30.Non sono forte come sembra.

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Quando il suono del campanello mi fa quasi cascare dal divano sono pronta a uccidere.
Ma chi è a quest'ora?
Con molta forza di volontà mi tiro su.
Sono senza pantaloni e il pullover della sera prima mi fa prurito per tutto il corpo.
Mi guardo in giro cercando di fare mente locale: ho dormito sul divano.

Male, molto male.

Sbuffo seccata, vado nella mia stanza giusto per cambiarmi e afferro una vestaglia di flanella stile nonna.
Scendo di corsa e marcio in direzione della porta, che apro con un gesto piuttosto deciso.
Sì, sono una donna violenta se i miei orari vengono del tutto sballati.
Peccato che dall'altra parte ci sia Hyd che sobbalza spaventata.

«Maeve!», esclama facendosi quasi cadere di mano la colazione.

«Ah sei tu.»

«E chi doveva essere scusa?» si guarda intorno confusa.

«Nessuno, su avanti entra...Stavo dormendo e mi hai svegliata» chiarisco spostandomi di lato tenendomi chiusa la vestaglia.

«Non pensavo dormissi a quest'ora. In genere ti svegli sempre presto»

La blocco con un deciso gesto della mano.

«Uhm, qualcuno qui ha fatto "la cattiva ragazza"» cantilena davanti al mio malessere.

«Smettila. E parla piano, mi scoppia la testa»

«Maeve, dolce Maeve, che hai combinato?», dice con espressione curiosa.

La faccio accomodare in cucina e afferro il caffè che mi ha portato.
Proprio oggi che avrei avuto bisogno di caffeina pura direttamente in endovena.
L'uomo con cui vivo sta rovinando anche le sicurezze che avevo finora sul mio caffè preferito.

«Sono uscita con degli amici», sono costretta a confermarle.

«È una cosa perfettamente normale che tu beva in questa maniera? E da quando hai degli amici?»

Mi piace il modo soft con cui vuole spingermi ad aprirmi.

«Tranquilla. Non capiterà più. È solo un errore di percorso ed è stata soltanto colpa sua»

Cerco di spiegarle la gravità della situazione.
Perché è grave.
E anche molto.

«Stiamo parlando del paparino sexy?» smuove le sopracciglia in modo malizioso.

«Hyd per favore, non ti ci mettere pure tu» la fulmino sul posto.

«Che ho detto scusa? Lo sai anche tu che è sexy e da come ti agiti non ti è per niente indifferente»

Se solo sapesse...

«Beh...» farfuglio abbasso gli occhi per terra.

E ora come le spiego?

«Oddio! Oddio! Ci sei andata a letto!» mi punta il dito come se fossimo in tribunale saltellando in un modo vergogno per cui sto seriamente dubitando che sia lei la sorella più grande.

«Smettila e fai silenzio» ringhio a bassa voce.

«Potrebbe comparire come un Ninja alle nostre spalle e non ho intenzione di fare l'ennesima figuraccia. Già non ricordo nulla della scorsa notte» dico disperata.

Mi manca il respiro.
Ricordo solo il suo profumo sotto il naso.
Potrebbe essere stato solo un sogno.
Oppure no.
E questo sì che sarebbe un terribile sbaglio.

«Sembri sul punto di svenire. Prendi il respiro.»

«Brava così» mi dice.

«Ora... fammi capire una cosa. Che ti importa di quello che pensa? In fondo hai solo alzato un po' il gomito, non hai ucciso nessuno», commenta, sorridendo e bevendo un sorso di caffè a sua volta.

Lo Strano Québec.Where stories live. Discover now