One

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ATTENZIONE: QUESTA STORIA L'HO SCRITTA QUANDO ERO DAVVERO PICCOLA, E MI RENDO CONTO SOLO ORA DI QUANTI ERRORI CI SIANO E DI QUANTE CAZZATE IO ABBIA SCRITTO. MI DISPIACE, MA NOTANDO CHE LE PERSONE CONTINUANO A LEGGERLA HO DECISO DI REVISIONARLA E DOVE NECESSARIO, MODIFICARLA.

[Corretto il 26/08/2018]

Uscii di casa spaventata e intimorita,seguita a ruota da mamma che sembrava stesse per scoppiare in un pianto isterico da un momento all'altro.

Caricai le valigie nell'auto e le sorrisi comprensiva, tentando di rassicurarla.

Il viaggio in macchina fu alquanto silenzioso, ma di un silenzio rilassante, quasi confortante. Non avrei mai immaginato che un giorno avrei seriamente trovato il coraggio di lasciare i miei genitori, la mia famiglia, e di trasferirmi per iniziare una nuova vita al college.

Parcheggiò davanti un'imponente struttura che incuteva ansia per la sua maestosità e vastità.

"Mamma tranquilla, ti chiamerò ogni giorno"-le corsi incontro,stringendola in un dolce abbraccio.

"Lo so...è solo che non so se riuscirò a sopravvivere senza i litigi con tuo fratello.Capisci?"-si asciugò una lacrima che scese dalla sua guancia ed annuii quasi divertita. Insomma, se un anno fa mi avessero detto che mia madre avrebbe sentito la mancanza delle urla tra me e mio fratello, sarei scoppiata a ridere.

Dopo svariate litigate con la segretaria che non riusciva a darci informazioni concrete e che masticava la sua gomma invece di aiutarci, riuscimmo a trovare la stanza 203.

"Bene,ora vado"-sospirò,facendomi raccomandazioni su raccomandazioni.

Tipo che mi sarei dovuta impegnare con lo studio e cose simili.

Mi impose anche di salutare Abigail, la mia migliore amica.

Per fortuna è nel mio stesso college.

La cosa che forse mi fa meno piacere è che non condivideremo la camera.

Chissà chi mi troverò davanti.

Spero una ragazza simpatica e non antipatica come la campionessa olimpica di masticazione di gomme, la segretaria.
Ho ancora il rumore dello scoppiettio della sua gomma schifosa nelle orecchie.

Aprii la porta,ritrovandomi davanti una scena alquanto strana ed imbarazzante.

Un ragazzo biondino che scopava  letteralmente con una ragazza su un letto, e sperai con tutto il cuore di aver sbagliato stanza.

Si accorsero della mia presenza, probabilmente sentendosi osservati, ed entrambi strabuzzarono gli occhi coprendosi con le prime cose che gli capitavano a tiro.

"Cosa ci fai in camera mia?"-urlò il ragazzo irritato, jnfilando velocemente dei pantaloncini, mentre costringevo i miei occhi a guardare altrove.

"Beh, si dia il caso che questa sia anche camera mia"-ridussi gli occhi a due piccole fessure, mentre la ragazza uscì di corsa senza neanche degnare di uno sguardo il ragazzo sul quale era prima all'incirca due minuti prima.

"Cosa?Fammi vedere le chiavi"-ordinò, stringendo le labbra in una linea dura.

"No se non mi dici per favore"-misi le mani sui fianchi coperti da una felpa bordeaux.

"Mi stai fottutamente prendendo in giro?"-urlò ancora più arrabbiato di prima, e gli diedi le chiavi per evitare di farlo incazzare ancor di più.

"203..Mi avevano detto che sarebbe arrivato il mio compagno di stanza,ma non credevo fosse una femmina.A meno che tu non sia trans"-rise e mi sentii quasi offesa, non aveva idea di cosa significasse avere rispetto.

Mi sto trattenendo dal prenderlo a calci sui coglioni.

"Vaffanculo"-urlai spingendolo, per modo di dire, dal momento che non si spostò di un millimetro.

"Che poi mi sarebbe andata bene una ragazza,ma non come te.Non sei il mio tipo"-si grattò il mento pensieroso, mentre il suo essere così scortese mi irritava sempre di più.

Sto per esplodere e non sono qui neanche da un'ora.

"E chi sono il tuo tipo?Le puttane?"-sbraitai sulla difensiva,facendogli dipingere un sorriso da vero stronzo sul viso.

Che faccia da schiaffi.

"Esatto"-sorrise compiaciuto,facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Sentiamo..qual'è il tuo nome?"-domandò squadrandomi dalla testa ai piedi, mettendomi in completo imbarazzo.

"Mackenzie Miller"-sospirai quando lo sentii scoppiare a ridere.

Mi hanno sempre presa in giro per il mio nome, in effetti anche io mi sarei presa in giro da sola, che razza di nome è Mackenzie? Ricordo di aver maledetto più volte mia madre per avermi affibbiato un tale orrore.

"Che razza di nome è?E che ti sei messa a dosso?Il maglione della nonna?"-continuò a ridere, facendo diminuire la mia autostima ogni volta che apriva bocca.

"Va' a farti fottere.Ah,e ora vado a dire alla tizia che in camera con te non ci voglio stare"-dissi a braccia conserte, mentre lui fece spallucce indifferentemente.

"Come se io fossi allettato all'idea di condividere camera con te"-sbuffò avviandosi verso la porta.
"Muoviti"-aggiunse poi con il solito tono duro, notando che ero ancora imbambolata in camera a pensare a che fantastico inizio aveva avuto in serbo per me la vita.

"Aspetta, non mi hai detto come ti chiami"-lo raggiunsi,mentre le persone ci fissavano curiose.

"Niall Horan"-sbottò, correndo verso la segretaria che ammiccò quando lo vide.

Il suo sorriso si spense quando lo affiancai.

Cominciammo a litigare per la seconda volta, non voleva concedermi un'altra stanza, ed io continuavo insistentemente a dirle che era fuori regolamento che due persone del sesso opposto condividessero una camera. Lei, ovviamente, non era minimamente interessata a ciò che le stavo dicendo.

"Ti ho già detto che sono occupate tutte.A meno che tu non voglia stare nello sgabuzzino"-mi schernì, fissandomi irritata.

"Fanculo anche a te"-mi strinsi nel maglioncino precedentemente insultato da Niall, che ci fissava divertito. Non aveva detto una parola durante la breve discussione tra me e la segretaria, sembrava quasi estasiato e ci incitava ad una rissa.

"Non ho la minima intenzione di stare in una camera dove hanno vomitato cinquemila unicorni e principessine col ciclo"-affermò Niall leccandosi le labbra.

"Ed io non ho intenzione di stare in una camera dove degli uomini ubriachi hanno vomitato"-scimmiottai la sua voce.

"Bene, divideremo la stanza in due.Una parte sará tua e potrai decorarla come ti pare.Una parte sará mia e non potrai superarla"-affermò con ovvietà, dividendo la camera in due con dello scotch.

"E io come ci vado in bagno?"-chiesi,notando che il gabinetto era dalla sua parte.

"Fatti tuoi.Potresti sempre comprarti il vasino"-scoppiò a ridere, lasciandomi lì impalata a cercare un modo per uccidere quell'individuo.

203 ||Niall Horan|| IN REVISIONE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora