7.In Toto.

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Un incubo.

Spalanco gli occhi e sbatto le palpebre di colpo.
Il cuore martella a più non posso e le palpebre le sento pesanti.

A mano a mano che regolarizzo il respiro i contorni della camera si fanno più nitidi.

Dove sono?

Per un momento non ricordo come sia finita in quella stanza, ma poi subito i dettagli ritornano a galla. L'uomo dell'ostello, il festino di Lance, il trasloco a casa di suo padre.

L'uomo di quella notte.

Il pomeriggio all'Ikea, la sua carezza tenue sul mio braccio e la mia infatuazione.

Accidenti.

Mi passo una mano in volto e con flemma mi sveglio.

È buio.

Richiudo gli occhi per un secondo e li riapro come trovare la conferma che sia davvero sveglia.
Mi tiro su con il busto e subito al mio fianco noto Lance dormire pesantemente.

Sono tornati.
Non i marziani, intendiamoci bene.
Parlo dei miei sogni contorti.

Ho i capelli attaccati alla nuca inumiditi di sudore.
Osservo le mie mani tremanti che involontariamente stanno stropicciando il piumino.

Ansia.

Mi volto verso il comodino e la sveglia segna, le cinque e mezza.
Bene, sono sveglia con due ore di anticipo.
Sbuffo passandomi una mano sul viso stanca.
So già che, se anche riprovassi ad addormentarmi non ci riuscirei.

No, un attimo.

Grugnisco quando sento un tuono rimbombare nella stanza.
Un denso chiarore danza sulla parete della camera.

Gocce di pioggia.
Accipicchia.
Non è buio.
Fuori è solo nuvoloso.

Scendo dal letto, sbircio in direzione di Lance che continua a dormire incurante del mio risveglio e poi passo a Flash che sonnecchia anch'esso sulla sua copertina di pile.

Sono inerme in mezzo alla stanza a piedi scalzi.
Il freddo del pavimento si irradia velocemente su per il corpo ancora tiepido.
Mi giro verso la finestra e la fisso aspettando, in ascolto.
Lo sento quasi subito.
Un ticchettio delle gocce di pioggia schizza sulla grondaia.

Sospiro.
Non è una buona notizia.

Oggi sarei dovuta andare a lezione e poi sul tardi avrei dovuto attaccare il mio turno al The Duck.
Sarebbe stata una lunga giornata e ancora non è iniziata.

Stropiccio gli occhi, mi sveglio per bene, prima di infilarmi delle calze lunghe e bianche del mio ragazzo per uscire di soppiatto dalla stanza.
Sempre a tentoni mi dirigo prima al bagno e poi in cucina.
Una volta lì, cerco il pulsante laterale e gli do un colpetto illuminando la cucina.
Nonostante mi sia svegliata, è sempre un trauma entrare in contatto con la luce.
Adesso capisco Harry Potter quando si risveglia dai suoi incubi.

A passo pigro attivo la caffettiera, la preparo e dopo essermi preparata una tazza mi siedo con un ginocchio piegato sotto il sedere sullo sgabello.
Sorseggio il liquido bollente continuando a guardare fuori.
La pioggia mi creerà troppi problemi.
Potrei prendere l'auto di Lance sperando che non faccia troppe storie, oppure guardare su internet le coincidenze per gli autobus, ma con ciò vorrebbe dire spendere i miei ultimi risparmi.

No, prenderò la macchina a costo di sfidare l'ira funesta di Lance.

Devo solo resistere.
Non importa quanta pazienza ci vorrà, ce la farò.

Lo Strano Québec.Where stories live. Discover now