27.Fai tutto in modo diverso.

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Sono sfinita e la testa sta per esplodermi.
L'insonnia mi accompagna dal drammatico momento in cui ho aperto gli occhi questa mattina e mi sono resa conto che:

a) sono in montagna;
b) sono di nuovo andata a letto con Douglas;
c) e sono fuggita come una ladra dalla sua stanza.

Complimenti Maeve.

Sono sempre stata una ragazza forte, decisa, determinata, niente e nessuno mi ha mai intimidito, ma ieri sera sono crollata miseramente di fronte alla mia debolezza.
E, il colpo di grazia è stato vederlo rilassato nel suo post coito come se fossimo una di quelle coppiette felici che si scambiano occhiate dolci in procinto a dichiarazioni d'amore, quando la terribile consapevolezza che non me ne deve fregare niente di lui mi ha sovrastata.

Nel momento in cui mi ha riconfermato che tra noi non ci può essere nient'altro che amicizia, ho provato sollievo.
Mi è quasi sfuggito un sorriso.
Lo ammetto.
Anche se quando penso a come mi fa stare mi viene voglia di sforare i margini.
E dopo stanotte ho finalmente capito che la colpa non è dei miei smidollati fidanzati, ma solo mia.
Sono io la causa dei miei insuccessi, sono io il motivo per Lance mi ha mollato.
Prima o poi capiscono che non me ne importa niente di loro, che mi sto solo illudendo a mia volta, e quindi scappano.

Io, al posto loro, scapperei anche prima.

Questa improvvisa consapevolezza mi ha messa così KO.
Ed è per questa ragione che sono dovuta scappare da quella stanza.
Mi sono talmente rimpinzata di bei pensieri che ho davvero smesso di dare peso alle mie barbosissime ansie e ai miei fallimenti.

Non voglio stare più alle regole degli altri.
Voglio vivere la mia vita come voglio io.

Per un po' sono anche riuscita a non pensare al motivo per cui non ci sono arrivata prima, ovvero che sarebbero solo rimasti esseri insignificanti che non avrebbero potuto scalfire minimamente la mia vita incasinata.
Detesto non avere il controllo della situazione e nei rapporti finisco sempre per scegliere persone che non possono in alcun modo ostacolare i miei piani, persone che si lasciano guidare da me.
Peccato poi che il risveglio sia stato un terribile ritorno alla realtà.
E che brutta realtà.

Tutto è qui nella mente ad asfissianti l'esistenza finché non sento bussare alla porta.
Mi alzo dal letto e vado ad aprire.

«Che c'è?» sbuffo sporgendo la testa dalla fessura.

Nel corridoio non vola una mosca e sono contenta da un lato che non sia né mia madre o il suo simpatico maritino miliardario.
Mi concentro su Oliver che è davanti a me con gli scii di un vivace rosso shock ed è appoggiato allo stipite.

«Ci stanno aspettando», dice alzando casualmente le spalle.

«Chi ci sta aspettando? Con i traditori non vado da nessuna parte spiacente» sono pronta a sbattergli la porta, ma il suo piede mi blocca.

«Traditori? Che significa?»

Prima cosa da non sottovalutare: Oliver potrebbe fare il "volare gli asini" se lo volesse.

«Per piacere lasciami in pace, te ne sarei grata da ora a... tutta la vita» ritento a chiudere la porta, ma Oliver non ne vuole sapere, continua a contrastarmi.

«Maeve.... ok, potrei aver mentito. Potrei anche dire che non sapevo della nostra parentela forzata ed in effetti è andata così» tenta di imbrogliarmi con quell'espressione angelica che non gli si addice per niente.
Il tempo di un'ultima sbirciatina e mi giro retrocedendo nella stanza lasciando la porta.
Sospiro di nuovo.
Lui avanza, non ha nemmeno aspettato che lo invitassi a entrare.

Lo Strano Québec.Where stories live. Discover now