12 - Inondazione

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Charles era seduto sul letto, nell'appartamento di Lucy, che guardava fuori dalla finestra. La pioggia scendeva incessante, era pomeriggio. Com'era possibile che fosse già pomeriggio?

E lei, lei dov'era?

Passarono minuti su minuti, e poi la porta dell'appartamento si aprì ed entrò la signorina. Era bella, bella come al solito, aveva quei capelli marroni che le ricadevano nella solita treccia disordinata che usava quando usciva dal suo appartamento. Gli occhiali, leggermente abbassati sul naso, le conferivano quell'aria rilassata, da brava ragazza, che avvinghiava tutti quanti con le sue dolci parole, ed i movimenti piccoli quanto mirati si compivano quasi da soli. La sua sola presenza, rallegrò infinitamente il cuore di Charles, che improvvisamente uscì da quello stato di mezzo - trans in cui si ritrovava, ed alzò il capo per vedere quella piccola figurina fare il suo ingresso nella stanza.

Era fradicia, teneva in mano un ombrello bianco che il ragazzo conosceva, ed aveva l'aria di chi ha appena visto tutta la vita passargli davanti. Non era stanca, no, anzi sorrideva pure, ma era come se avesse appena capito il senso dell'universo. Si guardava attorno, come se non lo vedesse, e scrutava impercettibilmente ogni singolo atomo della stanza. Lo ispezionava, lo controllava, come alla ricerca di qualcosa.

Il ragazzo, sarebbe stato ore ed ore a fissarla: così bella, così piccola e fradicia, con quel sorriso meraviglioso e gli occhiali pieni di goccioline microscopiche. La vita snella, alta non più di un metro e cinquanta, la signorina Foster era tutto quello di cui Charles, in quel momento, aveva bisogno.

O almeno, così credeva.

"Charles, non va bene" disse alla fine la signorina, interrompendo quel silenzio irreale che c'era nella stanza.

"Cosa?" chiese il ragazzo, facendole posto vicino a sé, e lei si sedette sul letto con lui.

"Questo" rispose, facendo un gesto con la mano.

"Hai appena indicato me" commentò Charles, ora un po' irritato, e la signorina Foster scoppiò a ridere e gli accarezzò una mano.

"No, non intendevo te" rispose, poi si fece seria "avevo dieci anni quando è successo." mormorò, con la voce spezzata

"Parli dell'Inondazione?"

"Sì" silenzio, solo la pioggia a provocare un minimo rumore, sembrava che anche i respiri si fossero messi in modalità silenzioso "avevo dieci anni, vivevo in una meravigliosa campagna francese. I miei genitori... Loro mi tenevano lì, per nascondermi al mondo: una persona con un Potere come il mio... non si poteva rendere pubblica. Il mondo esterno a quella villa in campagna non mi conosceva, ed io non conoscevo lui."

Ancora, ci furono dei minuti di silenzio. Charles aspettò, pazientemente, che fosse Lucy a proseguire, e lei rimase per tanto tempo a guardarsi le gambe incrociate sul copripiumino azzurro.

"Un giorno il cielo è diventato nero" proseguì la signorina "ed è arrivato un forte vento dall'est. La pioggia ha iniziato a scendere e non si è più fermata, il vento soffiava e non la smetteva, e faceva freddo, e le pareti tremavano, e tutto il mondo tremava." ora era agitata, e nella sua voce si percepiva angoscia "mia madre mi disse di salire in cima ad un monte, e di arrivare alla vetta entro la notte. Disse che lei e papà sarebbero arrivati. Beh io salii il monte, ed aspettai giorni: vidi le acque inondare tutto, vidi arrivare il mare da dove una volta c'era l'Italia. L'acqua sporca, che saliva costantemente e non sembrava intenzionata a fermarsi, iniziò a circondare il mio piccolo monte, e fui costretta a salire su uno ancora più in alto. Rimasi lì per settimane, e spenso di essere sopravvissuta solo grazie al mio Potere, ma quando mi trovarono ero senza forze."

Le forti braccia di Charles abbracciarono la signorina, e le asciugarono le lacrime che le si erano andate a formare negli occhi. Non si rendeva conto che parte di quello che provava, in quel momento, era dovuto al rilascio del Potere da parte della guaritrice, ma forse non gli importava.

SMILE Where stories live. Discover now