4.Errare humanum est.

3.4K 157 13
                                    

Tre.
Sono state le scuse che Lance mi ha propinato quando siamo montati in auto.
Tre.
Sono state le suppliche che mi ha sottoposto per farmi parlare.

Ironico, no?

Tre è il numero perfetto per eccellenza, ma di perfetto non c'è stato niente.

Nella mia vita non ho ancora trovato un'oscura legge compensatrice che spinga gli eventi in una direzione opposta a quella in stanno andando.

Al diavolo la legge dei grandi numeri!

Bah, io ancora devo capire se ne sono immune.

Ma, tralasciando le mie riflessioni sempre troppo sofisticate, la prima frase che è uscita dalla mia bocca è stata: «Dobbiamo trovare una nuova casa»

Lance non ha fiatato e la sua superficialità è stata imbarazzante.
Dal mio canto ho preferito tacere, sperando più che altro alla magnanimità del Signor Gillihad, e alla sua sensibilità di concederci qualche giorno di proroga.
E che miseria... deve pur avere un briciolo di compassione!!

Eh, udite, udite... alla fine ci sono riuscita.

Non vincerò mai il premio Oscar, ma ancora sono capace ad impietosire la gente.

I giorni sono voltati da quella notte.
Sono trascorsi quattro giorni dell'arresto.
E come per magia, eccomi qua.
Alle volte vorrei esser più razionale e meno emotiva cosicché non avrei trascorso trascorrere l'intera notte a scervellarmi in preda agli attacchi d'ansia.

Si, perché in tutto il trambusto non sono riuscita a trovare una soluzione.

Che fine avremmo fatto?

Boh.

Ho lo sguardo perso nel vuoto cercando di immaginare come sarebbe fico essere una principessa.
Non che mi ci senta, ma credo che esserlo implicherebbe non aver niente a cui pensare se non sorridere, mostrarsi in ordine e salutare con un leggero accenno di polso.

Mi ci vedete a me?
Io no.

«Maeve? Che stai facendo?» farfuglia nella penombra una sagoma, quella di Lance, che con le movenze di una lumaca, avanza strofinandosi l'occhio destro.

«Penso» sibilo a bassa voce.

«Il caffè è pronto?»

La sua domanda è un suono soffuso troppo indaffarato a trafficare nei ripiani della dispensa alla ricerca del nulla, visto che l'ultima volta che sono andata a fare la spesa è stato giorni fa.

Annuisco riprendendo il filo del discorso.
Ok, non sarei mai una principessa ma se lo fossi avrei di sicuro un lungo vestito di tulle color lavanda, una coroncina discreta incastonata tra i capelli e... ovviamente, Flash alla mia destra, con un mantella di velluto rosso con il suo sguardo assonnato pronto a...

«Le tazze?» vengono interrotta di nuovo.

«In basso sulla sinistra» mormoro distrattamente.

Dicevo...
Pronto a fiutare ogni mio angolo del reame alla ricerca di qualsiasi forma di impostore pronto ad attaccarmi. Diventerebbe "Flash l'eroe".
Già immagino le testate dei giornali pronto ad acclamarlo.
Rido tra me e me.

Maeve, riprenditi.

Sollevo lo sguardo sentendo quello di Lance fissarmi.

Che si sia accorto che stavo sognando ad occhi aperti?

Sollevo le spalle indifferente.

Fa freddo e le mie labbra sono screpolate.
Anche se il Canada non è propriamente quello che si può dire uno Stato caldo, io amo il freddo, il paesaggio per gran parte dell'anno innevato.
Adoro ancor di più quella piacevole sensazione di calore che solo un pesante piumone ti può dare dopo una giornata fredda.

Lo Strano Québec.Where stories live. Discover now