22.3 Onde rappacificanti

Zacznij od początku
                                    

Tacque, lasciando l'Inverno confuso tra i suoi pensieri.

«Tu non hai scelto, è stata Iris ad andarsene» obiettò Erik.

Ariel esplose in una risata cristallina. «Oh, andiamo! Credi che non avrei potuto richiamarla qui? Ho dovuto lasciare che lei si allontanasse perché Dante, a differenza di Iris, non ha un posto al mondo che non sia questo. Ho riflettuto sulle conseguenze che le mie azioni avrebbero avuto su entrambi.»

«Quindi io dovrei far tornare Iris?» chiese lui, confuso dalle sue parole. Anzi, ad ammettere la verità, l'Inverno aveva sempre le idee poco chiare quando chiunque gli parlava di lei.

«Non proprio» gli sorrise la regina Dal Mare. «Dovresti portarla con te quando lascerai il mio regno. A prescindere se tu andrai nel Defi o altrove. Vedo chiaro davanti ai miei occhi che voi siete destinati a stare insieme, e che non sarà una lite tra lei e Dante a cambiare questo fatto.»

«Lui la odia... E non capisco come sia possibile» disse Erik. Sospirò e si perse a guardare le onde del mare davanti a sé, cercando di scacciare il ricordo della discussione tra la sua amata Iris e il principe con cui aveva un rapporto di amicizia. Non riusciva a dimenticare quelle accuse pesanti di lui ma, più di tutto, non riusciva a rimuovere la sensazione che aveva provato in quel momento. Ripensandoci a posteriori, si era visto come un'immagine dipinta in un quadro, incapace di prendere posizione tra i due o di mediare la lite o di tentare di riappacificarli. Che lui fosse presente era stato del tutto inutile.

«Quando Dante si mette in testa qualcosa, è difficile che cambi idea» gli spiegò Ariel. «Ha avuto sin da subito un'impressione sbagliata a proposito di Iris, è ancora convinto che lei abbia voluto raggirare entrambi per mire personali. In realtà non è un ragionamento sbagliato, perché nei suoi panni penso che chiunque l'avrebbe pensato, ma lui non la conosce come la conosciamo noi due.»

«Quindi pensi anche tu che lui abbia torto?»

La regina sospirò. «Non proprio. Penso che lui abbia un punto di vista diverso dal nostro.»

«No, Ariel. Dante ha detto che secondo lui Iris ha a che vedere con la morte del re e della regina, oltre che di quella dell'intera corte. Non è un punto di vista» ribatté l'Inverno.

«Erik... non ci sono prove né del coinvolgimento di Iris né del contrario» sorrise lei. «Io non sono disposta a credere che Iris sia coinvolta. Oltre a non essere qui, lei non avrebbe potuto organizzare un piano del genere, perché non sapeva che noi saremmo stati lì con lei. E avrebbe corso il rischio di perderti per sempre? Noi due saremmo dovuti essere al Roccei... e se non avessimo perso la cognizione del tempo insieme a lei, a Ehoi, saremmo andati incontro al destino di tutti gli altri.»

Lui annuì, concorde. Si alzò in piedi, che aveva lasciato scalzi come era solita fare Ariel, e si avvicinò al mare, che proseguiva in quella sua eterna litania che lo inebriava, donandogli quella sensazione a cui l'Inverno non si abbandonava mai, neanche con il vino. L'acqua gli sfiorò le caviglie e lui comprese per quale motivo anche Flora, che lui non aveva mai visto su una spiaggia, ne era tanto affascinata.

«Erik!»

La voce di Ariel che lo richiamava dalla panca lo scosse, consegnandolo prigioniero della realtà. Si voltò e la vide raggiunta dalla cameriera sopravvissuta al peggior Roccei della storia di Selenia. La ragazza teneva in mano il vassoio di argento che utilizzava per consegnare loro le lettere che giungevano al palazzo. Che ce ne fosse una per lui?

Ripercorse i suoi passi impressi sulla sabbia, e la regina che teneva tra due dita una lettera sigillata. La giovane gli rivolgeva uno sguardo torvo, che confondeva la povera cameriera.

Selenia - Trono rovesciatoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz