34. Jase: Sulle tracce di Max

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«Dannazione!» esclamai dando un pugno alla parete. «Che razza di bugiarda! Giocare sporco proprio ora!» ringhiai «Calmati Jase» disse Joy appoggiandomi le mani sul petto. «Rifletti. Dove potrebbe essere?» insistette prendendo il mio volto tra le mani obbligandomi a guardarla «Rifletto» mormorai cercando di esternare le mie emozioni. Non potevo farmi prendere dal panico, avrei perso solamente tempo prezioso. Dove poteva aver nascosto Max? È la persona che odia di più al mondo dopo Christopher Barker quindi è sicuramente ancora in vita. Sofferente... Si trovava sicuramente in un luogo in cui lo poteva guardare agonizzante. E... Merda. Si trova sicuramente nella sala Riunioni. Il posto dalla quale siamo appena fuggiti. Ma se non fosse stato lì? Sarei finito direttamente nelle tele del ragno. «Ragazzi. Voi uscite di qui, scappate! Io andrò a cercare Max!» dissi loro preparandomi a correre nella direzione dalla quale eravamo venuti. «No!» mi bloccò Joy per il braccio «Avevamo accordato che non ci saremmo separati!» disse «Avevamo pure accordato che avreste fatto quello che avrei detto senza discussioni!» replicai «Tu sei proprio una testa di cazzo James Sharp! Vuoi sempre fare tutto da solo e addossarti i problemi, ma vuoi capire o no che sei importante? Che se tu sparissi soffrirebbero in molti? Che non devi nemmeno pensare di rischiare la morte? Che siamo stati tutti in pena quando pensavamo... Quando pensavamo...». Joy iniziò a tremare mentre la sua voce si rompeva «Joy...» le accarezzai la guancia «Ehi, lo so di essere indispensabile su questo pianeta» tentai di metterla sul ridere ma lei mi lanciò un'occhiata assassina che mi tolse l'ilarità del momento «Joy, ascoltami. Non possiamo andare in gruppo in giro per il Rifugio. È pericoloso. Nox e gli altri non sono nelle condizioni di combattere e a malapena riescono a difendersi» dissi «Ehi, parla per te. Io me la cavo benissimo!» sbottò Opal. «Opal...» la rimproverò Nox con un tono debole e stanco. «Ho solo bisogno che portiate in salvo i miei amici. Ti giuro che riuscirò a salvare sia me stesso che Max. Riuscirò a vincere la scommessa anche se ha imbrogliato. Perché io non perdo mai contro il nemico.» dissi serio stringendo le sue spalle e fissando quegli occhi castani identici a quelli di nostro padre. «Te lo giuro, Joy. Non ti abbandonerò mai più.» le scoccai un bacio sulla fronte. «Fidati di lui. Jase mantiene sempre le promesse fatte» intervenne Nox guardandomi con uno sguardo deciso che diceva "se non torni ti ammazzo". Gli sorrisi e dopo un'occhiata a tutti quanti che mi fissavano con un' espressione preoccupata, sì persino Frost, mi voltai, contando sul fatto che Nox si ricordasse ancora la piantina che aveva memorizzato tempo prima per uscire dal Rifugio. «Solito luogo Nox» lo avvertii «Aspetta Jase» mi bloccò di nuovo Joy «Queste, per te e Max» disse mettendomi in mano un pacchetto di pillole. Le sorrisi prima di correre via e sparire dietro l'angolo.

Il tempo scorreva troppo velocemente. Quanto avrei voluto essere Crono o almeno possedere un giratempo per poter ricavare quei minuti preziosi che passavano e non tornavano più.
«Fermati Geminus!» alcuni Ribelli mi vennero incontro. Invece di fermarmi iniziai a correre più veloce, fiondandomi in mezzo a loro. Schivai e attaccai agilmente, riuscendo nel frattempo a difendendomi. «Troppo scarsi!» gridai con un sorriso folle stampato in faccia. Improvvisamente mi ritrovai con le gambe affondate nel pavimento fino alle ginocchia mentre Ignis mi circondavano minacciosamente con le fiamme accese. Iniziai a gridare dal panico mentre i Ribelli gongolavano della loro riuscita. Smisi improvvisamente di agitarmi «Scherzetto!» dissi aprendomi in un sorriso vittorioso. Appoggiai le mani sul pavimento di cemento e lo fusi per poi precipitare sotto. Caddi in ginocchio proprio sul tavolo della sala riunioni. «Ehilà Lady Blackwood!» sorrisi mentre il soffitto gocciolava metallo fuso sul tavolo. «Vedo che hai capito dove si trova realmente il mio caro amico Meng» sorrise altrettanto sadicamente la donna. «Sai com'è... Il mio QI è leggermente superiore alla media» dissi tranquillamente alzandomi e guardandola dall'alto in basso. Feci finta di riflettere mettendo una mano sotto il mento «Anzi, togliamo pure "leggermente"» dichiarai. La donna scoppiò a ridere. «È per questo che piaci tanto ragazzo mio. Ma prima di poter prendere Meng... Dovrai trovarlo e battermi.». Saltai giù dal tavolo «Non ti batterò Lady Blackwood. Non ne ho la minima possibilità.» dissi mentre studiavo il luogo alla ricerca di passaggi o botole segrete che avrebbero potuto nascondere il dottore. Se solo fossi un Imperium della terra... «Allora ti vengo incontro e ti permetto di sfidare Philip...» disse. Percepii uno spostamento d'aria e schivai appena il tempo l'attacco del ragazzo. «Andiamo! E tu saresti il mio sostituto?» chiesi bloccando un suo calcio con l'avambraccio. «Deboluccio» lo istigai. Il ragazzo, irritato da me, ringhiò e mi attaccò con forze rinnovate sotto gli occhi divertiti della nonna della mia ragazza. «Spero che lo spettacolo sia di tuo gradimento Lady Susan» dissi schivando un'altro colpo per poi allontanare il neo luogotenente con una fiammata. Ad un certo punto il mio piede cozzò contro il pavimento e produsse un rumore sordo, mentre respingevo un attacco dall'alto di Smith. Bingo! Arretrai fino ad arrivare con la schiena contro la parete opposta, lasciando credere il mio avversario di avermi messo con le spalle al muro. Appoggiai una mano al muro e feci scoppiare tutte le tubature. Litri e litri d'acqua si riversarono dentro la sala. Immediatamente evocai le fiamme che produsse così tanti vapore che nessuno riuscì a vederci. «Sharp!» ringhiò Smith. Mi affrettai a raggiungere il punto in cui avevo sentito il rumore sordo. Tirai un pugno di fuoco in quel punto e immediatamente il pavimento cedette. Mi tuffai sotto senza esitazioni trovando delle scale a chiocciola. Avevo costantemente un brutto presentimento. Come mai Susan mi stava lasciando fare? Perché non mi aveva ancora fermato? Non avrebbe avuto problemi. Riconoscevamo entrambi la sua superiorità.
Mentre scendevo le scale precipitando come uno stallone in corsa, sentii un boato seguito da un terremoto che mi fece vacillare. Merda! Mi ha bloccato sotto. Geniale Sharp! Meno male che pensavi sempre a tutto, eh? Senza perdermi d'animo continuai a scendere finché non mi trovai davanti a delle sbarre con all'interno un uomo insanguinato appeso a X. Mi precipitai verso le sbarre ed evocai una lastra di ghiaccio tagliando di netto le sbarre. Raggiunsi la figura «Ehi, Max» lo chiamai afferrando la sua testa a penzoloni. Gli schiaffeggiai leggermente il volto per svegliarlo. «Max, andiamo! Svegliati!» insistetti scuotendolo, anche se non è opportuno per uno gravemente ferito. Max rivenne piano piano. «Jase?» sussurrò con un filo di voce «Sì, sono io. Ora andiamocene da qui» affermai con l'intenzione di liberarlo. Ma i polsi e le caviglie erano stati trapassati da dei chiodi per appenderlo alla X. Ma che cazzo... Lo voleva crocifiggere? Repressi un conato di vomito e un ondata di rabbia e mi chinai «Farà male» lo avvertii, ma lui sembrava troppo intontito per poter rispondere. Tenni fermo una gamba e afferrai l'estremità del chiodo. «Scusa» sussurrai prima di tirare. Max gridò facendomi fischiare i timpani e tremare il corpo, mentre il sangue mi imbrattava le vesti. «Scusa» mormorai ancora liberandolo dal resto dei chiodi. Max si accasciò addosso a me come una bambola di pezza, ormai privo di sensi. Gli feci ingoiare a forza la piccola, ma non bastò a risvegliarlo. «Dai Max...» sussurrai preoccupato. Mi guardai intorno alla ricerca di una via d'uscita. Poi mi resi conto che era una prigione e che una via d'uscita sarebbe stata ridicola.
Mi misi Max sulle spalle giusto per fare qualcosa che mi aiutasse a non andare nel panico. Improvvisamente sentii le pareti e il terreno tremare talmente violentemente che mi fece barcollare.
Si creò una crespa sulla parete rocciosa e facendomi fare un passo indietro d'istinto. La crepa si allargò innaturalmente a spirale, finché non divenne un buco grande abbastanza perché un uomo adulto potesse passarci. Dal buio emerse una testa bionda che era l'unica chiazza chiara in quell'ambiente buio e ostile. «Frost, che ci fai qui?!» sbottai, ma sotto sotto ero felicissimo «Prego, Sharp» si limitò a dire lui sarcastico. «Ne riparliamo. Ora dobbiamo fuggire il più in fretta possibile.» mi affrettai a sorpassarlo ed entrando nel buco che aveva creato. Si sentì un altro scossone ma questa volta non era stato Frost. «Sta arrivando! Corri più veloce!» mi incitò il biondo. «Se potessi non credi che lo farei?» scattai anche se cercai di accelerare nonostante Max svenuto sulle spalle. «Reggiti!» mi ignorò Frost prima di bloccarsi ed evocare una lastra di terra liscia sotto di noi. Poi partimmo a razzo scivolando sul terreno come se fossimo su una scala mobile che andava troppo veloce. Un muro di terra comparve all'improvviso davanti a noi, sbarrandoci la strada. Ma Frost si spostò in avanti liberandoci il campo. «Non mi puoi sfuggire!» sentimmo gridare da dietro. Susan Avanzava con calma, in piedi sulla cima di una colonna di terra «Che c'è Susan? Niente fulmini? Niente ghiaccio? Non mi fai vedere cosa ti rende così potente?» ringhiai voltandomi «Ma sei impazzito? La istighi pure?» mi gridò Frost. «Tranquillo. Avevo notato qualcosa di strano oggi in lei. Non riuscivo a capire cosa fosse, ma poi, quando si è limitata a bloccarmi, ha mandato Philip ad attaccarmi e ora che sta utilizzando solo i poteri sulla terra... Ho capito. Le manca l'Element, non ce l'ha addosso e questo le impedisce di usare tutti e quattro gli elementi. Senza l'Element è solo una Geminus. È vero, è sempre più potente di noi due messi insieme ma è più vulnerabile, lei stessa si sente vulnerabile. Non so perché non lo porti, ma deve essere un motivo importante. Forse riusciremo a uscire vivi di qui.» dissi evocando palle di fuoco con le gambe. «Vai più veloce Frost!» insistetti «Il tunnel non è infinito, ci raggiungerà!» disse lui «Allora vorrà dire che mi affiderò a te! Fammi vedere di cosa sei capace, anche Blackwood è un Imperium della terra oltre che del fuoco, dobbiamo batterla sul suo stesso territorio!» gli dissi cercando di rallentarla distruggendo le pareti. «La fai facile tu» disse a denti stretti il ragazzo «Se c'è una cosa che ho imparato stando con i Geminus è che sono tutti arroganti. Un individuo che ha la possibilità di controllare più elementi tende a migliorarsi su ciò che lo rende speciale. Tende a concentrarsi sulle combinazioni trascurando i suoi elementi originali! Opal è una pessima Imperium dell'aria, non é nemmeno capace di levitare ad alte quote, Zach non è capace di percepire le altre persone sul terreno e Nox, Nox è un pessimo Imperium dell'acqua, anche se grazie a me è migliorato.» dissi in fretta mentre sfrecciavamo ad alta velocità «Quel che voglio dire è che... GIÙ!» esclamai buttandomi a terra mentre un masso enorme ci passò sopra, dove un momento fa c'erano le nostre teste, bloccandoci la strada. Frost lo spaccò per poi proseguire. «Preparati!» mi avvertì il ragazzo. Alzò di scatto il pugno verso il cielo come un gesto di trionfo e il soffitto sopra di noi si spalancò. Sotto di noi il terreno si mosse verso l'alto come uno di quegli ascensori da teatro. In poco, mi ritrovai a respirare l'aria pulita e fresca. Ma non era finita. Eravamo circondati da un gruppo di Ribelli e Susan ci stava raggiungendo da sotto. Ma il lato positivo era che non eravamo più entro i confini del Rifugio. E bravo Frost! Allora serve a qualcosa nella vita. Quando Frost si mise in posizione difensiva e i primi Ribelli iniziarono l'assalto, qualcuno piovve da un albero e si slanciò come una furia tra i Ribelli, altri individui non ben identificati comparvero dal nulla e mi fecero da scudo mentre io indietreggiavo per mettere al sicuro l'inerme Max. Mi voltai per vedere mia sorella combattere come una guerriera con una lama per mano. Saltava, schivava, colpiva, fendeva. Nox mi raggiunse, privo della sua solita agilità ma comunque ben saldo. «Meno male che mi avevi promesso che li avresti portati al sicuro!» non riuscii a trattenermi a dire, mentre qualcuno fiondava su di noi. Evocai una fiammata che lo ustionò. Stavo perdendo le mie forze ormai. «Scusa» disse semplicemente il mio amico «Ma non avevo le forze per affrontare la testardaggine di quattro persone» replicò avvicinandosi a Max per controllare la sua situazione.
Il terreno tremò e dal sottosuolo crebbe una torre di terra sulla quale svettava Susan Blackwood. Ci guardava dall'alto in basso con superiorità. «Li voglio tutti morti!» gridò. I Ribelli attaccarono con furia rinnovata mettendo in difficoltà gli altri, soprattutto Zach e Opal già stremati di loro. Un Ribelle colpì violentemente mia sorella e le sfregiò il volto. La ragazza cadde a terra, alla mercé degli altri. No, mia sorella no. Mi fiondai in mezzo a loro. Tra capriole, pugni calci, fiammate li abbattei. Come una furia colpii sul naso un Ribelle che stramazzò a terra poi mi fiondai senza perdere tempo sul collo dell'ultimo con le gambe. Torsi il busto e sbattei il suo volto sul terreno, spaccandogli probabilmente il naso e facendolo svenire. «Tutto qui?!» gridai arrogante alzando la testa verso Susan che mi guardava malevola. «Jase...» mi chiamò mia sorella, ma non l'ascoltai «Mi aspettavo di peggio! Ti hanno tutti voltato le spalle?» continuai «Jase!» «Che c'è?» sbottai. Mi voltai e vidi troppe persone che avanzavano minacciosamente dal Rifugio. Era l'esercito di Susan Blackwood. «Ookay...» dissi facendo un passo indietro. «SCAPPIAMO!» mi voltai e iniziai a scappare seguito dagli altri.
Mi caricai sulle spalle Max e iniziai a correre finché non mi accorsi che qualcuno era rimasto indietro. «Nox!» esclamai «Che cazzo fai! Muoviti!» Nox si era fermato davanti a quell'orda di Ribelli in avvicinamento. «Guadagno tempo» replicò lui allargando le braccia. La Natura sembrò respirare. Le fronde degli alberi iniziarono a scuotersi come se fossero mosse dal vento e sinistri suoni riempirono l'aria circostante. Improvvisamente rami e radici comparvero ovunque afferrando e stritolando la prima fila dei Ribelli. Tutta la foresta Amazzonica sembrò risvegliarsi da un lungo sonno e chiedere vendetta sull'uomo distruttore e peccatore. Riuscii a scorgere sul volto di Susan un' espressione di stupore. Altre radici enormi si arrampicarono sull'aria, ma improvvisamente l'immagine della natura tremolò facendo comparire un enorme edificio nero in mezzo a tutto quel verde. Lo scudo mimetizzante del Rifugio era andato distrutto. La Natura fece il suo percorso e ricoprì l'edificio iniziando a stritolare le pareti. Susan si voltò e guidò la sua torre verso la sua dimora, nel tentativo di salvarla. I Ribelli che si erano salvati dall'attacco si guardarono confusi, non sapendo che fare ora che la loro padrona di era ritirata. Così seguirono l'istinto e scapparono. La foresta tacque di nuovo all'improvviso, proprio come si era risvegliata. «È stato... È stato...» sentii dire Joy «Fantastico. Sì, lo è stato» concluse Opal. Fissai stupito la figura di Nox ancora in piedi. Ma in mezzo secondo lo vidi oscillare e cadere a terra. «Nox!» accorremmo accanto a lui ma ormai aveva perso i sensi. «Nox, amico...» sussurrai preoccupato «È vivo.» disse Frost mettendogli una mano sul collo per sentire il battito cardiaco «Per ora.» Se lo caricò sulle spalle «Meglio andarcene prima che si riprendano.» affermò Zach. Non me lo feci ripetere due volte e iniziai a correre. Prima arrivavamo al jet, prima ce ne tornavamo alla B.L.C. per curarci. Max, Nox resistete vi prego.

Elements: Perdita (in revisione) Where stories live. Discover now