27 - Ballo

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La signorina Foster non aveva mai visto l'ultimo piano dell'Istituto.

Era forse il punto più umano di tutto l'ICP: un'enorme sala con dei tavoli, una pista da ballo, un'area cucina con dei ragazzi che sfornavano pietanze prelibate ogni secondo, un'enorme vetrata che lasciava vedere tutta l'Isola e delle luci molto gradevoli. Sembrava una sala dei ricevimenti, non l'ultimo piano di un Istituto per Casi Pericolosi.

Lei e Sol fecero il loro ingresso a braccetto: la guaritrice indossava un bellissimo vestitino bianco, e dava l'idea di essere così pura, così leggera, che non sembrava possibile che fosse la stessa ragazza che qualche ora prima aveva distrutto il signor Dubois, mostrando quelle scene macabre e parlando con voce tagliente. I suoi ricci bruni erano liberi sulla schiena se non per qualche ciocca, che la ragazzina aveva puntato con un fermaglio dietro la testa per non farsele finire sugli occhi.

I signori del consiglio erano già tutti presenti quando i due arrivarono, così come Charles ed il dottor Dickens, e stavano passeggiando tranquillamente per la sala sorseggiando bicchieri di vino, serviti da un ragazzo in smoking che girava per la sala con un vassoio. Arrivò anche da Lucy e Sol, e quest'ultimo prese sorridendo un bicchiere di vino bianco, mentre la ragazza rifiutò gentilmente.

"Non dovresti bere" gli sussurrò, ma senza rabbia nella voce "non so quanto a Dickens possa far piacere..." allora Sol sorrise, e la guardò con gli occhi che brillavano.

"Perdonami" disse "ma erano anni che non toccavo alcool, almeno oggi concedimelo". Lucy non ebbe niente da ridire, ma sussurrò al ragazzo di non strafare.

In quella arrivò Dickens, con la sua aria seria e lo sguardo duro, ma si vedeva che era rilassato e contento:

"Buonasera signorina" disse, e rivolse un'occhiata storta a Sol "sono felice che abbiate accettato di ricevere i signori del Consiglio, e spero che fornirete delle spiegazioni esaustive a queste persone." Lucy sapeva che se non fosse stato così, avrebbe potuto dire addio all'ICP ed a tutto quello che c'era al suo interno.

"Lo faremo" rispose, sorridendo, ed assieme a Sol fece qualche passo all'interno della sala.

Dopo qualche minuto, una donna con un grembiule annunciò ai gentili ospiti che la cena era pronta per essere servita, e tutti presero posto ai tavoli. La signorina e Sol furono invitati da un uomo con i capelli del colore dell'ambra a sedersi con lui ed altre persone, e così si sedettero al tavolo.

"Mi presento" disse l'uomo che li aveva invitati "mi chiamo Daniel Keller, rappresentante dell'Isola numero sessantotto, piacere di conoscervi".

"Lucia Foster" rispose la signorina, e Sol si stupì a sentirla usare quel nome "e lui è il mio compagno, Sol" proseguì Lucy, stringendo leggermente la mano del ragazzo.

"Molto lieto" disse lui, ed in quella arrivò una cameriera con i menù.

"Non sapevo che l'ICP avesse un piano del genere" mormorò la signorina Foster, ammaliata da quella bellissima atmosfera, ed una signora dai capelli rossi e ricci, seduta al tavolo con lei, sorrise.

"Tutti gli Istituti ce l'hanno" rispose "sono per il personale: ogni tanto, i medici ed il personale si prendono una serata, e poi qui sono situate le cucine in cui vengono preparati i pasti per tutti i CP" spiegò, e Lucy la ringraziò per la risposta.

"Bene, signorina Foster" azzardò allora l'uomo dai capelli ambrati "ci vuole raccontare qualcosa sull'altro giorno?"

Sol fece una faccia colpevole, e Lucy gli accarezzò dolcemente la mano infondendogli una profonda calma.

"Certamente" rispose, sorridendo "è che ho fatto un errore." Sol la guardò con fare interrogativo, e lei sorrise dolcemente "Vedete, gentili signori, prima di qualche settimana fa non sapevo che ci fossero altre persone come me: prima della Catastrofe i miei genitori mi avevano sempre tenuta nascosta al mondo esterno, e quando l'Inondazione ha distrutto tutto io credevo di essere l'unica. Solo quando ho incontrato Sol, ho appreso di non essere la sola persona a possedere il Potere, ed ero estremamente felice quando l'ho scoperto. Ho chiesto a questo ragazzo di usare più energie di quante ne riuscisse a controllare, e per colpa mia ha esagerato."

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