18.Da non credere.

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Grazie per comportarti in modo normale.

Si aspettava che mi mettessi a piangere perché non mi dichiara amore eterno?
Scuoto la testa e faccio un sorrisetto ironico mentre sbuccio le patate.
Stamattina sono stata in biblioteca avevo bisogno di schiarirmi le idee.
Non so neanche io come catalogare quello che abbiamo fatto.
L'ho praticamente pregato.
Ho insisto affinché assecondasse le mie voglie e poi....

Grazie per comportarti in modo normale?

Sul serio?

È stato bello, elettrizzante sopra le mie aspettative, ogni volta che chiudevo gli occhi stanotte, mi risvegliavo ansimante.
C'è mancato poco che piombassi da lui pregando per il bis, tris e perché no, anche quatris!
Forse è solo che non ho altre alternative.

Perché desidero così tanto piacergli?

Guardo dalla finestra e lo vedo in giardino.
Quando sono tornata a casa già era lì. Evidentemente non è andato a lavoro.
Sta pulendo il giardino portando ai vicini i rami caduti.
Tutto qui, comincia a sembrare familiare e caldo.
Come se fosse casa mia...
Scaccio via questo pensiero tornando a concentrarmi su cose più importanti, tipo la mia nuova ossessione verso Doug.
Tolgo la buccia ruvida delle patate.
Mi sto solo impuntando, ecco perché non faccio altro che pensarci.
Mi sono sempre affezionata a
cose che non durano.
Quando ero piccola, ho passato un periodo fissata sull'idea che mia madre potesse tornare presto.
Oppure su mio padre capisse che bere non l'avrebbe portato da nessuna parte.
E poi, il mio appartamento e il desiderio di avere una casa mia...
Sono assolutamente patetica.
E non imparo dall'esperienza.

Da non credere.

Pianto il coltello sul tagliere e tiro fuori dalla busta qualche altra patata.
E come se non bastasse, non riesco a smettere di ricordare ogni cosa che ci siamo detti.
I messaggi piccanti che ha mandato in aula, le sue piccole accortezze, la collana di perle, che tra l'altro ho ancora al collo.

Mi batte il cuore più forte al pensiero che mi abbia fatto un regalo.
Sorrido, poi mi incupisco, confusa, e respingo queste sensazioni contrastanti.
Speciale, coccolata, felice e così che mi fa sentire.
Come dovrebbe fare il proprio uomo.
Cosa che non hai mai fatto Lance.
Ancora non ci ho parlato.
Gli ho mandato un messaggio chiedendogli di incontrarci, ma ancora non ho ricevuto una risposta.

Sbuffo proseguendo a sbucciare un'altra patata lo vedo con la coda dell'occhio in giardino.
Provo a resistere, ma non c'è niente da fare, lo guardo comunque.
Sollevando le braccia, sebbene fuori faccia molto freddo, si sfila la felpa blu scuro dalla testa rivelando un'anonima maglia di cotone bianca.
Per un attimo mi vengono i brividi.
Le mie mani si bloccano e tutto svanisce: il rumore della strada e la musica in cucina.
La sua pelle soda delle braccia, sembra calda e liscia, le vene in rilievo sulle braccia mostrano l'allenamento di una vita.
Ma quello che mi fa bloccare completamente sono i segni neri che ancora non ho avuto il permesso di esaminare.
Non ho idea da quanto tempo è lì fuori, ma gocce di sudore gli brillano sul collo, ammiro la sua schiena, i muscoli del suo didietro che si intravedono appena.
Le lunghe gambe dei jeans consumati che copre parte del suo...
Mi bagno le labbra mentre distolgo gli
occhi dal suo sedere e guardo il modo in cui i jeans gli cadono sui fianchi.
Ogni suo muscolo si flette mentre raccoglie ramo dopo ramo, e io riesco solo a respirare debolmente, affannata, ammirando perfino la piega dei pantaloni che coprono gli stivali marroni da lavoro.
Il signor Lavoie è sexy.
È in grado di fare qualsiasi cosa, ha un corpo forte e mi chiedo cosa proverei ad averlo davvero sopra di me.
Da quel poco che ho visto ho prova di credere che sia sfiancante.

Abbasso di nuovo gli occhi per l'indecenza del pensiero quando sento una voce alle mie spalle: «Oh, è una situazione molto eccitante»

Sbatto le palpebre e mi giro.
Hyd.
Giorni fa gli ho dato una copia del mazzo di chiavi nel caso perdessi le mie. Avrebbe dovuto usarlo in casi eccezionali, solo che stavolta è entrata senza che me ne accorgessi, e ora se ne sta accanto all'isola, il gomito appoggiato sul tavolo di granito.
Sembra divertita.
Torno alle mie faccende, con il cuore che martella nelle orecchie.

Lo Strano Québec.Where stories live. Discover now