16 - Controllo

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"Seguimi" disse, portandola verso l'uscita dell'appartamento. Lucy, quasi incantata da quel tono di voce così sicuro ed autoritario, lo seguì senza opporre resistenza fin fuori dall'Istituto "hai bisogno di divertirti" le disse il ragazzo, sistemandole con un dito gli occhiali sul naso, ed i due si sollevarono in volo.

Lucy rilasciò un gridolino soffocato, quando il ragazzo iniziò a sfrecciare per i cieli e cavalcare le correnti. Sul suo volto di lui era dipinta un'espressione divertita, di chi stava sfidando il vento, e gli occhi lasciavano trasparire una grande emozione. La signorina rimase ammaliata da quello sguardo così sicuro e potente, e credette davvero di essere tra le braccia di colui che l'avrebbe salvata.

Sol, ad un tratto, la lanciò nel vento, e dopo un istante di terrore la signorina si accorse che l'amico stava modellando le correnti per tenerla in aria. Le labbra della signorina si modellarono in un enorme sorriso, quando Sol la prese dolcemente per una mano ed iniziò a danzare con lei sulle ali del vento. Il sole spuntò tra le nuvole, ad illuminare le danze dei due ragazzi, e Lucy si sentì così sopra le stelle che si dimenticò temporaneamente di tutti i suoi problemi.

Era così bello, così libera tra le lingue d'aria che le scompigliavano i capelli e le accarezzavano il gracile corpo, contornandole le forme. Il corpo del suo partner si muoveva dolcemente vicino a lei, e nulla avrebbe potuto distruggere quel momento.

Dopo un tempo indeterminato, riempito da danze e risate, Sol disse che era meglio tornare e prese per la vita la signorina. Lei si lasciò portare, e se avesse alzato lo sguardo verso l'amico si sarebbe accorta che non era più calmo e sorridente, ma il suo volto era contratto in una strana smorfia. Tuttavia, lo sguardo della signorina era concentrato sul mondo sotto di lei, e non le passò neanche per la mente il fatto che Sol potesse non stare bene.

Atterrarono sul tetto piatto dell'Istituto, poiché richiamati da Charles, che aveva attirato la loro attenzione sventolando un braccio. La signorina, ancora raggiante, lo abbracciò per salutarlo e gli stampò un bacio sulla guancia, mentre Sol si tenette a debita distanza.

"Dove siete stati?" chiese Charles, duramente. Il suo volto ricoperto di lentiggini era contratto in un'espressione arrabbiata, e guardava Lucy.

"Qui intorno" rispose lei, sempre sorridendo "Sol dice che..."

"Lucy smettila" furono le parole che uscirono, severe, dalla bocca di Charles, bloccando il discorso della signorina.

"Ma che ti prende?" chiese lei. Era in mezzo tra i due ragazzi: dava le spalle a Sol, e guardava il rosso con ancora un'accenno di sorriso.

"Smettila di fare così, non dovresti stare con lui e lo sai anche tu. Lui è pericoloso, sento che c'è qualcosa di sbagliato in lui." Lucy fece un verso di scherno, e guardò il ragazzo con aria di sfida.

"Ah si? Tu, tu lo senti?" chiese, sarcastica, e Charles annuì.

"Tu non ti rendi conto, non è lui il tipo di persona che dovresti frequentare, lui ti farà del male" disse il rosso, e la guaritrice sbottò:

"Ah si, e con chi dovrei stare? Con te?" urlò "lui è come me, lui sente quello che sento io, tu chi sei Charles? Non ti rendi conto di cosa voglia dire per me avere una persona come lui?" un tuono scosse il cielo, ed alcune gocce iniziarono a scendere su di loro "Sol, blocca la pioggia" ordinò la signorina, e le gocce cessarono "vedi?" proseguì, rivolta a Charles "lui è potente, e sa controllarsi. La mia unica possibilità è stare con lui, lui mi rende felice, lui è come me. Tu sei un caro amico, ma non sarai mai quello che è lui, mi capisci?" i fremiti di rabbia scuotevano il piccolo corpo della signorina "Smettila di guardarlo come se lui fosse un problema, smettila di guardare me con quello sguardo accusatorio. Tu sei solo un ragazzo, e lui è... Sol ti prego mi sto infradiciando!" sbottò, rivolta dietro di sé.

Stava per riprendere il suo discorso, quando vide il volto di Charles sbiancare mentre guardava qualcuno dietro di lei. Si girò lentamente, e vide Sol ansimare e tremare mentre guardava il pavimento. Aveva gli occhi che facevano paura per quanto sembravano deliranti, le vene delle mani, chiuse in pugni stretti, si erano gonfiate ed i capelli si stavano sollevando come succedeva quando il ragazzo provava forti emozioni.

La pioggia scendeva incessante, ora, sulle loro teste.

La signorina si avvicinò lentamente all'amico, facendo segno a Charles di rimanere indietro:

"Sol, tutto bene?" chiese, con una vocina dolce, senza osare toccarlo.

"Portami via" ansimò il ragazzo, quasi ringhiando, e la signorina lo abbracciò stretto. I loro colpi si alzarono in volo, ed atterrarono in maniera un po' troppo violenta sul suolo davanti all'entrata dell'Istituto. Charles arrivò qualche istante dopo, ansimante, dalle scale esterne, e la signorina indicò l'entrata.

"Io lo porto dentro, tu precedimi e sgombra in passaggio da qui alla mia stanza" ordinò, facendosi passare il braccio di Sol oltre le spalle e cercando a fatica di portarlo dentro.

Il viaggio tra l'ingresso ed il suo appartamento fu tremendamente faticoso: Sol sembrava incapace di camminare, e si appoggiava pesantemente al corpo della signorina. Lei arrancava per i corridoi, cercando di portare il peso dell'amico fino alla sua stanza. Una volta arrivati, Charles rimase sulla porta mentre Sol si appoggiò ansimante ad una parete ed iniziò a camminare per l'appartamento come fosse ubriaco.

"Sol, Sol che ti succede?" chiese la signorina, e lui come risposta alzò la testa a guardare il soffitto, strizzò gli occhi, ed urlò così forte che il suo grido si trasformò in un terremoto e scosse tutto l'edificio.

"Il controllo" disse la signorina, senza fiato "ha perso il controllo!" urlò, per sovrastare la voce del ragazzo, rivolta a Charles.

"Cosa facciamo?" chiese il rosso, e Lucy gli indicò Sol.

"Io rimango con lui" gridò "tu vai nella sala comunicazione: che ci sia almeno un infermiere davanti ad ogni porta dei CP, e che il personale restante si rechi all'ingresso per preparare un'evacuazione ordinata, chiaro?" Charles annuì "avvisa anche Dickens, spiegagli in breve la situazione, annuncia che siamo in stato di emergenza e poi raggiungimi". Charles le si avvicinò in fretta, e le lasciò un bacio sulla guancia prima di correre via. Pochi minuti dopo, la sua voce riempì gli altoparlanti di tutto l'Istituto annunciando le direttive di Lucy.

"Sol, mi senti?" chiese lei al ragazzo, che ancora urlava nella sua stanza scuotendo tutto l'Istituto "dobbiamo andare fuori Sol!" gridò, e lui la guardò con gli occhi iniettati di sangue.

La prese per la vita, e volò urlando per tutti i corridoi schiantandosi contro le pareti, finché non sfondò la porta di vetro con una testata ed atterrò fuori, accartocciandosi al suolo.

Era completamente fuori controllo.

SMILE Où les histoires vivent. Découvrez maintenant