39.Errata Corrige.

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Douglas Pov's

Fanculo.
Fanculo a lei.
Fanculo a me.
Fanculo a tutto.

Per la prima volta in vita mia, qualcosa si è mosso nel mio cuore.
Non è né gratitudine, né umanità né tenerezza.
Semplicemente amore.
Avrei dovuto capire che il momento in cui stavo iniziando a provare qualcosa sarebbe stato il principio della fine.
Avrei dovuto capire quanto mi avrebbe rovinato.
Perché così che mi sento... finito.

Ho fissato dritto negli occhi un valido avversario.
L'ho fissata, con timore reverenziale, prima che mi abbandonasse.
Tutto ciò per cui mi sono esposto, ogni discussione, ogni difficoltà che ho affrontato in trentotto anni, non mi ha preparato abbastanza alla complicazione che prende nome di Maeve Gaüthier.

Come faccio a restare impassibile, di fronte a quella graziosa donna che ha più personalità di un dipinto di Picasso?

A volte è ingenua.
A volte è smaliziata.
Intelligente, paurosa, orgogliosa, credulona.
E più di tutto, in evoluzione.
In rapida evoluzione.
Nonostante la conosca da poco è riuscita comunque a farmi provare qualcosa che non avrei mai avuto il diritto di sentire, cazzo.

Non dovevo confessare.
Non era pronta.
Stringo i pugni davanti alla consapevolezza che non lo sarebbe mai stata.

Non ho mai espresso a parole il bruciare lento della possessione e la confusione nella mia mente quando alla fine sono riuscita a comprenderla.

Corri, Maeve.
Corri.
E l'ha fatto.

Ha trovato il mio amore patetico, mi ha fissato dritto negli occhi ed è corsa via come un cervo che sfugge al fucile.
Ma l'ho intravisto il lampo di vulnerabilità che le è passato sul viso prima che la sua paura la inghiottisse.
Per anni sono stato bravo a nascondere le mie emozioni.
Diventa una capacità acquisita quasi naturale quando pensi che ormai e tardi per avere altro nella vita.
E quando ho lasciato Kendra e Lance, pensavo che tutto fosse andato all'inferno, passando dal nascondere le mie emozioni al non provarle affatto.
Ma immagino di sbagliarmi dal momento in cui ho incontrato lei prendendo da me più di qualsiasi altra donna.
Non gliel'ho permesso.
Lo ha fatto senza chiedere e adesso che è fuggita e ha svelato un altro pezzo dello scompiglio che ho dentro.
Una "bambinata", ecco come la definirei.
Mi ha dato un brevissimo assaggio di come sarebbe stato possedere non solo il suo corpo ma anche la sua mente e la sua anima.
E poi, se ne è andata lasciandomi un vuoto inestimabile.

Maledizione, mi ha incasinato l'esistenza.
Non riesco a crederci.
Sono rimasto a seduto ad aspettare che tornasse, combattendo la voglia decisamente sconsigliabile di correrle dietro.
Tra tutti gli scenari che mi sono prospettato non potevo immaginare questa conclusione.
Non smette mai di sorprendermi.
Mi avvelena, mi fa rivoltare contro tutto ciò che conosco, tutto ciò che ho abbracciato fin da quando ho appreso il significato della sopravvivenza.
Invece, tempo dieci minuti, e Maeve stronza Gaüthier ha trovato una crepa minuscola e ha usato un piede di porco fatto di parole per allargarla.

Arrotolo la cordicella bianca, tiro, vedo il filo muoversi verso di me sulla carrucola.
Mi sposto verso l'altro palo di legno che ho fissato nel cortile e tiro anche quel lato della cordicella, per provarla.
Non ho idea del perché stia installando delle corde per il bucato.
So solo che sto finendo le idee.
Ho già pulito da cima a fondo, mi sono portato il lavoro a casa e ho anche ripulito lo scantinato.
Ultimamente le giornate sono molto lunghe, non solo perché sembra che il sole non sorga mai.
Le giornate sono lunghe perché mi annoio.

Perché non c'è lei.

Mi sono scervellato a cercare di ricordare come facessi a riempire il mio tempo prima.
Ho cercato di tornare mentalmente a qualche mese fa, quando i giorni e le settimane e i mesi passavano in un lampo.
Cazzo, non riesco a trovare beatitudine neanche quando fumo.
Questa solitudine infinita mi sta lentamente soffocando.
Glielo sto permettendo.

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