55. Sof: Dolore

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Fantastica Banner Gif di Skadegladje 😍 Non so voi, ma ne sono innamorata. Poi la frase di Susan del penultimo capitolo assieme alla città che viene distrutta 😍.

 Poi la frase di Susan del penultimo capitolo assieme alla città che viene distrutta 😍

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P.s. Capitolo molto, molto, molto... Buona fortuna.

Ero confusa.
Le parole di quella donna mi avevano penetrato più di quanto pensassi.
Fissai assente il paesaggio in rovina davanti a me, vedendo passare ogni tanto degli Imperium indaffarati.
Avevo paura, una paura latente che non comprendevo appieno. Non si trattava di semplice timore verso quella spaventosa e folle donna che aveva quasi ucciso Nox; non si trattava nemmeno dell'idea di perdere i cari, anche se erano ottimi motivi. Si trattava di qualcosa che mi terrorizzava dalla profondità di me stessa, come se nel buio della della mia esistenza si stesse accendendo un faro misterioso di pericolo. Un istinto animale che mi voleva avvertire di qualcosa di tremendamente catastrofico per me e per quelli che mi stavano attorno.
Notai James e Jo che stavano chiacchierando dall'altra parte della strada. Entrambi erano stanchi e ridotti male, ma vivi. Eravamo vivi nonostante la donna.
Vidi passare delle guardie Imperium che confabulavano tra loro, preoccupate.
James fermò un guardia Imperium.
Sentii solo che Susan Blackwood non si trovava. Raddrizzai la schiena.
Un'attimo dopo stavo correndo nella direzione dell'oceano. Vari Imperium dell'acqua stavano setacciando la zona, indaffarati. Entrai in acqua, spingendomi attraverso le correnti. I miei vestiti si appesantirono immediatamente, l'acqua filtrava tra i tessuti e mi trascinava verso il basso. Nuotai a deriva, annaspando.
«Sophie.» mi chiamò qualcuno. Smisi di muovere le braccia e le gambe, voltandomi verso Aiden.
«Che ci fai qui?» chiese lui con i capelli bagnati e senza la sua divisa, immerso fino al torso.
Sbatté le ciglia scurite per cacciare via le goccioline d'acqua.
«Vi aiuto.» dissi mantenendo un tono distaccato e privo di qualsiasi emozione.
«Stiamo setacciando la zona secondo schemi precisi, ci distrarresti.» mi disse.
Strinsi i denti infastidita.
Lo sguardo di Aiden si addolcì.
«Non so come ti senti, ma ci provo. Potresti farlo anche tu.» mi suggerì.
In quel momento si sentì un forte boato e una voluta di fumo alzarsi in lontananza.
«Dannazione, è dove hanno rinchiuso Santos...» sussurrò Aiden.
«Non potete abbandonare le ricerche, ci vado io.» affermai risoluta con il fuoco che mi bruciava nelle vene. Volevo combattere, dovevo lasciar andare quello che avevo accumulato nella lotta contro quella donna.
«Vengo con te.» mi disse Aiden nuotando verso riva affianco a me.
«No! Cerca...»
«Dannis! Continuate voi! Vado a vedere che è successo alla base di supporto.» esclamò Aiden senza considerarmi.
Un uomo emerse a pochi metri da noi alzando i pollici per poi immergersi di nuovo.
Aiden mi trascinò verso la spiaggia senza difficoltà, veloce come un motoscafo. Tra i detriti erano sparsi varie divise scure che prima non avevo notato. Aiden afferrò quelli ai suoi piedi e si rivestì velocemente, ritornando asciutto in pochi istanti, al contrario di me che ero ancora grondante d'acqua.
Alcuni giovani Imperium che si stavano occupando delle ricerche sulla terra ferma si fermarono e ci raggiunsero. Tra loro c'era anche Coral.
«Andiamo a vedere cos'è successo.» ordinò Aiden. Per mezzo secondo lo invidiai. Volevo avere la sua stessa sicurezza, lo stesso tono da leader naturale che sfoggiava con compostezza in qualsiasi occasione. Usava un tono che non ammetteva repliche e che spingeva qualsiasi persona ad ascoltarlo.
«È così facile liberarsi degli idioti. Basta accendere un fuoco che tutti si precipitano lì.» affermò la sua voce.
Susan Blackwood comparve dall'oscurità di un edificio caduto, una figura che ci paralizzò tutti quanti.
«Hai liberato tu Santos.» realizzò Aiden parandosi davanti a noi.
«Eroe. Un'altro! Ma quanti ragazzi usi, nipotina? Non potrei essere più orgogliosa!» esclamò la donna facendo un passo verso di noi. Non sembrava né ferita, né stanca. Come se lo scontro contro di noi non avesse sortito alcun effetto. Era stato tutto un gioco per lei?
«Non rivolgerle la parola.» sussurrò Aiden minaccioso.
Il sorriso sadico sul volto di Susan mutò in una maschera d'ira.
«Non osare tu, rivolgere la parola a me.» sibilò.
Quel che accadde dopo fu come un fulmine accecante. Accadde in un lampo e non lasciò a nessuno il tempo di capire e tanto meno riprendersi.
I ragazzi attorno a me vennero inghiottiti dal terreno e in un attimo la donna fu ad un palmo dal mio naso. Alzai la mano per colpirla, ma fui troppo lenta, un colpo ben assestato alla nuca spense tutti i miei sensi e mi trascinò nel oblio con lunghi tentacoli di una piovra oscura.

Elements: Perdita (in revisione) Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum