22. Jase: la grande missione

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«E cosa vuole Susan da me?» chiesi alzandomi in piedi «Non fare domande e seguimi» replicò Court. Forse era stata solo la mia immaginazione ma mi era sembrato che la sua voce avesse tremato. Inarcai un sopracciglio ma non obiettai. Appena fuori dalla porta un cappuccio si infilò sopra la mia testa, le braccia vennero bloccare e un pugno mi arrivò allo stomaco per spezzarmi il fiato. Istintivamente evocai le fiamme ma puntualmente la cavigliera iniziò a bruciare ed anche i polsi. Mi avevano messo delle manette dello stesso materiale! Gemetti è quasi svenni dal dolore. Mi lasciai trascinare in un luogo sconosciuto. 
Mi legarono ad una sedia mentre io mi dibattevo come un forsennato, non potevo permetterli di bloccarmi, ma era tutto inutile «Ciao, James» canticchiò la sua voce da brivido. Mi bloccai all'istante. Il sacco mi venne tolto in malo modo dalla testa mentre i lacchè di Susan finivano di legarmi. Incontrai quegli occhi neri senza fondo, come buchi neri nello spazio, capace di risucchiare ogni materia. «Come va?» chiese infantilmente. Cercai di mantenere la calma e le sorrisi «Starei meglio se non fossi legato da questi anti Ignis» risposi «Hai ragione. Ma mi servi sofferente» oh oh. Si spostò di lato e notai che nella stanza immersa nel buio, ero illuminato solamente io. C'era una lampada azzurra che mi illuminava dall'alto perpendicolarmente come negli classici ostaggi in TV. Dietro Susan vedevo una lucina rossa. Mi stava riprendendo con una telecamera? Prima che me ne rendessi conto sentii un forte colpo di frusta bruciarmi il braccio. Gridai dal dolore «Come stai?» chiese Susan con in mano quel serpente di metallo in fiamme in mano. Digrignai i denti ottenendo un altro colpo e un altro ancora. Dopo ripetuti colpi che non riuscii nemmeno a contare, persi la forza di resistere. Non mi sentivo più la pelle, ero in unica massa di dolore ambulante, un bruciore che mi copriva interamente come le fiamme di un rogo. «Grida James» mi sussurrò Susan «Grida per lei. Infondo la ami, giusto? Hai accettato la missione che ti avevo assegnato solo perché era lei, vero? Fino alla fine ho sperato di sbagliare sui tuoi sentimenti per lei... E invece, ci sei cascato. Ora soffri per amore, giovane James. Perché è l'amore la fonte di ogni dolore.» disse prima di colpirmi di nuovo.

C'erano tutti. E non era un buon segno. «Vieni James.» mi invitò Susan ad accomodarmi al mio posto «Sono in ritardo?» chiesi siccome erano tutti già seduti e sembravano lì da tempo «No. Sei arrivato giusto in tempo» disse la donna. Osservai tutti gli altri Luogotenenti con sospetto perché mi fissavano intensamente «James, caro... Ho un compito da assegnarti.» sorrisi «Al tuo servizio Susan» dissi abbassando lo sguardo «Questo è probabilmente l'incarico più importante di tutti... Anzi è una serie di incarichi» spiegò «Primo. Voglio il Flash» disse «Non c'è problema» affermai immediatamente «Secondo. Voglio che tutte le basi perdano i loro dati scientifici, in modo da distruggerli piano piano anche dall'interno.» continuai «Non me ne frega come lo farai. Basta che spariscano» «Per questo mi potrebbe servire una mano» dissi mentre un piano geniale si formava nella mia mente. «Tranquillo. Ci pensa Michael ad assisterti» replicò. «Terzo... Il più importante.» disse fissandomi intensamente. «Mi devi portare mia nipote. Sophie Hunter» probabilmente non avevo sentito bene. «Io devo partire per l'Europa per un po'. Nel frattempo convinci Sophie ad unirsi a noi, altrimenti utilizza le maniere forti. Io la voglio» disse «Perché?» mi lasciai fuggire «Mia nipote sta sviluppando il suo potere inconsapevolmente. Ed è enorme. Quanto il mio. E io sono l'unica capace di controllarlo e posso aiutare anche lei. E poi... Se il suo potere passa nelle mani di Chistopher. Tutti i nostri sforzi saranno stati  vani. Sophie è stata una Popolana per ben cinque anni. È in territorio neutrale e sono sicura che non amerà la B.L.C.» «Perché io?» chiesi ancora anche se rischiavo di farle perdere la pazienza «Perché tu la conosci» rispose semplicemente «Allora? Accetti l'incarico?» accetto? Posso accettare? Posso rivederla? Posso veramente? «Non c'è problema.» replicai alzandomi dalla sedia «È un altro passo verso la tua agognata vendetta» disse «Ne sono consapevole» risposi calmo. «Non vuoi una foto? È cambiata parecchio da cinque anni fa» mi suggerì la donna. Non riconoscere Sophie Hunter?  «Non ho bisogno di foto. La riconosco» dichiarai con un sorriso superbo «James. Ricordati che tra voi è impossibile» disse gelida «Non permetterò mai a mia nipote di legarsi a qualcuno.» disse seria e minacciosa «È chiaro. Non accadrà».

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora