16 - Controllo

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"Devi concentrarti, devi sentirmi dentro di te"

Lucy guardò Sol, che le stava cercando di spiegare come rintracciarlo tramite il Potere. Erano seduti sul suo letto, ed erano ormai due ore che Lucy cercava di capire in che stanza si trovava il ragazzo tramite il Potere, ma con risultati inesistenti.

Erano passate due settimane da quando la signorina aveva detto al dottor Dickens di lei e Sol, ed anche se lui non l'aveva ancora perdonata per le sue azioni era giunto alla conclusione che doveva assolutamente iniziare ad insegnarle tutto quello che sapeva. I due passavano tutto il tempo che Lucy non impiegava con i CP a stare assieme, volare attorno all'edificio con il Potere di Sol e cercare di allenare quello di Lucy. Sebbene lei fosse molto contenta di questa loro attività, per qualche strana ragione non riusciva proprio a connettersi con il ragazzo.

I due le avevano provate tutte, per entrare in sintonia: avevano dormito assieme, si erano baciati, il ragazzo aveva curato i lividi della signorina, lei aveva frugato nei suoi ricordi, ma niente. Lucy non riusciva a sentirlo, e Sol non riusciva a capire il perché.

Sol si era rivelato una persona estremamente gentile, con un senso dell'umorismo meraviglioso ed un forte carisma. Aveva dimostrato più volte la sua forza (sia fisica che mentale) sorprendendo la signorina con spettacoli come nevicate notturne, aurore boreali nella sua stanza e piogge di stelle cadenti. Lei, di canto suo, si era convinta che quel ragazzo fosse una specie di essere perfetto a cui fare sempre riferimento.

Tutto il resto, in quelle due settimane, era andato avanti in maniera abbastanza monotona: Lucy aveva fatto visita più volte a Nathan ed Amos, ed aveva annunciato che entro una settimana il primo sarebbe stato pronto per essere rilasciato. Man mano che andava avanti, riusciva ad aiutare sempre meglio i CP; stava iniziando a capire come trattarli e di conseguenza ci metteva meno tempo ad individuare il problema e toglierlo.

Chi invece non migliorava affatto era Amos: Lucy cercava di usare meno energia possibile con lui, per disintossicare il suo corpo, ma spesso il ragazzo in assenza di Potere e di francobolli cadeva in crisi e cominciava a farsi del male da solo. La signorina era molto preoccupata per lui, ma in fondo sapeva che era solo questione di tempo: presto, o sarebbe morto o avrebbe iniziato a guarire. Era la doppia faccia del Potere.

Se il dottor Dickens, dopo aver visto in atto il Potere di Sol, si era rassegnato all'idea di lasciarli agire come meglio credevano (a patto che la signorina facesse visita ad almeno un CP al giorno);Charles, aveva iniziato ad essere distaccato e guardare i due con aria diffidente. Era arrabbiato con Lucy, ed aveva paura di Sol. Li vedeva svolazzare nel cortile dell'Istituto, e si riempiva di pensieri sul fatto che era ovvio che la signorina avesse scelto quell'affascinante ragazzo che sapeva volare e controllare gli elementi invece che lui: un ragazzino con gli occhi storti.

Eppure, non poteva fare altro che pensare che quel ragazzo non aveva fatto niente per lei: certo, l'aveva fatta divertire e probabilmente l'aveva ammaliata con dolci lusinghe, ma tranne quello le aveva solo raccontato tante storie. Okay, le curava i lividi, ma la signorina doveva imparare a guarire da sola e quel ragazzo non aiutava.

No, ma chi vogliamo prendere in giro, Charles era solo geloso. La signorina voleva dire molto per lui, ed il fatto che ora passasse i suoi pomeriggi a ridere con quel biondino piuttosto che con lui gli metteva una profondissima tristezza mista ad invidia.

A proposito di quei due, in quel momento Sol e la guaritrice si trovavano seduti sul letto blu della signorina, che cercavano invano di entrare in collegamento.

"Non ci riesco" rispose la signorina, sul punto dell'esasperazione "non ci riesco è come se ci fosse una barriera." Sol si passò la mano tra i capelli, e la prese per mano.

SMILE Where stories live. Discover now