2. Primo giorno

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Narratore esterno

Sono passati quasi 15 anni dalla vicenda accaduta nel parcheggio, però, Cassidy ricorda quel giorno come se fosse appena accaduto, ormai quella bimba dagli occhi azzurri, piccola e indifesa, è scomparsa, lasciando spazio a una giovane donna dai capelli lunghi e lisci, con le forme al punto giusto, che, prova sempre a nascondere con delle felpe o maglie il triplo della sua misura reale e quegli occhi brillanti che aveva con il tempo sono diventati cupi, così cupi che non sembrano più azzurri ma grigi.
C'è chi dice che dagli occhi di una persona si può vedere tutto, perché gli occhi non mentono, non possono farlo, guardando gli occhi di una persona si può capire se quella persona è felice, triste o arrabbiata, si può capire se si è innamorati o se si odia qualcuno, perché è facile mentire con la bocca ma non con gli occhi perché riflettono la tua anima, però ci sono occhi che non sono facili da decifrare come quelli dì cassidy, perché alle volte, per non soffrire, devi riuscire a ingannare le persone, devi portare una maschera, però quando indossi una maschera per troppo tempo, non è semplice essere te stesso, Luigi Pirandello diceva "c'è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno"

Cassidy's pov

La sveglia suona, la voglia di alzarmi in questo momento è pari a zero, magari dormi altri 5 minuti
"Buongiorno Cass, il sole splende" la porta si apre ed ecco che entra quel rompi scatole di mio cugino Seth
"Seth lasciami stare" dico e mi copro anche la testa, Seth leva la coperta con forza e inizia a farmi il solletico
"Ba-b-basta t-ti pr-rego" provo a dire tra le risate, lui si ferma e mi guarda
"Buongiorno cuginetta" dice lui sorridendo
"Si buongiorno, sto andando a farmi una doccia fredda" non lo lascio rispondere che mi chiudo in bagno, entro nella doccia e lascio che l'acqua fredda scorre sul mio corpo, che sbadata non mi sono presentata
Il mio nome è Cassidy Megan Smith e ho compiuto 19 anni a maggio, abito con i miei zii e mio cugino da quando avevo 4 anni, per motivi di cui non voglio parlare, oggi è il mio primo giorno all'università, voglio studiare arte, vorrei diventare un'artista o una maestra d'arte, questo si vedrà con il tempo, un'altra cosa che amo è la musica, la musica non ti tradisce e ti aiuta nei momenti belli e brutti, ho due migliori amiche Hope e Sophia, quest'ultima è innamorata di mio cugino dal 1 anno di liceo ma non si è mai dichiarato, io invece non voglio sapere niente di ragazzi, sono solo bravi farti soffrire...

Esco dalla doccia e rientro nella mia stanza, prendo un paio di jeans strappati, una maglietta a maniche corte e una felpa che ho rubato a mio cugino, sistemo i capelli in una coda alta e scendo al piano di sotto
"Buongiorno" mi salutano i miei zii, ricambio il saluto e mi siedo a fare colazione
"Pronta per il primo giorno?" Chiede mio zio, annuisco mentre metto in bocca dei pancakes, se c'è una cosa che amo più dell'arte e della musica è il cibo, mia zia dice sempre che dovrei essere più femminile ma a me non va
"Seth quante classi hai oggi?" Chiedo guardando mio cugino
"Solo una dalle 9:30 alle 10:30, però dopo ho il primo allenamento di calcio" dice lui, ah già Seth ha una grande passione per il calcio e gli hanno offerto di essere parte della squadra, annuisco e finisco di pranzare per poi salire al piano di sopra, oggi ho inglese dalle 9:00-10:30 poi ho due ore di pausa e ho storia dalle 12:30-1:45, prendo il mio quaderno da disegno e le matite, magari disegno un po' nelle due ore di pausa, la finestra della mia stanza è aperta, oggi c'è caldo magari la felpa non era una buona idea, prendo la mia giacca di pelle e la metto nella mia borsa, magari mi cambio se sento troppo caldo

"Zia sto andando a scuola" urlo, la sento urlare un 'buona fortuna' prendo le chiavi ed esco di casa, vado nel garage e prendo la mia piccolina, la mia moto, adoro le moto, il problema che qui a Manhattan non la posso usare per molto a causa del freddo e della neve, salgo sulla moto e sfreccio verso la mia nuova scuola...

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Connor's pov
"Io neanche voglio essere qui" mi lamento per la decima volta questa mattina, non capisco perché io abbia deciso di andare al college

Non l'hai deciso infatti

Ecco che la mia coscienza mi ricorda che il college non è stata una mia scelta, ma quella di mia madre e di quella stupida borsa di studio che mi è arrivata per essere parte della squadra di calcio, non che mi dispiaccia giocare a calcio però io non voglio essere chiuso in una scuola per chissà quanti altri anni
"Ti devi arrendere Connor, almeno 4 anni li devi fare" mi ricorda Eric, il mio migliore amico, sbuffo e mi dirigo in classe con lui, per mia fortuna abbiamo quasi le stesse classi, entriamo nella classe di storia e ci sediamo alla fine, mi guardo attorno, sembrano tutti un branco di secchioni, mentre mi guardo attorno, entra in classe una ragazza bionda con dei pantaloni attillati e una camicia bianca che da poco alla fantasia, mi fa l'occhiolino oops si è accorta che la stavo guardando
"Non iniziare Connor, sei in college adesso, non puoi giocare con ogni ragazza carina che vedi" dice Eric, scrollo le spalle e il professore entra, ecco che inizia la lagna

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Come avevo già costato la lezione di storia era una lagna totale, per fortuna ho solo una classe oggi, solo che adesso devo andare in palestra, mi arriva un messaggio
Da mamma: andato tutto bene ?
A mamma: si sto andando in palestra, ho l'incontro con la squadra di calcio
Da mamma: okay io sto andando in ufficio
A mamma: okay a dopo

Ora che ci sto pensando non ho detto niente su di me o la mia famiglia, prima di tutto il mio nome è Connor Caleb McCartney è ho 19 anni, sono al primo anno di college e odio la scuola, sto frequentando il college solo per far contenta mia mamma, siamo solo io e mia mamma, mio padre? Mio padre non c'è più, sono passati quasi 15 anni ormai, secondo un suo amico è stato ucciso da un certo Smith però mia mamma non ha mai creduto a questa storia, non so bene il perché ma lei cambia sempre discorso quando faccio delle domande, lei non lo fa notare ma  so che ancora non vuole credere che suo marito non c'è più dopo tutti questi anni, mio padre per lei era tutto, era la sua ragione di vita, il suo unico amore, come dice sempre lei, anche se questa è una cazzata perché l'amore non esiste, le ragazze servono solo a una cosa, servono solo per diver...

"Ma che cosa fai sta più attento" i miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile, mi accorgo che c'è una ragazza per terra con una macchia di caffè sulla felpa, insieme ad una borsa abbastanza grande , e un bicchiere ormai vuoto
Ma non sente caldo con quella felpa

Ma che ti frega aiutala più tosto

Ecco che la mia coscienza ritorna

Gli porgo la mano, che lei schiaffeggia e si alza da sola per guardarmi dritto negli occhi, i suoi occhi blu tendenti al grigio, mi penetrano al punto da farmi venire i brividi, scrollo la testa ma cosa sto pensando

"Ti potevi fare aiutare ragazzina" dico io
"io non ho bisogno d'aiuto, anzi dovresti stare più attento e guardare il corridoio" alza la voce lei, ma guarda qui questa ragazza, secondo me non è nemmeno 1,60 e urla me che sono 1,88
"Potevi anche scansarti" dico io
"Non ho fatto in tempo, come potevo sapere che un cretino mi veniva addosso" urla ancora, deve alzare la testa per guardarmi in faccia, rido mentalmente
"Mi sembri un po' troppo nervosa ragazzina, se vuoi ti faccio calmare subito" la guardo malizioso, lei mi guarda disgustata,
"Coglione" la sento sussurrare e se ne va, lasciandomi una bella vista del suo sedere fasciato dai jeans, la vedo entrare in una stanza, probabilmente il bagno e così vado verso la palestra, potrebbe iniziare ad interessarmi questo college se tutte le ragazze sono come lei....

Primo capitolo, ed ecco il primo incontro tra i protagonisti della storia, cosa succederà?

Sei il mio impossibileWhere stories live. Discover now