6.Vade Retro.

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Chi lo dice che fare shopping con un uomo non equivale a buttarsi dall'ultimo piano dell'edificio più alto della città?

Io.

O meglio, è quello che credevo fino a due minuti fa.
In mia discolpa posso dire che il più delle volte ho pensato che, avere un'opinione maschile, potesse essere utile.
Insomma, non ho mai sperimentato questa variante.
Sono più abituata a starmene per conto mio.
Non sempre per scelta, chiariamo bene.
Però, il perenne brontolare di Douglas accompagnato dal ciondolare senza una meta precisa come se fosse un marziano approdato in terra straniera, non aiuta.

«Aaahw eccoci qua!» esclamo girando su me stessa stando ben attenta a non attorcigliarmi intorno il guinzaglio di Flash.
Douglas stringe la mascella.

Ah ecco.
Ora si siamo al completo.

Il suo sguardo è perplesso contornato dal sopracciglio alzato che scorgo dalla montatura dei Ray-Ban nera che indossa fiero come se fosse in corso l'eclissi lunare.
Flash esordisce con un Bau! accennato e anche svogliato. Probabilmente non perché si sente minacciato, ma per il solo fatto che qualcuno, ovvero io, gli abbia disturbato il suo sonnellino pomeridiano.

«Da dove iniziamo?» pronuncia Doug privo di emozione, il busto piegato e gli avambracci appoggiati sul manico del carrello.

Ah, gli uomini e il loro pessimismo.

«Ovvio, guardiamo gli scaffali e iniziamo dal primo che ci piace» spiego assestando una pacca sulla sua schiena e.... per poco non mi strozzo quando il mio palmo tasta la durezza dei suoi muscoli.

Lui nel frattempo si irrigidisce ignorando a pieno la mia tachicardia.

«Qui è pieno di scaffali!» pigola tagliente.

«Appunto! È questo il divertimento» affermo incitandolo.

«E quale sarebbe il divertimento, scusa?» la sua è una domanda retorica a cui scuoto la testa, arresa.
È impossibile.
Douglas si issa e, con passo pigro, spinge il carrello depistandomi.

Aspetta...

«Ehi! Vieni qua! Camminiamo vicini come fanno i signori nei film!» strillo raggiungendolo con uno scatto felino, o di un bisonte, e per poco non mi gioco il menisco.

Diamine!

Mi piego con le mani sulle ginocchia e prendo tempo per poi sollevarmi e puntare nella sua direzione.
Flash corre con me, zampettando con le orecchie che si librano nell'aria.

«Fiuew! Peggio di una maratona! Comunque vorrei aver portato uno xilofono! Per camminare insieme... di solito ce ne è sempre uno che suona durante lo shopping nei film» proseguo ricordandomi un film che ho visto recentemente di cui non ricordo il titolo.

«Fingerò di non aver ascoltato. Sinistra o destra?» poi domanda.

Uhm?
E che ne so io...

«Destra?» butto a caso.

Fa per eseguire, ma per poco non mi investe letteralmente.

«Ma che fai Doug!» piagnucolo.

«Io? I tuoi stop mi sa che sono rotti» mi rimprovera e invece di ribattere mi concentro sulla battuta a cui ridacchio innescando un mezzo sorriso anche sul suo viso.

Questo giro mi sta costando la vita.
Flash mugola e con la coda dell'occhio lo vedi rizzare la testa e aprire a stento gli occhioni per guardare cosa stiamo combinando.

Eh, caro mio, sono cose da umani. Penso tra me e me fulminando l'uomo al mio fianco che bellamente sbuffa davanti a me.

[...]

Lo Strano Québec.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora