49. Sof: L'arte del tradimento

15.6K 681 600
                                    

Seguendo la direzione vedemmo un uomo vestito di nero con arco e freccia. Faceva prendere fuoco la punta di essa per poi mirare verso di noi. Il quartiere era deserto, per questo non avevamo problemi di Popolani. Ma il fatto che ci fossimo allontanate dal gruppo rendeva tutto più complicato.
«Argh, brutto bastardo!» scattò Coral. La spinsi via appena in tempo mentre un'altra frecce mirava nella sua direzione.
Sbattei il piede a terra, sollevando una zolla e con un calcio lo spedii nella direzione del nostro arciere. Non mi diedi il tempo di controllare se era andato a segno e iniziai a correre.
«Forza Coral, dobbiamo raggiungere gli altri, quel tipo non era solo!» esclamai incitandola a correre. Come se le mie parole li avessero chiamati, altri individui in nero spuntarono dai tetti delle case.
«Porca merda» sentii sussurrare la ragazza.
Cercai di non farmi prendere dal senso di impotenza che la vista di quelle persone mi faceva provocava. Chiusi gli occhi e cercai di percepire i loro movimenti con le vibrazioni della terra, gli spostamenti d'aria e la pressione dei loro corpi, proprio come mi aveva insegnato Eli.
Sbattei un piede a terra e colonne di essa tranciarono il cemento per colpire alcuni assalitori. Iniziai a correre con Coral dietro e mi infilai in un vicolo stretto. Girai l'angolo e mi ritrovai davanti un muro.
«Vicolo cieco, accidenti» mormorai.
Il portone accanto si spalancò, ma prima che potessi difendermi, delle braccia mi afferrarono e mi trascinarono nel buio. Coral si fiondò dentro per aiutarmi.
«Woh, ferme! Sono io!» bisbigliò una voce.
La presa su di me si sciolse.
«Nox? Sei tu?» chiese titubante Coral.
«Sì, ora seguitemi. Dobbiamo trovare gli altri.» affermò. Mi aggrappai alla sua magliette e Coral si strinse attorno al mio braccio.
In quel buio pesto non vedevo niente, ma stranamente non andai a sbattere contro nulla, a differenza di Coral.
«Attente. Ci sono le scale.» ci sussurrò Nox. «E Sof, potresti allentare la presa? Mi stai strozzando con la mia stessa maglietta.».
«Oh, scusa.» mormorai mollando la maglia.
Cercai di sfruttare il buio a mio favore e orientarmi, ma non riuscivo a sentire le presenze chiaramente. Erano come visioni sfocate.
Un tonfo ci avvertì della presenza dei Ribelli in quell'edificio.
«Dannazione» sentii sussurrare Nox. Spalancò una porta e venimmo innondati dalla luce del corridoio.
Mi diressi verso le scale ma il ragazzo mi fermò.
«No, prendiamo l'ascensore.» mi disse categorico.
Detto ciò, corse a schiacciare il pulsante di con la freccia rivolta verso l'alto. Fortunatamente le porte si aprirono immediatamente. Ritrovarmi in uno spazio talmente ristretto che mi fece sentire improvvisamente claustrofobica.
Nox premette il pulsante del secondo su cinque piani. Poi si appoggiò allo specchio con una mano, mentre con l'altra teneva la mano sul petto. I suoi respiri erano irregolari e sembrava scosso da un leggero tremore.
«Nox...» mi avvicinai, ma lui mi fermò con una mano alzata.
«Sto bene.» mormorò. «Dovete aprire la botola là sopra, vi spingo sù io.» disse riprendendo il controllo di se stesso.
Mi offri volontaria. Nox si accovacciò per farmi salire sulle sue spalle. Mi sollevò senza difficoltà facendomi ritrovare a pochi centimetri dal soffitto. Con dita tremanti riuscii a forzare il coperchio, per poi issarmi fuori con la forza delle braccia. Coral mi seguì a ruota e stesso fece Nox, che sfruttando la sua altezza era riuscito a cavarsela senza il nostro aiuto. In quel condotto continuavamo a salire, finché l'ascensore non si fermò al suo piano.
«Ascoltate, ora saliremo fino al quarto piano, perché i Ribelli crederanno che cercheremo fuga in terrazza, se non sono cascati al mio trucchetto del secondo piano, perché effettivamente è il luogo più comodo da cui fuggire, è addirittura possibile saltare sull'altro edificio ed è meno pericoloso. Ma questi sono Ribelli allenati da McEwan, prevederebbero questa mossa.» ci spiegò. Ogni tanto doveva riprendere fiato, ma ero piuttosto sicura che non si trattasse di fatica. Aveva forse problemi con gli spazi angusti?
«Come fai a sapere che sono Ribelli di McEwan e non Santos per esempio?» chiese Coral.
«Ho avuto modo di conoscerli.» si limitò a dire iniziando ad arrampicarsi verso l'alto.
«Al quarto piano c'è una finestra che collega l'altro edificio con i fili per i panni. Useremo quelli per passare all'altro edificio, poi potremo prendere le scale antincendio per scendere.» ci informò.
Mentre salivamo, il ripetersi dei movimenti mi fece ricordare il periodo che avevo passato in fuga con James.
«Jay si sarebbe buttato a capofitto fuori da una finestra. È una sua passione.» mi ritrovai a dire.
Quelle parole fecero ridacchiare Nox. Ero felice di essere riuscita a torgliergli un po' di disagio con il poco spazio.
«Già, ma spero non vi dispiacciano i miei metodi meno spericolati.» ci disse.
«Non c'è problema.» gli rispose Coral.

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora