Lucy sorrise e si avvicinò all'uomo. Gli appoggiò la mano sul braccio, chiuse gli occhi ed andò a rovistare nella sua vita. Vide volti di CP che si susseguivano in maniera incontrollabile, vide e sentì le loro urla di disperazione, qualche frase inquietante... Vide una stanza buia, vide le lacrime scorrere sulle guance del dottore, vide l'acqua dell'Inondazione e lo sguardo di una donna che veniva portata via dalle onde. La visione si interruppe, la signorina ritrasse la mano gemendo, ed il dottore fece segno a Charles di portarle una sedia.

"Chi era, quella donna che è morta nella Catastrofe?" chiese la signorina, ansimante, dopo che si fu seduta, portandosi la mano al ventre. Aveva di nuovo esagerato.

Il dottore abbassò lo sguardo e non rispose, ma capì che in qualche modo quella ragazzina era riuscita a frugare tra i suoi pensieri. Lui non aveva detto a nessuno di quella donna, neanche Charles lo sapeva, se lei solo toccandolo era riuscita a vedere così tanto indietro...

"Quindi lei..." iniziò a dire, ma questa volta fu Lucy a fermarlo. Improvvisamente aveva riacquistato le forze, e scatto in piedi. La cosa stupì molto Charles, che era abituato a vederla soffrire per qualche ora prima di rimettersi in sesto.

"Ce n'è un altro" disse, indicando la porta dietro di sé "c'è un CP che è come me. Sol, il ragazzo depresso da cui ero ieri, lui è come me. Non è un PP, la ragazza che credete abbia ucciso sono io. Ecco è complicata come situazione ma dottore, la prego, lo deve lasciare libero. Io..." la signorina abbassò lo sguardo "io ho bisogno di lui." Aveva parlato tutto d'un fiato, senza permettere a Dickens o a Charles di intervenire.

Quest'ultimo le appoggiò una mano sulla spalla, come a dirle che già era tanto da concepire per quell'uomo, non poteva saltare subito a conclusioni.

"Non posso liberarlo" disse Dickens, stancamente, e si portò la mano alla fronte "gli altri pazienti reagirebbero male" la signorina sorrise nel sentirlo usare la parola pazienti "tuttavia" continuò l'uomo "gli posso permettere una semilibertà vigilata, con lei come vigile, capisce?" la signorina annuì "potrà passare due notti alla settimana fuori dalla cella, a patto che stia con lei, e sarà libero se in sua compagnia durante il giorno. Le altre cinque notti, dovrà rientrare entro le 10 di sera." Il dottore fece una pausa "Uno di questi giorni voglio constatare il Potere di questo ragazzo, sia chiaro" disse.

Lucy sorrise e lo ringraziò in tutte le lingue del mondo.

Poi, prese la cartella identificativa del CP di quel giorno e se ne andò saltellando, lasciandoli da soli.

"Tu lo sapevi?" chiese il dottore, guardando quel concentrato di lentiggini e capelli rossi davanti a lui. Charles abbassò lo sguardo, ed annuì mestamente. Allora il dottore sbuffò e si fece passare una mano sulla faccia "Charles, quello che ha detto lei non ha senso".

"Lo so" rispose il ragazzo "ma mi creda che è così. Anche io ci ho messo un po' ad accettarlo, ma è una cosa meravigliosa mi creda. La prossima volta che starà male, vada da lei e le chieda aiuto. Sa farti sentire stanco, energico, sa farti credere che va tutto bene a piacimento. Sa controllare i pensieri, sa farti dimenticare le cose. Sa toglierti tutto il male che hai dentro..."

Dickens sospirò. Non gli andava a genio quella situazione, ma lentamente iniziava a capire tutto sul conto di quella ragazzina. Stava conquistando la sua fiducia, e quindi lei si stava aprendo. Ora non parlava più guardando il pavimento, ora non...

"Charles ma quella non era autistica?" chiese, ed il giovane scoppiò a ridere.

"No, è una copertura per punirla del modo in cui tratta quelli diversi da lei, credo" disse, ma poi gli scese un'ombra cupa sul volto "signore" disse, a bassa voce "crede che lei e quel CP..." Dickens percepì quella paura nella voce di Charles. A lui la signorina piaceva, tanto, e sebbene fossero soltanto amici l'idea che lei due volte a settimana dormisse con quel ragazzo lo disgustava.

"Se è vero quello che dice la ragazzina, temo di si mio giovane Charles" concluse il dottore, mettendogli una mano sulla spalla "temo che se è tutto vero, dovranno portare avanti la generazione di persone speciali come loro, e per farlo si accoppieranno." spiegò, per poi andarsene e lasciare il ragazzo da solo.

"Diario dell'ICP, giorno 30.

Ormai è un mese che sono qui, e ne sono successe di cose... Il CP di oggi era l'ennesimo ragazzo spaventato. Mi fa tristezza vederli, anche se sorrido sempre quando sono con loro. Io sorrido, sorrido e lo faccio perché loro ne hanno bisogno, ma sono sempre in pena per loro.

Ho trovato un altro come me, un altro che ha il Potere: si chiama Sol. Non lo so, è strano, lui ha influenza sugli elementi ma percepisco qualcosa di profondamente sbagliato in lui. Non so cosa sia, esattamente. Dice di aver imparato il controllo con altri come noi, prima della Catastrofe, ma ho come l'impressione che non sia così. Non lo so, non mi lascia leggerlo, ma ho come l'impressione che soffra ogni volta che usa il Potere. Il fatto è, che sento queste cose solo una volta che me ne sono andata, non quando sono con lui. Quando sono con lui è tutto meraviglioso: sento di non essere più sola, sento che va tutto bene.

Ma, quando se ne va, sento tutto il male che si porta dentro.

C'è qualcosa di profondamente sbagliato in quel ragazzo, non so come spiegarlo, è come se non mi avesse detto tutta la verità. Sono sicura che una parte di lui mi sia stata tenuta nascosta, e vorrei tanto scoprire cosa si cela dietro a quello splendido sorriso.

Ho detto al dottor-un-po'-stronzo di me e Sol, perché voglio che mi lasci operare in pace. Sono giunta alla conclusione che la verità, per quanto possa fare male, sia molto meglio della balla dell'autismo.

Questo posto mi sta cambiando, non saprei dire se in meglio o in peggio, ma mi sta profondamente cambiando ed ho paura di questo cambiamento. Ho paura di questo posto, ed al contempo non vorrei mai andarmene.

Poi ho cancellato la memoria a Charles, lasciandogli solo i nostri momenti da amici: ora che so quasi totalmente controllare il mio Potere, sto apprendendo nuovi modi per usarlo, e la cancellazione della memoria è uno di questi. Eppure io gli piaccio ancora, ed anche lui mi piace tantissimo, ma ora che c'è Sol... Tutto è un casino, un enorme casino. Spero che riuscirò ad uscirne.

Non ne posso più, vorrei urlare a tutti di aprire la bocca e dire tutto: sputare la verità. Vorrei urlare a Charles che mi piace, vorrei urlare a Sol che si deve fidare di me, vorrei urlare a Dickens che quella donna nei suoi ricordi è viva, e vorrei urlare a Peter di tornare. Vorrei soprattutto urlare a Peter di tornare.

Prossimo aggiornamento previsto per domani."

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