A rompere il silenzio, fu il dottor Dickens.

"Mi chiamo Milo Dickens e sono il capo di tutti qui. Signorina Foster, esigo delle spiegazioni. Sol, da domani sarai libero. Heiji, perché non me l'hai detto? E Charles... No a te non ho niente da dire Charles."

Allora fu il turno di Heiji.

"Pa', come ti è saltato in mente di tenermi nascosta l'esistenza di 'sti due? Non te l'ho detto perché pensavo mi avresti dato del pazzo! Andiamo, uno che ti dice che sente la presenza di persone come lui? No no no era fuori discussione, mi avresti rinchiuso in uno di questi Istituti del cavolo! Lucy, io non so cosa dire ma tu mi devi delle spiegazioni riguardo a mia mamma, e Sol il tuo Potere non funziona per colpa tua! E Charles... Grazie di essere stato con mio padre per tutti questi anni."

"Cosa vorrebbe dire che è colpa mia?" sbraitò allora Sol, alzandosi in piedi "Qui siete tutti impazziti! Dottore, lei per primo è completamente fuori di testa: ci tratta tutti come detenuti, quando dovrebbe solo aiutarci. L'unica qui dentro che è umana è Lucy. Charles grazie per tutto quello che hai fatto per me e scusami per quella sera al ballo. E Lucy... Con te preferirei parlare in privato."

Calò il silenzio.

La tensione era palpabile, e tutti tremavano di rabbia o per l'emozione. Tutti tranne Charles, che non aveva motivo di essere arrabbiato o altro. Non c'entrava niente, poverino, in quel gruppo di svitati con Poteri sovrannaturali e storie famigliari complicate.

"Io non ho molto da dire" mormorò, a bassa voce "voglio dire, voi tutti avete storie complicate, mentre io sono solo un ragazzo. L'unica cosa che vorrei dire è... Heiji, tuo padre è un grand'uomo, davvero."

Allora la signorina Foster si alzò, fece risedere Sol con un gesto della mano e sorrise amabilmente.

"Penso che sia arrivato il momento di dare delle spiegazioni, a tutti voi." disse, e le spuntarono le lacrime "vede, dottore, sua moglie è viva. Certo, l'Inondazione l'ha portata via, ma lei possedeva il Potere quindi è ancora lì, da qualche parte. Quando l'acqua ha distrutto la vostra casa, lei è riuscita a trasmettere a vostro figlio una piccola abilità speciale: lui può sentire quelli come noi, nella speranza di trovare sua madre." Lucy si voltò verso il ragazzo. "Tu credevi fosse morta, per questo hai cercato me e Sol. Ma è viva, quindi ti consiglio di andare al più presto a cercarla." Allora, la ragazza guardò i suoi due amici: "Sol, Charles, a voi devo chiedere scusa." Disse, prendendo le loro mani ed inginocchiandosi davanti a loro. "Ho fatto un casino, perché ho lasciato che i miei sentimenti ed il mio lavoro si incontrassero. Perdonatemi. Vorrei che fosse chiara una cosa, a tutti e due: Sol è il mio compagno, Charles un amico a cui voglio molto bene."

Detto ciò, tornò a sedersi.

Ora c'era un senso di calma generale. Tutti stavano cercando di assimilare le informazioni che la signorina aveva dato loro, e c'era chi ci riusciva meglio e chi ci riusciva peggio. Per Heiji ed il dottor Dickens era molto difficile, per Sol un po' meno e per Charles per niente. I secondi passavano, lenti, e rintoccavano sonoramente.

Alla fine fu Heiji a prendere la parola.

"Partirò oggi stesso" disse, con le lacrime che gli sgorgavano dagli occhi neri "grazie a tutti voi."

Detto questo uscì dalla stanza, e suo padre lo seguì a ruota. Era normale che i due volessero stare un po' assieme. Allora Charles dichiarò che sarebbe andato a controllare la cartella di Amos, per vedere se cambiare qualcosa nel suo programma o meno, e così dicendo uscì. Allora, nella stanza rimasero solo Sol e Lucy.

La ragazza si mosse velocemente verso di lui, e gli gettò le braccia al collo. Gli si sedette in braccio, per poi prendergli la testa tra le mani e stampargli un bacio sulla bocca.

"Scusami tanto... Pe tutto" mormorò, e Sol le accarezzò dolcemente i capelli.

"Senti Lucy" le disse, prendendola per le spalle e guardandola negli occhi "devo dirti una cosa, ma ti prego non leggermi perché voglio essere io a dirtela." La ragazza annuì, e lui le asciugò le lacrime con i pollici. "Vedi, ci ho pensato mentre parlavi e sono giunto alla conclusione: Heiji e sua madre potrebbero aiutarmi con il problema del mio Potere, quindi andrò anche io con lui a cercarla."

Ci fu qualche secondo di silenzio.

"Cerca di capire..." provò a spiegare allora Sol, mentre guardava gli occhi della signorina riempirsi di lacrime "io non posso continuare a..." ma la voce gli morì in gola quando lei lo abbracciò di nuovo.

"Va bene" gli disse, sorridendo dentro la sua spalla "va bene non c'è problema. Io voglio che tu sia felice, e se lo sarai andando a cercare la madre di Heiji per me andrà bene."

La signorina Foster sapeva che in quel momento stava dando l'ultimo abbraccio al suo ragazzo prima di quelli che sarebbero stati tanti mesi di lontananza. Non si sarebbero potuti scrivere, lei non avrebbe potuto avere sue notizie, e le sarebbe arrivato un telegramma solo in caso di morte. Ma in fondo, se lui era felice, a lei bastava quello.

La porta si aprì, e fece capolino Heiji.

"Uhm vorrei dire che torno più tardi ma mi sa che non torno per i prossimi mesi quindi..." disse, quando vide i due abbracciati che si baciavano, e la signorina Foster lo guardò sorridendo.

"Non fa niente" disse, e si alzò dalle gambe di Sol.

"Vengo con te." affermò lui, avvicinandosi al corvino e mettendogli una mano sulla spalla.

SMILE Where stories live. Discover now