33 - Riconciliazione

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"Va tutto bene?"

La signorina entrò dicendo queste parole nella stanza di Sol. Era ancora estremamente arrabbiata con lui, ma aveva appena finito una chiacchierata alquanto sconnessa con Heiji, ed aveva avuto il presentimento di doverlo andare a trovare.

"Sì" le rispose, guardando il soffitto com'era solito a fare.

La signorina si sedette sul letto vicino a lui, e gli poggiò una mano sul petto. Le tornarono in mente i pensieri di Heiji: certo che quel ragazzo non era stato molto chiaro... La sua testa era piena di immagini, parole sconnesse tra di loro che neanche lui sapeva come riordinare, dati di cose random, volti tutti diversi tra loro, voci, nomi non associati a nessun volto...

Anche quello che diceva non aveva molto senso: sembrava che non avesse scelto lui di venire in quel luogo, e che la cosa lo infastidisse molto, ma continuava a dire che era andato lì per cercare lei e Sol. Non le aveva saputo dire come li conoscesse: non si ricordava quando i loro nomi gli erano entrati in testa, sembrava ci fossero sempre stati, e non sapeva dirle chi glieli aveva detti, ma in qualche modo sapeva che loro due avevano il Potere.

"Sai oggi ho conosciuto un ragazzo strano" mormorò Lucy, accarezzando il petto di Sol "lui... non capisco quale sia il suo ruolo nel mondo."

"Un CP?"

"No, non credo almeno"

Le ricordava qualcuno, Heiji, qualcuno di cui non riusciva a ricordare il nome.

"Sai, quel ragazzo sa tutto su di noi. Sa del Potere, sa che qui ci siamo io e te... Sa persino cose legate alla mia vita privata prima della Catastrofe. Ma non è in grado di spiegarmi perché è a conoscenza di questi fatti." continuò Lucy, sentendo le lacrime che si facevano spazio nei suoi occhi.

"Dove l'hai incontrato?"

"Sul tetto"

La manina di Lucy si fermò sul cuore di Sol.

"Lui... Sa di noi." mormorò, ed in un battito di ciglia Sol era seduto che la stringeva tra le sue forti braccia. La signorina era in lacrime. I loro respiri erano vicini, i cuori battevano l'uno contro l'altro, e forse era quello il momento perfetto forse no. C'era una crepa enorme di parole non dette ed azioni non fatte, che in quel momento si impadronirono di loro. Lucy stringeva tra le mani la camicia del ragazzo seduto vicino a lei, e lui la abbracciava come avesse paura di vederla scomparire da un momento all'altro.

Io sono qui per aiutare queste persone... Ma non posso farlo senza di te. Mi devi stare vicino, mi devi parlare, devi stare con me o non ce la farò. Come ho potuto? Come ho potuto credere di poter fare tutto da sola, quando ti avevo solo ad un metro da me?

"Mi dispiace..." mormorò Lucy, mentre si iniziava a scaldare ed illuminare contemporaneamente "mi dispiace tantissimo..."

Mise la mano sul petto di Sol.

"Perché mi chiedi scusa?" domandò allora lui, sorridendo, mentre iniziava a brillare a sua volta.

"Perché ho tardato così tanto a venire" rispose la signorina tra i singhiozzi, mentre ancora si stringeva alla sua camicia.

Era tutto quasi irreale: si erano guardati male a vicenda per giorni, ed anzi era stata più Lucy a lanciargli occhiate assassine che il contrario, ed ora erano abbracciati. Come due calamite, erano andati a sbattere l'uno contro l'altra ancora una volta.

"Che bel quadretto"

Furono quelle parole a distruggere l'attimo: nessuno dei due se n'era accorto, eppure nella stanza ora c'era una terza persona.

"Heiji" dissero contemporaneamente Sol e Lucy, ma il ragazzo non mosse un muscolo. I due si guardarono per un istante, poi la signorina prese la parola.

"E tu come lo conosci?" chiese a Sol, che fece per rispondere ma fu interrotto da Heiji.

"Sono passato a trovare anche lui, ma non sa leggermi quindi è inutile" rispose.

La signorina sospirò, e mentre pensava a come rispondere sentì il suo corpo che iniziava a scaldarsi. Non di nuovo pensò, mentre vedeva la sua pelle iniziare a risplendere ed emanare luce da tutti i pori.

"Non ne posso più di questa cosa" commentò Sol con aria mogia, e Lucy sentì quanto era rimasto ferito dalle parole di Heiji.

"Ah si, mi ero dimenticato di eliminarlo" commentò quest'ultimo, avvicinandosi ai due e mettendo loro una mano sulla spalla destra. In men che non si dica iniziarono a spegnersi, fino a tornare ad essere due normali ragazzi. Lucy strabuzzò gli occhi.

"Cosa vuol dire che ti eri dimenticato?" chiese, sorridendo dolcemente, ma Sol rabbrividì nel sentire quel tono: era furiosa.

"Avevo attivato un segnale di ritrovamento per riuscire ad individuarvi. Sai, è l'unica cosa che sono riuscito ad imparare, ma non lo so ancora controllare bene ed ogni tanto si spegne."

"Non fossimo qui ti ucciderei a pugni" rispose Sol, ma senza troppa emozione nella voce: aveva sperato che quella fosse una qualche reazione alla sua perdita del Potere, ma ora che gli era stata sbattuta in faccia la verità... Non centrava il fatto che avesse perso le sue abilità, non c'era più traccia delle sue forze.

Forse aveva solo esagerato, ed una volta esaurito il Potere non era più riuscito a ricaricarsi...

"Smettila." lo rimproverò Lucy, senza smettere di sorridere "Non pensarlo neanche, il Potere non se ne va senza una ragione."

Heiji sobbalzò.

"Incredibile... Lei ne sarebbe così felice. Anche lui dopotutto..." mormorò.

"LUI?" domandò allora Lucy, e questa volta nella sua voce c'era rabbia.

"Cosa...?" cercò di dire Sol, ma la signorina lo interruppe prendendolo per mano. Fece lo stesso con l'altro, e poi uscì dalla cella trascinandoseli dietro. Li portò fino all'ufficio del dottor Dickens, dove c'erano lui e Charles.

Era alquanto strana come situazione, e l'unica a non risultare fuori luogo era proprio la signorina Foster.

"Ora ci sediamo tutti assieme" disse, sorridendo ed ansimando "e facciamo un bel discorso, in cui ci diciamo TUTTO quello che dobbiamo dirci. Tutti e cinque."

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