31. Sof: Con le spalle al muro

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Mi voltai dall'altra parte del letto ma lo trovai stranamente vuoto. Socchiusi un occhio confermando che effettivamente, Jay non c'era. Sospirai, ma non mi importava veramente. Ripensai alla notte appena trascorsa e iniziai a ridacchiare come una scolaretta. Mi sentivo piacevolmente dolorante e rilassata. Le lenzuola erano sporche di qualcosa che non avevo più, la prova che non era stato un sogno ma più che reale. Mi lasciai ricadere sul letto continuando a fantasticare e a ridere. Ero da manicomio. Guardandomi in giro notai solamente i miei pochi indumenti sparsi per la stanza che recuperai in fretta avvolta ancora nelle nostre lenzuola. Li buttai nel cesto dei panni senza avere la minima voglia di rivestirmi. Ma qualcuno bussò alla porta. Per qualche strano motivo pensavo fosse James così andai ad aprire la porta con solamente le lenzuola avvolte intorno al mio corpo che si trascinavano sul pavimento come un abito da gala. Non badai nemmeno ai miei capelli ingarbugliati, segno che James ci avesse passato ripetutamente le mani e nemmeno ai segni violacei sulla mia pelle, marchi inconfondibili delle labbra del ragazzo di cui mi ero innamorata perdutamente. «Jay ma dove...» mi bloccai perché sulla soglia della porta c'era invece Aiden che mi fissò sbigottito per poi arrossire violentemente. Il rossore svanì altrettanto velocemente così com'era venuto passando al bianco dello shock. «Oh, scusami. Mi cambio e arrivo subito. Dammi dieci minuti» dissi imbarazzata sbattendo la porta. Che figura! Mi fiondai in bagno per buttarmi sotto la doccia sentendo i dolori muscolari più di prima e mi vestii in fretta e furia raccogliendo i capelli ancora bagnati. «Scusa Aid.» lo invitai ad entrare, notando in un secondo momento la macchia sul letto ancora disfatto. Spinsi nuovamente il ragazzo fuori per poi tirare via le lenzuola sporche e sostituirle con altre nuove. Poi aprii di nuovo la porta con il fiato corto «Scusami ancora» dissi imbarazzata. Ma comunque Aiden non era scemo. Sapeva fare due più due. «Non fa niente» disse un po' intontito «Avevi bisogno di qualcosa?» chiesi con una strana euforia che mi faceva venir voglia di mettermi a cantare e ballare come una pazza. «Ti va di fare una passeggiata?» chiese lui titubante. Lo guardai con un sopracciglio inarcato «Dai vieni» disse prendendomi per un braccio e trascinandomi fuori.
Raggiungemmo una delle tante palestre del centro. Una di quelle che utilizzavano gli Iniziati, anche se in quel momento non c'era nessuno. «Aiden perché mi hai portato qui?» chiesi «Prima che tu lo scopra da sola...» disse. Iniziamo male. Un brutto presentimento fece capolino in me. «Vedi... James...» improvvisamente capii. Fu come se un fulmine mi avesse folgorata in pieno. «NO!» ringhiai «Non dirlo!» esclamai furiosa, come se il silenzio avrebbe cambiato ciò che avrei dovuto perlomeno sospettare fin dall'inizio. Improvvisamente fiamme ardenti scaturirono dalle mie braccia. Il mio umore si capovolse rapidamente. Passai dal settimo cielo al nono girone dell'Inferno. Che stupida che sono stata a credergli! Che stupida a pensare che dicesse sul serio quando aveva detto di portarmi con lui! Come ho potuto essere così ingenua! E... E quello che era successo appena la sera prima? Possibile che fosse un addio? Evocai una palla di fuoco e lo lanciai contro un macchinario che si fuse. Sbattei un piede a terra che fece tremare le pareti. Il lago artificiale esplose in una pioggia che mi inzuppò tutta. Ma ormai bruciavo talmente di rabbia che il bagnato non si sarebbe sentito ancora per molto. «Dov'è ora?!» ringhiai facendo indietreggiare di un passo Aiden «Calmati...» «TU-NON-MI-DICI-DI-CALMARMI!» dissi ferocemente  «DEVO RAGGIUNGERLO ORA» scandii bene le parole «Sai che non puoi» fece Aiden serio «Ogni persona qui dentro ha l'ordine di trattenerti qui» disse «Tu non capisci Aiden...» iniziai frustrata «Oh, ed invece capisco benissimo.» disse impassibile «Annie e Seth sono andati con lui» disse affranto. Mi bloccai. E con mi bloccai, intendo proprio bloccai. Ero paralizzata. Il cervello si era disconnesso e il cuore fermato. Era come se fossi stata svuotata di tutto. «Sof...» tentennò Aiden toccandomi il braccio. Ma io ero persa nei miei pensieri. Si è portato dietro loro due... Potrei perdere la persona che amo di nuovo assieme alla mia migliore amica... Devo... Devo raggiungerli. In mezzo ai miei pensieri non notai che Aiden si era avvicinato. Alzai lo sguardo incontrando quei profondi occhi blu velati di dispiacere «Mi spiace Sof , ma non posso permetterti di farlo» mi spruzzò qualcosa sul volto ed un odore acre mi invase le narici. Improvvisamente mi sentii svenire. Il volto di Aiden si fece sfocato e le gambe a cedere «Non puoi Aiden...» mormorai cercando di tenermi in piedi. Ma scivolai tra le sue braccia forti «Finché non tornano Sof. Promesso» lo sentii dire prima di svenire accompagnata dal suo profumo di menta e caffè.

Elements: Perdita (in revisione) Where stories live. Discover now