34.Memorandum.

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Herzberg diceva che l'uomo è composto da due anime: una umana e l'altra animale.
Ed è proprio nelle situazioni di difficoltà che prevale quest'ultima, evitando l'angoscia come se fosse il male peggiore.
Ma una cosa ho capito: la soddisfazione e l'insoddisfazione non sono percezioni dello stesso continuum.
L'ho appurato anni fa, mia madre è una creatura astuta e compassionevole come una zanzara nell'orecchio.
"La sua furbizia è come l'oro liquido" diceva mio padre quando inspiegabilmente era sobrio.

Nella vita mi sono raccontata troppe frottole.
Come se mia madre potesse anche avere un lato amorevole... ma per favore.
Ragione per cui mi sono tenuta alla larga di diventare come lei.

Una sorta di memorandum.

Infatti ho sempre cercato di far felici gli altri, essere il loro sole senza soffermarmi sulla mia tempesta e magari un giorno avrò anche io un cuore d'oro da custodire.
Nel frattempo cerco di rimanere vigile sulle mie aspettative.
Mi aiuta a dormire almeno qualche ora, acquietano i sensi di colpa e mi permettono di mostrare la faccia in pubblico.
Sento la mancanza di felicità.

E volete biasimarmi?

Insomma, ancora mi chiedo come mia madre potesse amarci così tanto e poi spegnere l'amore in un attimo.
Che poi, in un modo che non capirò mai, è riuscita a rubare il cuore di mio padre per poi farlo a pezzi nel pavimento d'ingresso.
Perché sì, ricordo bene quel giorno.
Aveva un girocollo così bello, così splendente, da accecarmi quando si è abbassata per darmi un bacio sulla fronte prima di varcare la soglia ed andarsene.
È lì che tutto è iniziato.

Da quel giorno ho avuto paura dell'amore.
Paura del dolore che avrebbe potuto causare.
Di come qualcosa di tanto puro potesse diventare in un attimo così sporco.

Sono piena di rabbia.
Rabbia che di rado mi posso concedere.
Non avrei mai ammesso ad alta voce il dolore che mi ha provocato, ma è la forza che mi dà per andare avanti.
In un modo o nell'altro è riuscita a catalizzare le mie scelte, la mia vita e quello che sono: una ventenne atterrita e disorientata.
Ed è colpa sua se ad oggi non riesco ad essere obiettiva.
Tutte le volte che rifletto su cosa mi spinga nella direzione di Doug, mi giustifico dicendo che è solo un modo per ripagarlo della sua gentilezza.
Perchè nella mia vita nessuno ha fatto tanto quanto lui.
Ma il fatto che mi trovi con Oliver, in piena notte, dopo aver discusso con lui in fretta e furia senza nemmeno ragionarci su, deve significare qualcosa.
Anche se potrebbe rivelarsi la bugia più ridicola che io abbia mai raccontato a me stessa.

Non merita di essere incastrato da me.

Voglio dire, non è proprio tutto una menzogna: arrivata al punto di essere considerata una ragazza esuberante, non sto facendo altro che battere il ferro finché è caldo.
Per gente come Doug è facile.
Per me è un processo complicato e pieno di ostacoli.
E sì, sono cosciente di essere io stessa il primo ostacolo, ma questo non cambia le carte in tavola.
Per dare qualcosa in pasto alla mia triste vita, ho un disperato bisogno di nutrirmi di sensazioni, emozioni, intuizioni.
Ci sto provando, ma in sua presenza riesco solo a sentire così tante cose che quasi non arrivo a decifrare quello che sento.
Mi sento come un cane che si morde la coda, badate bene, mai come stanotte ho bisogno di cambiare aria, nemmeno fossi una drogata alla ricerca della prossima dose ma mi serve per capire il tipo di rapporto che si è sviluppato tra di noi...

Quale, esattamente Maeve?

Appunto, ritorniamo al punto di partenza...

«Quindi, sei scappata...»

Giro il capo e i miei occhi si allargano

«Scappata... adesso... Non sono mica una ex carcerata con l'obbligo di firma...» soffio una ciocca dei capelli caduta davanti agli occhi.

Lo Strano Québec.Where stories live. Discover now