14 - Trovata

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"Dove? Dove sono stata trovata? Voglio sapere dove!"

La signorina Foster era davanti all'altissimo dottor Dickens, con un'aria infuriata e le gote rosse per l'emozione. L'uomo la fissava mezzo sbalordito, e si chiedeva dove fosse finita la gracile ragazzina che era stata in tutti i giorni precedenti. Ora, Lucy era completamente diversa da come lui l'aveva sempre vista: era arrabbiata, non tremava e lo guardava addirittura negli occhi. Gli era arrivato Charles in casa, qualche minuto prima, dicendogli che la signorina aveva un urgente bisogno di lui; tempo di vestirsi ed uscire dalla stanza, che la piccola figura gli si era presentata davanti e gli aveva chiesto con tono sicuro di andare nel suo ufficio. Ma quella non era autistica? Da dove era uscita tutta quella rabbia?

"Sui monti Urali, signorina, o almeno quello che ne resta." La risposta la lasciò di sasso: come sui monti Urali? Lei era andata su un monticello in Francia, non in Russia. Ma cosa stava succedendo? Come ci era arrivata, lei, sui monti Urali?

"E perché quel CP è considerato tale!?" chiese, con le lacrime agli occhi. Il dottore si passò una mano sulla testa pelata, sospirò e si sedette alla sua scrivania.

Dopo aver trafficato un po' con delle carte, fece segno alla signorina di sedersi e tirò fuori una cartella identificativa. Era di Sol, il ragazzo depresso, ed aveva l'aria di essere una cartella molto vecchia.

"Si trova qui da quando l'Istituto è stato attivato" disse "potrebbe essere uno dei primi PP che sono stati rinchiusi qui. Ha rapito ed assassinato una ragazzina, nei dintorni di una ex campagna francese. Pare che la piccola fosse stata mandata lì dai genitori, e che la madre avesse chiesto disperatamente al cugino di recuperarla una volta finita l'Inondazione. Quando quest'ultimo si è recato lì, dove ci doveva essere la bambina c'era solo il PP, sporco di sangue e pieno di ferite. Inizialmente credevamo che il sangue fosse il suo, ma dopo un'analisi il gruppo sanguigno del CP e quello del sangue ritrovato sul suo corpo non combaciavano". Il dottor Dickens, mentre faceva quel discorso, decise di non fare domande sulla situazione. Era già straordinario che improvvisamente la ragazza che lui aveva sempre visto come una bambina impaurita si stesse finalmente aprendo, non voleva andare a peggiorare la situazione.

In quel momento, le memorie tornarono in vita: la signorina si ricordò di quel giorno, di quella figura alta e potente che l'aveva portata via. Non le era ancora chiaro tutto, ma si ricordò di avergli detto il suo nome. Il suo vero nome.

Sotto lo sguardo attonito di Charles e del dottore (Nathan era stato riportato in cella) la signorina scattò in piedi, e si precipitò nuovamente nella stanza del CP. Si fermò, ansimando, quando fu entrata e si fu chiusa la porta alle spalle, poi guardò il ragazzo e quello le rivolse uno sguardo annoiato.

"Finiscila di mentire" lo sgridò severamente Lucy "ho capito chi sei." Sol si mise a sedere, e guardò la signorina sorridendo.

"Finalmente ti rincontro, Lucia" disse. La signorina si sedette su una sedia, e lo guardò tremante.

"Chi sei tu?" chiese, ed il ragazzo scoppiò a ridere. Dickens nella camera di sorveglianza sbatté ripetutamente la testa contro il tavolo per l'esasperazione. Non aveva ancora attivato l'audio, ma era la prima volta che quel ragazzo rideva da quando era lì. Quel ragazzo, che era sempre stato depresso e più o meno inesistente, ora stava ridendo. Questo, perché c'era la signorina.

Non ci capiva più niente.

"Hai detto di saperlo, prima" rispose, poi la guardò serio ed indicò le telecamere "ci stanno ascoltando" affermò "il doc vuole sapere di me." a Lucy in realtà la cosa non dava troppo fastidio, si sentiva sicura sapendo che dall'altra parte del muro c'erano delle persone pronte a proteggerla, ma capì al volo che quel ragazzo non avrebbe parlato se ascoltato da altri. Dickens si chiese a quale cerchia di stregoni appartenessero quei due, perché dall'interno era impossibile sentire quando veniva aperto l'audio.

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